L’USO DI ANTIDEPRESSIVI E’ AUMENTATO DEL 4,5% IN 9 ANNI
La crisi economica sta generando un duplice effetto: da un
lato si riduce la spesa degli italiani per i farmaci di prima necessità;
dall’altro vi è uno spaventoso aumento dell’utilizzo di psicofarmaci per
combattere ansia e depressione dovuti alla paura di un futuro incerto. Dal
Rapporto dell’Osservatorio sull’impiego dei medicinali (OsMed) dell’Agenzia
italiana del farmaco (Aifa) emerge che l’uso di questi farmaci è infatti
cresciuto costantemente nell’arco degli ultimi anni in Italia, facendo
registrare un +4,5% rispetto al 2004. Anche in Europa, come da tempo in
America, si sta generando un grosso volume di affari intorno al malessere degli
individui; prodotto di una società consumistica, individualista e arrivista.
I DATI - In generale, sono le
donne a mostrare una prevalenza d’uso più alta per i farmaci del sistema
nervoso centrale, che inizia ad aumentare in maniera costante a partire dalla
fascia di età compresa tra i 35-44 anni. Anche la prevalenza della depressione
è più alta nelle donne rispetto agli uomini ed aumenta in maniera rilevante
all’aumentare dell’età. Le linee guida, rileva il rapporto, raccomandano un
trattamento di almeno 6 mesi nei pazienti affetti da depressione, in virtù
dell’alto rischio di recidiva, a cui si attribuisce gran parte dei costi
economici e sociali della depressione. In realtà, studi hanno dimostrato che
quasi il 50% dei pazienti sospende il trattamento con antidepressivi nei primi
3 mesi di terapia ed oltre il 70% nei primi 6 mesi.
AUMENTO DELLA DEPRESSIONE - “Alcuni
recenti studi internazionali – sottolinea il direttore Generale dell’Aifa, Luca
Pani – indicano che nel 2020 la depressione, dopo le malattie cardiovascolari,
sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di
vita attiva e in buona salute. Ed inevitabilmente gli antidepressivi
rappresentano ad oggi una delle principali componenti della spesa farmaceutica
pubblica. Nell’ultimo decennio il consumo di antidepressivi è cresciuto in
maniera drammatica: da una parte, per l’aumentata prevalenza di depressione ed
altri disturbi psichiatrici nella popolazione generale; dall’altra, per la maggiore
maneggevolezza di altri antidepressivi di recente commercializzazione”. La
prevalenza di depressione, rileva inoltre Pani, ”è più alta nelle donne ed
aumenta in maniera rilevante all’aumentare dell’età, con un picco vicino al 15%
negli ultra 75enni, valore probabilmente sottostimato a causa dei casi di
depressione frequentemente non diagnosticati in età avanzata”.
Gli psicofarmaci possono risultare altamente tossici per la
salute di un paziente; alteranti il suo sistema mentale. Basta farsi un giro in
rete, tra siti e Youtube per leggere varie testimonianze di persone che hanno
deciso di smettere dopo brutte esperienze.
Per uscire, o quanto meno ridurre di molto ansia e
depressione, basta modificare il proprio stile di vita: uscendo spesso da casa,
dedicandosi a un hobby, vedere persone; nonché cambiare il proprio stile
alimentare, riducendo l’uso di caffè, alcolici e latticini, utilizzando
prodotti naturali come ad esempio il Magnesio.
L’alimentazione infatti incide molto sugli stati mentali, arrivando a provocare
attacchi di panico, ansia, stress e malumore.
(Fonte: Meteoweb)
crescono come la disoccupazione..solo che li non c'è rimedio che tenga...
RispondiEliminaLa psicologia è solo una pseudoscienza, ansia e depressione ci sono sempre state, ma mai ci sono stati tanti medici, ogni persona ha un medico e ogni medico ha da guadagnare e giù a prescrivere farmaci, una delle più grandi truffe del XX° secolo é questa. La storia mi darà ragione.
RispondiEliminaHo fatto post su questo ma quello che più mi spaventa sono gli psicofarmaci diretti all'infanzia, GLI PSICHIATRI NON CONTENTI DEI LORO LOSCHI SCOPI ADESSO VOGLIONO FARE ASSUMERE FARMACI ANCHE AI BAMBINI FIN DALLE ELEMENTARI.
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