LE NAZIONALIZZAZIONI MESSE IN ATTO DAL PREMIER EVO MORALES
IN 7 ANNI DI GOVERNO HANNO PORTATO A RISULTATI SORPRENDENTI
Mentre il Venezuela ha perso il suo vate del Socialismo
reale, Hugo Chavez, trovando però in Maduro un successore ancor più agguerrito
e determinato, la Bolivia fa registrare risultati economici sorprendenti sempre
a colpi di Nazionalizzazioni. Con le politiche messe in campo da Evo Morales
eletto nel 2006, lo Stato boliviano controlla ora il 38% dell’economia
nazionale (mentre quando si è insediato la quota era del 15%), con il Pil che è
perfino quadruplicato.
L’ESPROPRIO FORZATO -
Esponendo il modello economico boliviano all’Universidad Gabriel René Moreno di
Santa Cruz, motore economico del paese e roccaforte dell’opposizione
conservatrice, il vice presidente Álvaro García Linera ha precisato che sono
state nazionalizzate in modo progressivo le imprese-chiave dell’economia. In
complesso sono state una ventina, fra cui quelle degli idrocarburi, delle
telecomunicazioni, dell’elettricità, delle attività minerarie, della gestione
degli aeroporti, della produzione del cemento.
Ma c’è l’inevitabile altra faccia della medaglia. Molte di
queste aziende non hanno ancora ricevuto le compensazioni dovute per le
espropriazioni e hanno intrapreso azioni giudiziarie internazionali contro lo
Stato o hanno minacciato di farlo.
GLI EFFETTI ECONOMICI POSITIVI
- García Linera ha motivato le nazionalizzazioni affermando che per la Bolivia
era essenziale trattenere le eccedenze dei diversi settori e trasformarle in
“motore dell’economia nazionale”, che quest’anno registrerà una crescita del
6,8%, la più alta in 28 anni. In vice presidente ha insistito sostenendo che la
crescita non può essere spiegata solo dall’aumento degli introiti del gas
esportato in Brasile e Argentina, ma bensì individuata nel cambio del regime di
proprietà delle aziende strategiche.
Circa otto anni fa il Pil boliviano era stimato in 8
miliardi di dollari; oggi si aggira sui 32 miliardi di dollari.
UN PAESE DALLE GRANDI POTENZIALITA’
NON SFRUTTATE - La Bolivia ha uno dei redditi pro-capite tra i più bassi
del continente. Questo dato contrasta con la grande ricchezza di risorse
naturali e la scarsa densità della popolazione, che potrebbe far pensare ad una
maggior disponibilità economica per gli abitanti. Le ragioni sono evidentemente
da individuarsi nell'arretratezza del sistema produttivo e sociale, ancora
fortemente basato su agricoltura, pesca e allevamento. Senza dubbio ciò è
dovuto all’evidente instabilità politica che ha da sempre caratterizzato il
Paese, in balia di continui colpi di Stato, sommosse e dimissioni. Con Morales
si è intrapreso un cammino se non altro ben delineato, che solo la Storia potrà
giudicare.
Lo Stato ha rubato le imprese.....cosa ci sia di "miracoloso" non riesco a vederlo......
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