Ritenuta senza
fondamento la tesi della doppia bomba su cui era stata riaperta l'inchiesta
Si è spenta
l’ultima esile speranza di avere la verità sulla strage di Piazza Fontana,
consumatasi il 12 dicembre 1969 nella Banca dell’Agricoltura, dove morirono 17 persone
e ne rimasero ferite 88. Il caso era stato aperto grazie a nuovi spunti
investigativi tra cui la tesi della cosiddetta «doppia bomba» avanzata dal
giornalista Paolo Cucchiarelli in un recente libro. Ma anche questa ipotesi è
naufragata.
DECISIONE ARRIVATA DOPO UN ANNO
- La decisione di archiviare l'indagine, l'ultima sulla strage alla Banca
Nazionale dell'Agiricoltura, è arrivata dopo un anno. Il giudice, infatti, il
primo ottobre dell'anno scorso, dopo aver fissato un'apposita udienza, si era
riservato se archiviare l' inchiesta a carico di ignoti, come chiesto dalla
Procura, l'ultima inchiesta o accogliere l'istanza presentata, tramite
l'avvocato Federico Sinicato, dai familiari delle vittime per continuare ad
indagare. Alla tesi della «doppia bomba» avanzata dal giornalista Paolo
Cucchiarelli nel suo libro si era ispirato anche il regista Marco Tullio
Giordana nel film «Romanzo di una strage».
«Il fatto che, a distanza di oltre quaranta anni da qual
tragico 12 dicembre 1969, e dopo la celebrazione di vari processi, la strage di
Piazza Fontana non abbia visto alcun colpevole punito non può che determinare
una generale insoddisfazione, sia sul piano giuridico che su quello sociale».
Lo ha scritto il gip nel provvedimento con cui ha archiviato l'ultima inchiesta.
I FAMILIARI NON MOLLANO - «Non
smetteremo di cercare la verità e di raccogliere altri elementi» per arrivare a
scoprire i responsabili della strage di Piazza Fontana. Lo ha detto l'avvocato
Federico Sinicato, legale delle vittime dell'attentato alla Banca Nazionale
dell'Agricoltura il 12 dicembre 1969, commentando l'archiviazione.
Per approfondire la vicenda e tutte le altre stragi insolute, si consiglia il libro: Le
stragi dimentiche.
(Fonte: Corriere
della sera)
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