SI PARLA DI Un
risparmio per lo Stato di circa 34 milioni di euro nel 2013 e un beneficio
complessivo di circa 100 milioni di euro per le finanze pubbliche nel periodo
2013-2016. UN TREND POSITIVO CHE RISALE AL 2004. MA PER IL MOVIMENTO DI GRILLO
TRATTASI SOLO DI UN ESPEDIENTE DI BILANCIO
Il Consiglio di Presidenza di Palazzo Madama ha presentato
il Bilancio interno del Senato, evidenziando quanto gli sforzi profusi in
questi anni stiano portando un alleggerimento dei costi della politica sullo
Stato. I numeri sono lusinghieri e partono dal 2004; ma per il Movimento 5
stelle si tratta di un “trucco contabile” per gonfiare i risparmi e ridurre le
spese.
UN RISPARMIO DEL 12,5% IN 9 ANNI AL
SENATO – Si tratterebbe di un risparmio per lo Stato di circa 34 milioni
di euro nel 2013 e un beneficio complessivo di circa 100 milioni di euro per le
finanze pubbliche nel periodo 2013-2016. La spesa complessiva prevista per il
2013 ammonta a 541 milioni 500 mila euro, con una diminuzione dell’1,6 per
cento, in termini reali, rispetto a quanto preventivato nel 2012. Rispetto ai
594,5 milioni del 2010, si evidenzia una riduzione nel 2013 di 53 milioni di
euro, si legge ancora nella nota. Grazie agli interventi degli ultimi mesi, il
bilancio di Palazzo Madama torna ai livelli di spesa nominali di 10 anni fa.
Questo significa che nell’ultimo decennio il peso del
bilancio del Senato sullo Stato si è ridotto del 12,5 per cento, passando dallo
0,081% del 2004 allo 0,07% attuale sul totale delle spese statali. Per il 2013,
la dotazione finanziaria si attesterà su un livello prossimo a quello del 2007,
con una riduzione, rispetto al 2011 di oltre 21 milioni di euro. Un risultato
tanto più significativo se si tiene conto che più del 90% del bilancio interno
è composto di spese obbligatorie, difficilmente suscettibili di modifiche
sostanziali.
COME CI SI E’ ARRIVATI - il
risparmio è in primo luogo dovuto ai ripetuti interventi sul trattamento
economico dei senatori che ha comportato una riduzione pari al 20,9%, in
termini reali e pari al 14% in termini nominali negli ultimi 5 anni, si
assicura. Risparmi per oltre 4 milioni di euro sono inoltre il frutto dei tagli
decisi all’inizio dell’attuale legislatura per i trattamenti dovuti ai titolari
di cariche interne, a partire dal presidente del Senato. Su proposta di
quest’ultimo, e’ stata anche azzerata la voce “contributi e sussidi” (420 mila
euro) che era nella disponibilità del presidente del Senato e dei senatori
Questori.
Anche il trattamento degli ex senatori segna un sensibile
arretramento: considerando l’inflazione, nel 2013 la spesa sara’ inferiore del
7,1% rispetto al 2009. Mentre i trasferimenti ai Gruppi parlamentari
diminuiscono del 7,7% nello stesso periodo 2009-2013.
Le spese che consentono il funzionamento
dell’amministrazione (personale dipendente, spese correnti e spese in conto
capitale) si collocano nel 2013 a quota 191 milioni di euro, con una riduzione
in termini nominali del 16 per cento e del 23,1% in termini reali, grazie
soprattutto al blocco delle retribuzioni e al blocco del turn-over. Il
personale dipendente si è ridotto del 32%, passando dal picco storico di 1.243
unita’ alle 840 unita’ del 2013, con una prospettiva di ulteriore calo a 800
unita’ nel 2015. Un risparmio che si puo’ valutare in oltre 32 milioni di euro.
I TAGLI ALLA CAMERA - La
riduzione delle spese per il 2013 è stata di 60 milioni di euro: “Abbiamo
tagliato”, ha detto Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, “senza smantellare
una delle istituzioni cardine della democrazia. Per la prima volta il bilancio
viene sensibilmente ridotto rispetto al bilancio 2012. E per il triennio
2013-2015 la dotazione della Camera si riduce di 50 milioni di euro per ciascun
anno. Con il voto di oggi – aggiunge – abbiamo dimostrato che contenere le
spese è possibile senza comprometterne il funzionamento e comunque
salvaguardando la dignità dell’istituzione e di chi vi lavora. E tutto questo
in barba a chi semina solo demagogia e si nasconde dietro slogan
propagandistici”.
LA CONTESTAZIONE DEL M5S RIGUARDO AL
SENATO - Il bilancio del Senato per il 2013 è scritto con un “trucco
contabile” per gonfiare i risparmi e ridurre le spese. Lo denuncia Laura
Bottici, senatrice del Movimento 5 Stelle e questore, nello spiegare in Aula la
sua decisione di astenersi. “Il bilancio di quest’anno nasconde la realtà –
sostiene – poiché il vero ammontare delle spese del Senato non è di 541.500.000
euro, ma di 561.800.000 euro. È lampante che la sbandierata riduzione di spesa
sia frutto di un espediente contabile, che di fatto ha spostato spese ed
entrate fuori dal bilancio. Questo ha permesso di realizzare un risparmio
immaginario di 20.300.000 euro. Quindi, il preventivo 2013 è superiore come
spese di oltre 19.000.000 rispetto all’ordine del giorno G100 da voi approvato
ad agosto 2011. Se non si cercasse di nascondersi, sarebbe semplice spiegare i
motivi delle maggiori spese”. Una polemica che arriva a poche ore dalla
presentazione del bilancio a Montecitorio dove sempre i 5 Stelle hanno
attaccato gli altri partiti per gli “sfarzi eccessivi” e i pochi chiarimenti.
La senatrice a 5 Stelle ha chiesto spiegazioni su alcuni
punti che, secondo la sua opinione, non sono stati chiariti davanti ai
cittadini. “Dove sono finite le entrate derivanti dagli avanzi di cassa degli
anni precedenti? Dove sono finiti i 23 milioni di quella attuale?. Gli avanzi
di gestione dovrebbero essere “iscritti nel capitolo di bilancio delle entrate
sotto la voce fondo iniziale di cassa. Ciò non è avvenuto; si sono trasferite
delle poste”. E il trucco appare, secondo la senatrice, quando si vanno a
vedere le spese: “Abbiamo pagato 8 milioni in più – prosegue – per gli assegni
di fine mandato. Noi abbiamo versato 222 assegni. In cassa avevamo 8 milioni e
ne abbiamo spesi oltre 17, e li abbiamo messi noi. Bastava dirlo con parole
chiare e i cittadini avrebbero compreso; invece si cerca sempre di nascondere
la realtà. Una famiglia sa benissimo quando vi sono momenti in cui si deve
spendere di più: basta essere trasparenti”.
E QUELLA ALLA CAMERA - A fare
scalpore alcune voci di spesa della Camera dei deputati, che già qualche mese
fa erano stati denunciati dal gruppo a 5 Stelle : “Paghiamo”, afferma Riccardo
Fraccaro, deputato M5S Fraccaro, “ad esempio 8 milioni di euro tra servizi di
sicurezza, ufficio stampa, guardaroba e cerimoniale; 5 milioni di euro spesi
ogni anno per la riproduzione cartacea di documenti interni e 12 milioni di
euro spesi ogni anno per la gestione dei servizi informatici e 550 mila euro di
consulenze varie“. E ha concluso: “Un inizio sarebbe ridurre gli emolumenti a 5
mila euro lordi come abbiamo fatto noi. Abbiamo proposto di ridurre l’enorme
spesa annua della Camera eliminando sprechi e privilegi, di garantire la
massima trasparenza e accessibilità alle retribuzioni e al trattamento
giuridico dei dipendenti pubblici e ottenere un sistema snello ed efficiente,
basato sul merito, ma non ci avete ascoltato”. Proposte che il Pd bolla come
demagogiche.
(Fonti: Sì24,it,
Il
Fatto quotidiano)
è meglio che i five stars stiano zitti...
RispondiEliminabeccati pure loro a rubare..
Si é chiesto di diminuire gli stipendi alla classe politica, di eliminare le pensioni d´oro e tanto altro. L´attuale governo (invece) ha aumentato tali stipendi e come caramellina fa vedere conti in diminuzione...... peccato che molti credono ancora a fandonie e truffe che normali commercialisti usano per modificare i bilanci di molte aziende.
RispondiEliminaFossi nel M5s o in Grillo,che praticamente è la stessa cosa,mi preoccuperei,visto che ha scartato l'allea<nza,di fare una buona opposizione,e non di arroccarsi al suo,ormai diventato monotono, "Tutti a casa"poiche la POLITICA deve rimanere PUBBLICA e,darla inmano ai Privati significherebbe trasformare una REPUBBLICA in una MONARCHIA O al massimo in una OLIGARCHIA.
RispondiEliminaChissà perché credo a quelli del M5S. Forse perché conosco i politici che abbiamo da anni in parlamento.
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