CONSISTE IN UN trattamento
terapeutico a base di cellule staminali inventato da Davide Vannoni, laureato
in lettere e filosofia, DAL QUALE AVREBBE TRATTO GIOVAMENTI E CHE
VORREBBE FOSSE RICONOSCIUTO DAL MINISTERO DELLA SALUTE
Può un laureato in Lettere e filosofia, che non ha mai
pubblicato alcun articolo su riviste scientifiche, dare una speranza a pazienti
che ormai l’hanno persa? Forse sì, o forse no. Il dibattito nella comunità
scientifica è aperto, e dopo una prima apertura del Ministero della salute,
sembra che lo scetticismo abiti anche tra le istituzioni. Fatto sta che Davide
Vannoni difende e sostiene il suo “metodo Stamina”, da cui egli stesso avrebbe
tratto beneficio. Ma in cosa consiste?
CONVERSIONE DELLE STAMINALI IN
NEURONI - Il metodo proposto dalla Stamina Foundation Onlus prevede la
conversione di cellule staminali mesenchimali (cellule solitamente destinate
alla generazione di tessuti ossei e adiposi) in neuroni, dopo una breve
esposizione ad acido retinoico diluito in etanolo. La terapia consiste nel
prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in
vitro (incubazione delle cellule staminali per 2 ore in una soluzione 18
micromolare di acido retinoico), e infine la loro infusione nei pazienti
stessi.
Vannoni ha ripetutamente evitato di rivelare i dettagli del
suo metodo al di là di quelli disponibili nella sua domanda di brevetto. Nel
2012 l'Ufficio Brevetti degli Stati Uniti aveva parzialmente respinto la
domanda di brevetto, con una procedura che consente la ri-presentazione:
Vannoni non l'ha più ripresentata. Il rifiuto era dovuto al fatto che la
domanda aveva dettagli insufficienti riguardo alla metodologia, al fatto che è
improbabile che la differenziazione cellulare si verifichi durante un periodo
di incubazione così breve e che la comparsa di cellule nervose nella coltura
rischierebbe di essere frutto di cambiamenti citotossici.
Tale metodo viene descritto dal suo ideatore come utile per
curare malattie di diverso tipo, anche molto diverse tra loro per cause,
sintomi e decorso. In particolare, il metodo viene indicato da Vannoni per la
cura di malattie neurodegenerative.
COSA DICE VANNONI - Vannoni
racconta di avere avviato il progetto in seguito alla propria esperienza
personale: curato nel 2007 in Ucraina per una paralisi facciale con un
trapianto di staminali, decide di proporre il trattamento anche in Italia
mettendosi in società, tra gi altri, con due biologi ucraini (Vyacheslav Klimenko
e Olena Shchegelska), prima stabilendosi a Torino, nel sottoscala della sua azienda
di ricerche di mercato e, in seguito, dopo l'entrata in vigore della disciplina
europea del 2007 sulle terapie con staminali, a San Marino. Il metodo viene
pubblicizzato da depliant che parlano di «oltre mille casi trattati, un
recupero del danno dal 70 al 100 per cento (90 ictus con 72 recuperi [...]),
una gamma di una ventina di malattie trattate» e da dei video che mostravano
«un ballerino russo affetto da parkinson che si alzava dalla carrozzella e
tornava a ballare», «di una giovane paralizzata dalla Sla che riprendeva a
camminare», «Di un uomo che guariva da una grave forma di psoriasi alle mani».
L’INCHIESTA DI GUARINIELLO -
Nel maggio del 2009, in seguito ad un articolo del Corriere della Sera e ad un
esposto di un dipendente della società Cognition, di cui Vannoni era
amministratore, viene avviata un'inchiesta dal magistrato Raffaele Guariniello,
che intende chiarire la posizione di Vannoni in merito all'uso di cellule
staminali al di fuori dei protocolli sperimentali previsti dalla legge. Sul
finire del 2009 compaiono sulla stampa diversi articoli giornalistici sulle
attività di Vannoni, coinvolto in un intreccio di società e la fondazione
Stamina. La stampa riporta di come Vannoni prometta la cura di molte malattie
neurodegenerative per cifre che oscillano dai 20.000 ai 50.000 euro,
utilizzando metodi poco chiari e a volte con danni e conseguenze indesiderate
L'inchiesta di Guariniello coinvolge anche San Marino, dato che le cure
venivano praticate anche in un centro estetico sammarinese privo di
autorizzazione medica.[21] Nell’agosto 2012, la procura dispone il rinvio a
giudizio di 12 indagati, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi
di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute
pubblica, truffa e associazione a delinquere.
LE CRITICHE - Dal 2011 grazie
all'interessamento del dottor Marino Andolina, divenuto collaboratore di
Vannoni, il "metodo Stamina" veniva praticato come cura
compassionevole nell'Ospedale di Brescia; agli inizi 2013 viene sospeso in
seguito a un'ispezione dei NAS e dell'AIFA, in cui fu rilevato il mancato
rispetto dei requisiti di sicurezza e igiene e la carenza nella documentazione
prescritta dalla legge.
Nell 2013 il metodo Stamina giunge sotto i riflettori dei
media in seguito ad un servizio del programma televisivo Le Iene, che ne mostra
l'utilizzo su alcuni bambini affetti da diverse malattie neuro-degenerative
(tra queste anche la SMA di tipo I). Nel servizio si sostiene che le infusioni
di staminali avrebbero generato significativi miglioramenti nello stato di
questa malattia, e si suggerisce, senza alcuna evidenza, che possa modificarne
il decorso fatale. Il metodo Stamina diviene quindi oggetto di proteste
popolari in favore della cura.
Del caso si occupano anche l'Accademia dei Lincei, e il 26
marzo, in ambito internazionale, anche la rivista Nature e l'Agenzia europea
per i medicinali. Il 3 maggio 2013, tredici scienziati pubblicano sul The EMBO
Journal una critica analisi del metodo, mettendo in luce le loro preoccupazioni
in relazione all'inconsistenza delle prove scientifiche, alle carenze
metodologiche e all'assenza di pubblicazioni. A partire da marzo dello stesso
anno anche l'associazione Famiglie SMA, che riunisce i familiari dei pazienti
affetti da SMA, interviene esprimendosi più volte in maniera molto critica
verso il metodo Stamina e verso i servizi televisivi de Le Iene.
Il risalto è tale che lo studioso e medico giapponese Shinya
Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012 e presidente della Società
Internazionale per la Ricerca sulle Cellule Staminali (ISSCR), pubblica un
comunicato in cui esprime preoccupazione per l'autorizzazione da parte delle
autorità italiane di un metodo del quale non si conosce la sicurezza e privo di
qualunque evidenza di efficacia.
Il 2 luglio 2013 la rivista Nature in un nuovo articolo
definisce la presunta terapia come promossa da «uno psicologo trasformatosi in
imprenditore medico, basata su dati fallaci» e «plagio di un altro studio già
sviluppato e soprattutto tecnica inefficace»: la rivista ha scoperto che due
immagini utilizzate per depositare il brevetto della terapia nel 2010 erano in
realtà identiche a quelle di un articolo del 2003 e uno del 2006 di un team di
ricercatori russi e ucraini, coordinati dalla biologa molecolare Elena
Schegelskaya, della Kharkov National Medical University.
LA CONSIDERAZIONE IN ITALIA -
Il 15 maggio 2013 la Commissione affari sociali della Camera dei deputati ha
approvato all’unanimità l'avvio della sperimentazione clinica del metodo ideato
da Vannoni; il 23 maggio il parlamento ratifica la sperimentabilità del metodo,
stanziando anche 3 milioni di Euro per gli anni 2013-2014. Il 21 giugno 2013
Vannoni avrebbe dovuto consegnare la documentazione scientifica sul suo metodo
all'Istituto Superiore di Sanità, all'agenzia italiana del farmaco e al centro
nazionale trapianti per permettere di elaborare il protocollo dei test, ma
chiede di rinviare l'incontro, per ben due volte.
A fine giugno 2013 il ministro della salute Beatrice
Lorenzin nomina i membri del comitato che dovrà seguire la sperimentazione nel
servizio pubblico (definendone aspetti quali la scelta delle cell factory per
produrre le staminali, l'arruolamento dei pazienti, la scelta degli ospedali) e
che seguirà le fasi della ricerca (della durata di 1 anno e mezzo). La
presidenza è affidata al capo dell'Istituto Superiore di Sanità, e tra i membri
ci sono i direttori dell'AIFA, del Centro nazionale trapianti, la federazione
delle associazioni delle persone colpite da malattie rare. Il giorno precedente
alla pubblicazione del decreto ministeriale, Vannoni ha, per la terza volta,
chiesto di rinviare l'incontro per depositare il protocollo della
sperimentazione, la cui data di avvio era inizialmente stata fissata al 1º
luglio 2013: essa non può quindi ancora cominciare.
L'11 settembre 2013 il comitato scientifico istituito dal
Ministro, ha steso un rapporto consultivo secondo cui il metodo non avrebbe
nessuna consistenza scientifica, per cui non ci sono le basi che giustifichino
la sperimentazione già autorizzara dal Parlamento. La notizia è stata riportata
anche dalla stampa scientifica internazionale. Le motivazioni di tale
bocciatura sono allo studio da parte del ministero della sanità e delle
commissioni parlamentari Affari sociali e Sanità di Camera e Senato al fine di
decidere se procedere o meno con la sperimentazione.
Speriamo che sia fatta quanto prima chiarezza su questa
terapia, al fine di fornire una nuova concreta speranza, o di contro, evitare
che si diffonda un’illusione tra i malati.
(Fonte: Wikipedia)
Sì, vedendo il ministro della Sanità diplomato DIPLOMATO DIPLOMATO AL LICEO CLASSICO E IL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA ANCH'EGLI DIPLOMATO AL CLASSICO ALTRO CHE VENIRMI L'ORTICARIA!!! DELLA SERIE: GUARDA DOVE STIAMO MESSI.
RispondiEliminaPiano, un conto è dare speranza, un altro è una persona (nemmeno dottore) che chiede soldi iniettando sostanze nemmeno verificate.
RispondiElimina...questo metodo non è scienza, lui non è uno scienzato (laureato a stento in lettere). accostare la scienza a quest'individuo o al suo metodo è sbagliato, denigratorio per chi si occupa seriamente di scienza, ed è criminale. questo uomo è un criminale, che specula sulla disperazione di povere famiglie....la speranza sta nella ricerca, che se permetti è ben altra cosa molto lontana da questi cialtroni
RispondiEliminaSe quest'uomo e' un criminale e' tutto da vedere ...le persone che si rivolgono a lui ormai nn hanno nulla da perdere ...un genitore che vede il proprio figlio morire giorno per giorno credo che abbia il sacrosanto diritto almeno di provare a far qualcosa ...sono coscienti che non e' un metodo approvato e neanche sicuro ...ma perché nn provarci?
RispondiEliminaScusate se mi aggiungo alla discussione. ...cialtrone o no...una persona può decidere della propria vita o questa libertà si è persa o non si è mai avuta? Buttare fango su persone che cercano vie alternative...mi sembra un buon metodo per far "mangiare"le case farmaceutiche....a buon intenditor poche parole !!!!
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