lunedì 17 febbraio 2014

PEZZI CHE CADONO, NEGOZI CHE CHIUDONO, BARBONI CHE SPORCANO: LA TRISTE FINE DELLA GLORIOSA GALLERIA UMBERTO I DI NAPOLI

INAUGURATA IL 1890, NASCE FIN DA SUBITO COME RAFFINATA GALLERIA COMMERCIALE. MA DA ANNI VERSA NEL DEGRADO PIU’ TOTALE

Continua, imperterrito, il declino della città di Napoli. Nonostante gli sforzi del Sindaco Luigi de Magistris di dare segnali ottimisti. Oltre agli annosi problemi quali, tra gli altri, la criminalità, i trasporti pubblici inefficienti, le strade piene di buche, la disoccupazione, di recente si sono aggiunti la distruzione di Città della Scienza, i problemi finanziari del Teatro San Carlo e i crolli alla Galleria commerciale Umberto I. Quest’ultimo, storico pezzo della città in declino da anni ormai, tra crolli, negozi che chiudono a causa della crisi e dei fitti alti, sporcizia lasciata dai barboni e rischio scippi per la presenza di baby gag.  

IL DECLINO - A venire giù all'improvviso sono stati due pezzi di decorazione da uno degli archi che si affacciano sul teatro San Carlo. Precisamente si tratta di due frammenti del bassorilievo che orna l'arcata. Tragedia sfiorata, dunque, in uno dei passaggi tradizionali della città che collega via Santa Brigida con il Massimo e piazza del Plebiscito.
Sul posto la polizia municipale e i vigili del fuoco che hanno provveduto a transennare la zona. Ora si aspettano i tecnici della Soprintendenza. A loro saranno consegnati i pezzi caduti, grandi frammenti di fregio che avrebbero potuto uccidere.
Come non bastasse la già in atto desertificazione commerciale della Galleria Umberto I: qui infatti ha chiuso il 20% dei negozi. Negli ultimi mesi hanno infatti abbassato per sempre le saracinesche ben 4 esercizi commerciali: da Luxor Radio a Blunauta fino a Bispoke ed ai Fratelli La Bufala.
I turisti girano all'interno della Galleria tra saracinesche chiuse e spesso venditori ambulanti legati alla criminalità che hanno preso il posto dei negozi che un tempo esercitavano la loro attività nel sito monumentale.
Le coperture in vetro del pavimento danneggiate alcuni mesi fa ancora oggi non sono state sostituite. Bisogna aggiungere anche che la gran parte degli uffici situati in Galleria sono oramai sfitti e abbandonati.
Durante la sera poi la Galleria Umberto I viene presa d' assalto anche da baby gang e clochard che ne aumentano il degrado e l'insicurezza.

LA STORIA - La zona su cui sorge la Galleria era già intensamente urbanizzata nel XVI secolo ed era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che da via Toledo sboccavano di fronte a Castel Nuovo. Questi vicoli godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano taverne (famigerata era la taverna della Cagliantese o Cagliantesa) case di malaffare e vi si consumavano delitti di ogni genere. La fama conquistata dalla zona nei secoli, già nota a Giambattista Basile che immortalò le donne di malaffare del luogo nella sua opera Le muse napolitane, si mantenne per quasi tutto l'Ottocento.
Negli anni ottanta del XIX secolo il degrado toccò punte estreme: nei vicoli si levavano edifici a sei piani, la situazione igienica era pessima e non fa meraviglia che tra il 1835 ed il 1884 in questa area si fossero verificate ben nove epidemie di colera. Sotto la spinta dell'opinione pubblica, dopo l'epidemia del 1884 si cominciò a considerare un intervento governativo.
Nel 1885 fu approvata la Legge per il risanamento della città di Napoli (quel periodo fu appunto detto del risanamento), grazie alla quale la zona di Santa Brigida ricevette una nuova definizione territoriale. Furono presentate varie proposte, il progetto che risultò vincente fu quello dell'ingegner Emmanuele Rocco, poi ripreso da Antonio Curri ed ampliato da Ernesto di Mauro successivamente. Tale progetto prevedeva una galleria a quattro braccia che si intersecavano in una crociera ottagonale coperta da una cupola. Le demolizioni degli edifici preesistenti (ad esclusione del palazzo Capone) iniziarono il 1 maggio 1887 ed il 5 novembre dello stesso anno fu posta la prima pietra dell'edificio. Nel giro di tre anni, precisamente il 19 novembre 1890, la nuova galleria veniva inaugurata.

Oggi si sta tornando indietro, a quel degrado che c’era prima della costruzione della Galleria.


(Fonti: Napolitoday, Wikipedia)

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