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martedì 30 dicembre 2014

LA CORSA AL QUIRINALE COME IL GIOCO "INDOVINA CHI?": I 29 NOMI IN LIZZA TRA POLITICI, ECONOMISTI E OUTSIDER

IN POLE PADOAN, CASSESE E FINOCCHIARO

Sarà uomo? Sarà donna? Un economista? Un politico di lungo corso? Uno che con la politica non c’entra niente? Sarà alto? Sarà basso? Avrà gli occhiali? Porta il cappello? I baffi? Ormai sta assumendo le sembianze del gioco da tavola cult anni ’80-‘90 “Indovina chi?” la caccia al successore di “Nonno Simpson” Giorgio Napolitano come Presidente della Repubblica. Ad oggi sono addirittura 29 i nomi che circolano, tra politici, economisti e outsider. Un valzer di nomi che supera di gran lunga quello già corposo di quasi due anni fa, quando poi la Casta scelse di auto-difendersi dalle istanze di cambiamento palesate dagli italiani con il voto alle politiche riconfermando Napolitano. Allora vediamo quali sono i nomi che circolano (per diversi di loro troverete anche un link contenente qualche chicca del passato).

lunedì 24 febbraio 2014

L’ARRIVISTA RENZI RAGGIUNGE IL SUO SCOPO, MA I MINISTERI CHIAVE LI HANNO DECISI D’ALEMA E BERLUSCONI

QUELLI DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO SONO AFFIDATI A DUE PERSONAGGI VICINI AL PRIMO. MENTRE SUL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SONO STATE FATTE PRESSIONO DAL SECONDO, PER NON PARLARE DEL MINISTRO DELLO SVILUPPO A LUI GRADITO E SU CUI PENDE UN EVIDENTE CONFLITTO DI INTERESSI

E così il Governo Renzi è nato ufficialmente. Anche se qualcuno malignamente lo ha chiamato il Governo Napolitano III. L’ormai ex Sindaco di Firenze, ambizioso e arrivista fino al midollo, ha silurato Enrico Letta, il quale, nella formale consegna dei campanelli a stento gli ha dato la mano. Segno questo di un malumore interno al Partito democratico, dove domina il Renzismo certo, ma sia l’ala sinistra (quella composta soprattutto dai rottamati), sia una parte di quella centrista, mugugnano nei confronti del nuovo Segretario. Sebbene diversi tra quanti lo contestavano fino a poche ore dalla sua investitura a leader del Pd, sono saliti sul carro dei vincitori. Non a caso qualcuno tra loro è stato premiato con la carica di Ministro. Ma guardando la sua squadra di Ministri, ci si rende conto che la sua rivoluzione è già annacquata. Del resto la riunione decisiva con Giorgio Napolitano è durata 2 ore e mezza; indice ciò che più di un nome è stato respinto dal Presidente della Repubblica. Certo, ci sono “solo” 16 Ministri, di cui la metà donne, e lui è il Presidente del Consiglio più giovane della storia della Repubblica italiana. Ma a parte questi dati demografici e statistici, non si va oltre. I Ministeri chiave per una svolta concreta del nostro Paese sono stati imposti da Re Giorgio, alias l’establishment della vecchia politica, alias dalla Borsa e dall’Unione Europea. Non manca neanche lo zampino del Cavaliere su due Ministeri. Ma quest’ultima, in casa Renzi, non è una novità. Dulcis in fundo, è già emerso un conflitto di interessi…

martedì 21 gennaio 2014

SINISTROIDI E ALTRI MUSICISTI: CHI POTREBBE PRENDERE IL POSTO DI CLAUDIO ABBADO COME SENATORE A VITA

TRA I PAPABILI PRODI, BENIGNI, MA ANCHE MORRICONE E MUTI

Di solito un nominato a Senatore a vita si gode la sua bella pensione per anni e anni, pur magari avendo già un’invidiabile età quando riceve l’incarico. E’ andata male a Claudio Abbado, Maestro d’orchestra stimato in tutto il Mondo, spentosi lunedì a 80 anni. Nato a Milano il 26 giugno del 1933, la nomina a senatore a vita gli arrivò il 30 agosto del 2013, quando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo nominò insieme a Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia. Un’infornata che sollevò non poche polemiche. Ora, la Costituzione non specifica se il Presidente della Repubblica possa nominarne cinque durante il suo mandato oppure che debbano essere cinque in totale. Ma è già partito il toto-Senatore a vita. Molti sono i soliti nomi.

martedì 11 giugno 2013

29 ANNI FA MORIVA ENRICO BERLINGUER, E CON LUI LA SINISTRA ITALIANA

MORI’ A PADOVA DOPO UN MALORE DURANTE UN COMIZIO

«La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico». Questo monito Enrico Berlinguer lo lanciava durante un’intervista a LaRepubblica del 28 luglio 1981. Sono passati quasi 22 anni e le sue parole sono ancora tristemente attuali. Il Segretario del PCI aveva già allora intuito che la politica era ormai diventata per molti un affare, un sistema corrotto e sporco, che uscì allo scoperto solo dieci anni dopo. E da allora non ha mai smesso di essere tale; anzi, nella Seconda Repubblica, Tangentopoli è diventata ancora più becera e squallida.
Ventinove anni fa Enrico Berlinguer moriva dopo un malore risentito durante un (come sempre) appassionato comizio a Padova, che volle comunque concludere. Con lui è morta tutta la sinistra italiana, che negli anni successivi ha patito la mancanza di unità e di una leadership forte.

mercoledì 8 maggio 2013

EMMA BONINO, LA GUERRAFONDAIA CHE PRENDE INCARICHI A DESTRA E SINISTRA


NOMINATA MINISTRO DEGLI ESTERI, HA VISTO SFUMARE PER LA TERZA VOLTA IL SOGNO QUIRINALE. NEGLI ULTIMI VENT’ANNI E’ STATA SIA COL CENTRODESTRA CHE COL CENTROSINISTRA

Sarà che per stare a galla col sistema Bipolare della Seconda Repubblica occorreva (parlo al passato, perché siamo tornati a una politica frammentata) stare da una parte o dall’altra. E così anche i Radicali si sono ben adeguati a questo gioco, barcollando, dopo le battaglie in materia di diritti civili negli anni ’70, ora a destra, ora a sinistra. Dal ’94 al 2005 hanno fatto parte del centrodestra, dal 2006 ad oggi del centrosinistra. A beneficiare di questo passaggio bipartisan la leader storica - insieme a Marco Pannella - Emma Bonino; la quale negli ultimi vent’anni si è vista assegnare varie poltrone. Non quella del Presidente della Repubblica, nonostante il suo nome venga accostato al Quirinale dal 1999. La delusione è comunque sempre stata mitigata con altri incarichi: oggi quello di Ministro degli esteri. E date le sue posizioni guerrafondaie espresse in tutti i conflitti degli ultimi 14 anni – benché si professi una “non violenta” – aspettiamoci nuove proposte pro-belliche. Perché come cantava qualcuno: “la guerra è bella, anche se fa male”.

lunedì 22 aprile 2013

LA CASTA SI CHIUDE AL CAMBIAMENTO E CONFERMA NAPOLITANO


Rieletto con 738 voti al sesto scrutinio. IL PD NE ESCE DISTRUTTO, GRILLO AUMENTA I CONSENSI E BERLUSCONI NE ESCE ANCORA UNA VOLTA VINCITORE

Dopo cinque votazioni andate in fumo, il Parlamento ripiega su una clamorosa rielezione a Capo dello Stato dell’ottantottenne Giorgio Napolitano, il quale è così richiamato nel difficile compito di formare una squadra di Governo. Questa volta però, qualora malauguratamente dovesse fallire di nuovo, avrà facoltà di sciogliere le camere. Un’opzione che non aveva prima, essendo nella fase conclusiva del suo mandato (il cosiddetto “semestre bianco”). Le elezioni del Presidente della Repubblica hanno avuto un effetto devastante sul Pd, il quale ha mostrato tutte le proprie debolezze e spaccature. Grillo invece ha conquistato un’ulteriore fetta dell’elettorato di sinistra. Infine, ad uscirne vincitore è il Cavaliere, fino a qualche mese fa dato per finito e oggi di nuovo pesantemente influente nella politica italiana.

venerdì 14 ottobre 2011

IL MONDO CHE VERRA’ E LA NOSTALGIA PER ROMANO PRODI


LA PRIMA PUNTATA ANDATA IN ONDA SU LA7 E’ ANDATA A GONFIE VELE. NE SEGUIRANNO ALTRE DUE

Non so voi, ma a me Romano Prodi manca. Perché alla politica italiana manca la sua professionalità, la sua serietà, la sua autorevolezza riconosciuta dagli altri Paesi. Indipendentemente da come la si pensi, è difficile non ammettere che alla politica italiana attuale manchino le sue caratteristiche. Un Presidente del consiglio che sapeva mediare, concertare, convincere con la propria pacatezza. A differenza di quanto fanno oggi i leader politici, affannati ad apparire, urlare, fare gesti volgari, offendersi a vicenda, denigrare costantemente l’avversario, mettere il cappello su ogni evento storico che manco lontanamente gli appartiene.
Una nostalgia che a quanto pare, stando ai dati auditel del programma che lo vede protagonista su La7, non provo solo io.