Nella Regione
indipendente che rientra nello Stato ucraino, ma che ha la maggioranza di
cittadini russi, la Russia ha inviato in questi giorni 6 mila soldati e alcuni carri
armati, specie nella Capitale Sebastopoli. L’Ucraina parla di invasione, Ue e
Usa sono preoccupate. Intanto, il 30 marzo si terrà il referendum che stabilirà
l’indipendenza o l’annessione all’Ucraina della penisola
Il Presidente russo Vladimir Putin lo aveva annunciato:
“alla fine delle Olimpiadi di Sochi ci occuperemo dell’Ucraina”. Ed è stato di
parola. Certo, quando i giochi sono finiti, le cose sono pure lentamente
tornate alla normalità nel Paese ucraino, con il Presidente Viktor Yanukovich che
si è dato alla fuga. Ma il Paese resta spaccato in due parti, con la parte
orientale storicamente filo-russa che vuole il persistere dei rapporti con la
confinante Russia. A fare da spartiacque, in tutti i sensi, è il fiume Dnepr o
Nipro, il terzo più grande d’Europa. Addirittura nella parte orientale c’è chi
rimpiange perfino la vecchia Unione Sovietica, quando le cose per loro, dicono,
andavano meglio. Non è un caso che in occasione delle elezioni politiche avutesi
dopo il crollo dell’Urss, l’Ucraina è risultata sempre spaccata in due nelle
preferenze, con la parte occidentale più vicina agli oligarchi locali (ultima
la Tymoshenko)
e la parte orientale più vicina ai candidati filo-russi (ultimo Yanukovich).
Comunque per un maggior approfondimento su come stanno le cose in Ucraina,
rimando qui.
In questa sede approfondiamo la questione Crimea, penisola a
sud dell’Ucraina dove si è spostata la crisi russo-ucraina e, di conseguenza,
l’attenzione del Mondo. I media per comodità parlano di “invasione russa”, ma
le cose sono un po’ più complesse e vanno innanzitutto ricercare nella storia
di quella terra.
Storia
della penisola - La Crimea
è una penisola posta sulla costa settentrionale del Mar Nero e a sud
dell’Ucraina. Se territorialmente fa parte dell’Ucraina dal 1954, quando
l’allora Presidente dell’Urss Nikita Kruschev decise di farle un regalo (la
leggenda narra che quando decise ciò fosse ubriaco, cavalcando satiricamente la
sua devozione alla Vodka), amministrativamente è uno Stato indipendente. Coma
San Marino o il Vaticano in Italia, per intenderci. La Repubblica Autonoma di
Crimea misura 26200 km² e la popolazione complessiva di tutta la penisola nel
2007 era di oltre 2 milioni di persone, di cui il 58,5% di etnia russa e per il
24,4% di etnia ucraina. Fino al 19mo secolo a prevalere qui furono i Tartari, ma
prima per la devastante Guerra di Crimea combattuta tra il 1854 e il 1856 tra
l’Impero russo e l’Impero Ottomano, e poi per la massiccia immigrazione russa abbinata
alle deportazioni di massa verso l'Asia centrale effettuate da Stalin (per
punirli per aver combattuto di fianco ai nazisti nella II Guerra mondiale), questa
etnia finì quasi per scomparire. Con il crollo dell'Unione Sovietica i tartari
superstiti tornarono nella loro terra natia. Oggi superano il 10% della
popolazione.
Tra il 1400 e il 1800 questa penisola fu oggetto di disputa
tra l’Impero russo e quello ottomano, finendo in mano al primo ufficialmente
l'8 gennaio 1784. Fu altresì teatro di alcune delle più sanguinose battaglie
della Seconda guerra mondiale.
Oggi la Russia mantiene una certa influenza politica sulla
zona. In Crimea si trova la più grande flotta navale russa, anche per
controllare la situazione sul Mar Nero. La Russia, dunque non vuole perdere
questo pezzo di terra militarmente strategico.
Invasione o
richiesta di aiuto? I media occidentali, specie quelli conservatori,
hanno parlato erroneamente di “invasione russa”. Una frase che serve più per
fare un titolo “a effetto”. Ma per le ragioni di cui sopra, per il fatto che ci
abita una maggioranza di russi, ma soprattutto,
il fatto che sia stato il neo-primo ministro del governo autonomo
filo-russo in Crimea, Sergiy Aksyonov, a esortare Mosca a un intervento per
«ristabilire la calma e la pace» sulla penisola, parlare di invasione è
sbagliato.
Ad ogni modo, il referendum sullo status della Crimea
all’interno dell’Ucraina, come annunciato da Aksyonov, è stato anticipato dal
25 maggio al 30 marzo. Ciò sancirà se questa Penisola debba restare autonoma o
rientrare nello Stato ucraino. Pertanto, è facile immaginare che le tensioni
resteranno alte fino e oltre quella data.
La
telefonata Putin-Obama – Sabato sera, in una telefonata di 90 minuti, il
presidente russo Vladimir Putin ha detto al presidente Usa Barack Obama che
«Mosca si riserva il diritto di proteggere i suoi interessi e gli interessi dei
russi se ci fossero violenze in Crimea e nell’Ucraina dell’est». Lo rivela una
nota del Cremlino. La Casa Bianca ha reso noto invece che Obama ha detto a
Putin che gli Stati Uniti «condannano l’intervento militare russo nel
territorio ucraino»e invitano inoltre la Russia a far calare la tensione
«ritirando le sue forze armate e facendole rientrare nelle basi in Crimea in
modo da fermare ogni loro interferenza in qualsiasi altro luogo all’interno
dell’Ucraina». Il presidente Usa ha aggiunto che «gli Stati Uniti non
parteciperanno alle prossime riunioni preparatorie per il G8. Queste violazioni
continue da parte della Russia del diritto internazionale - sostiene Obama -
porteranno ad una maggiore isolamento politico e economico di Mosca».
Obama ha così incalzato Putin: se la Russia vuole difendere
le popolazioni di etnia russa e minoritarie in Ucraina, lo faccia in modo
appropriato e pacifico, attraverso l’impegno diretto del governo dell’Ucraina e
l’invio di osservatori internazionale sotto l’egida del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite o dell’Osce».
La
posizione dell’Ue - Il
«ministro degli esteri» Ue Catherine Ashton «deplora» la decisione russa di
usare le forze armate in Ucraina, lancia un appello a Mosca affinché ciò non
avvenga e giudica «inaccettabile» qualsiasi violazione dell’unità, sovranità e
integrità territoriale dell’Ucraina. Dura anche la reazione del presidente
dell’Europarlamento Martin Schulz: «L’integrità territoriale dell’Ucraina va
rispettata. Dobbiamo dire al Governo russo che non accetteremo violenze. Deve
essere garantita l’autodeterminazione dell’Ucraina». Un Consiglio dei ministri
degli Esteri Ue straordinario potrebbe essere convocato già per lunedì.
Il ministro egli Esteri greco e presidente del Consiglio dei
ministri esteri Ue Evangelos Venizelos domenica sarà a Marioupol, dove vive una
folta comunità di origine greca e a Kiev, dove vedrà leader politici ed
istituzionali ucraini.
Fonti diplomatiche dell’Eliseo hanno riferito alla France
Presse che la decisione di sospendere la partecipazione alle riunioni del G8 è
stata presa dal presidente Hollande e dal ministro degli esteri Fabius. Per
quanto riguarda la Gran Bretagna, la stessa decisione è stata comunicata dal
Foreign Office ed è stata ribadita dal ministro degli Esteri, William Hague,
poi partito per Kiev..
In Italia si è tenuto un vertice tra il premier Matteo Renzi
e le ministre della Difesa e degli Esteri, rispettivamente Roberta Pinotti e
Francesca Mogherini.
Mentre la Cancelliera tedesca Angela Merkel frena su una
possibile sospensione della Russia dal G8. Confida in un prossimo incontro con
Putin, ma ha avuto anche parole dure nei suoi confronti: “è fuori dalla
realtà”.
La paura di
Kiev - Subito dopo il via
libera del Senato russo all’intervento militare nell’ex repubblica sovietica,
Klitschko, Premier momentaneo dell’Ucraina, ha detto: «Il Parlamento deve
chiedere al comandante in capo dell’esercito di dichiarare la mobilitazione
nazionale, dopo l’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina». E con un
decreto il premier Iatseniuk ha definito «inaccettabile» la presenza di soldati
russi nel centro delle città dell’Ucraina. Sollecitando Mosca a cessare ogni
operazione militare. Kiev, ha aggiunto il premier, non cederà alle
«provocazioni». Il ministro della Difesa ucraino, Igor Tenyukhe ha aggiunto che
Mosca, oltre ad aver portato il contingente russo in Crimea ad un totale di
«6.000 soldati... ha spostato dalle loro basi abituali 30 blindati». Il Paese
ha mobilitato i suoi riservisti.
Per quanto ci riguarda, la crisi in Crimea può avere pesanti ripercussione economiche.
Il problema dell' Ucraina è che come il Belgio è stato creato per essere uno stato cuscinetto, perciò preda di opposte pulsioni e visioni, una cosa è certa se hanno diritto all'autodeterminazione gli ucraini ce l'hanno anche i filo-russi. Ci sarebbe poi da chiedersi perché il Kossovo debba essere indipendente ed eventualmente la Crimea no. Forse Putin sta dalla parte sbagliata della storia, ma Obama ha una faccia di Bronzo incredibile, pari solo all'ipocrisia del mondo occidentale.
RispondiElimina"se hanno diritto all'autodeterminazione gli ucraini ce l'hanno anche i filo-russi."
RispondiEliminaA parte che i "filo-russi" sono ucraini anche loro. questo discorso ha una sua logica, ma allora dovrebbe valere per ogni singolo popolo (da noi quelli del nord o i vecchi borbonici ad esempio).
Il Kosovo è diventato indipendente, dopo una guerra civile interna che ha "sezionato" la vecchia Jugoslavia... capirai che sono due cose ben diverse e maturate in decenni...
Premesso che Putin secondo me tutto è, tranne che un filantropo a cui importa dell'autodeterminazione dei popoli.... Sono d'accordo con te per quanto riguarda la seconda ipotesi, anche memore dell'atteggiamento da conquistador nella vicenda in Georgia...mi pare abbastanza lapalissiano che Putin abbia interesse a ricomporre l'urss.. quello che non capisco è se i potenti del mondo facciano finta di non vedere a causa degli accordi economici con la Russia o se semplicemente stiano sottovalutando la faccenda.... ma propendo per la prima, sinceramente.
RispondiEliminaE mo sono cazzi|
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