lunedì 24 giugno 2013

IN FUTURO CI RITROVEREMO CITTA’ SENZA PIU’ NEGOZI

SECONDO LA CONFESERCENTI OGNI GIORNO DAL 2008 HANNO CHIUSO 134 NEGOZI O AGENZIE AL GIORNO

Un po’ per la recessione, un po’ per il cambio delle abitudini (la preferenza di centri commerciali o ipermercati), le nostre città in futuro si trasformeranno in tanti cimiteri, solo che al posto dei loculi ci ritroveremo locali commerciali chiusi. Tra 2008 e 2013, fra commercio e turismo, c’e stata un'imponente quantità di chiusure: all’appello mancano oltre 224mila titolari e tantissimi collaboratori. Per ogni tre attività che chiudono, solo una ne viene aperta.

LA RICETTA DELLA CONFESERCENTI - Ogni giorno chiudono cinque negozi di ortofrutta, quattro macellerie, quarantadue negozi di abbigliamento, quarantatre ristoranti e quaranta pubblici esercizi. Per uscire da questa situazione delicatissima, il governo deve mettere mano all'eccessiva pressione fiscale che azzoppa i commercianti e gli imprenditori. "No all’aumento dell’Iva e no alla Tares", ha detto il presidente della Confesercenti Marco Venturi indicando questo punto tra "le vere e proprie barriere allo sviluppo". E ancora: "No a sanzioni abnormi di Equitalia a carico di chi non dichiara e non può pagare". “Dopo cinque anni di crisi, di mancata crescita, di politiche di austerità dobbiamo cambiare strategia - ha spiegato Venturi che aggiunge - o riprende il mercato e la domanda interna oppure la chiusura delle imprese assumerà ritmi sempre più vertiginosi". La Confesercenti ha, quindi, invitato il governo a rinegoziare con l’Europa le condizioni ed i vincoli che stanno strozzando ed impoverendo il Paese: "In casa nostra, dobbiamo voltare pagina, diventare virtuosi, sprecare di meno, semplificare il sistema istituzionale, garantire stabilità politica, creare opportunità di lavoro e condizioni per la tenuta delle imprese".

IMU E IVA AGGRAVANO LA SITUAZIONE - Proprio per questo, l'associazione dei commercianti non può accettare una manovra che abbassi l’Irpef e alzi l’Iva, che abolisca l’Imu e aumenti la Tares o viceversa: "Abbiamo bisogno di una vera riforma che riduca la pressione fiscale e valorizzi le imprese e il lavoro rispetto alle rendite ed ai patrimoni". Nel suo intervento all’assemblea della Confesercenti, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha leggermente corretto il tiro della posizione tenuta negli scorsi giorni assicurando che il Governo sta facendo tutto il possibile per evitare l’aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22% e trovare le coperture alternative.
"Non è un problema semplice - ha spiegato Zanonato - ma ogni strada sarà battuta per evitare l’aumento previsto a fine giugno". Tuttavia, l'esecutivo sta lavorando per ridurre l’Imu sui beni strumentali. "I capannoni e i negozi dove voi operate sono l’elemento fondamentale e imprescindibile per l’attività di impresa", ha spiegato Zanonato facendo sapere che entro settembre sarà rivista la tassazione sugli immobili.

Con la chiusura del tradizionale salumiere sotto casa, in futuro, la banale scusa suggerita da Gianni Morandi di andare a prendere il latte per incontrare di nascosto il proprio moroso, non sarà più praticabile. Almeno che non si vogliano fare tanti chilometri.


(Fonte: Il Giornale)

Nessun commento:

Posta un commento