TRA I NOMI CHE HANNO SCATENATO INDIGNAZIONI QUELLI DI SIMONA
VICARI, FRANCESCA BARRACCIU, COSIMO FERRI, Umberto
Del Basso De Caro, RICCARDO NENCINI E SOPRATTUTTO ANTONIO GENTILE, COSTRETTO A DIMETTERSI LUNEDI'
Sulla squadra del neonato Governo Renzi ho già detto tanto,
lasciando in sospeso la nomina dei Sottosegretari e Vice Ministri che in
quell’occasione aveva da venire dopo qualche giorno. Bene, anche quella è
arrivata, confermando quanto già detto in precedenza; e cioè che anche
l’esecutivo di colui che si professa come il rottamatore e l’innovatore è stato
costruito col solito sistema italiano basato su parentopoli, amicopoli e
spartitopoli. Il Governo Renzi è stato chiamato anche Napolitano III, ma potrebbe
essere definito pure Monti bis o Letta bis. E perché no, anche Governo Benjamin
Button, per il suo essere nato già
vecchio, senza però neppure avere la dote di ringiovanire come il personaggio
interpretato da Brad Pitt. Comunque, vediamo chi sono i nuovi Sottosegretari e
Vice Ministri; o più precisamente, quelli che hanno scatenato maggiori indignazioni. Tra loro, uno ha dovuto dimettersi subito: Antonio Gentile, senatore e coordinatore del Nuovo Centrodestra in Calabria, noto alle cronache come l'uomo che due settimane fa, per evitare la pubblicazione sul quotidiano L'Ora di un articolo sul coinvolgimento del figlio Andrea nell'inchiesta sulle consulenze d'oro elargite dall'Asl di Cosenza, attraverso un intermediario, avrebbe fatto pressioni su editore e direttore del giornale.
Che poi, misteriosamente, l'indomani in edicola non arrivò neppure, bloccato da un guasto notturno alle rotative seguìto (casualmente?) al rifiuto di togliere dalla prima pagina il pezzo del disonore. Gentile si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.
SIMONA VICARI E FRANCESCA BARRACCIU -
Fuori la dalemiana Marta Dassù, vice agli Esteri nel governo Letta. Dentro
(allo Sviluppo) Simona Vicari, la berlusconiana pentita che sfoggiò in Aula,
nei giorni del voto per il Quirinale, la t-shirt con la scritta «Il diavolo
veste Prodi». Fuori Cécile Kyenge e Cecilia Guerra, che il Pd modenese
ringrazia «per aver lavorato bene, in settori fondamentali» come
l’integrazione, il welfare e le pari opportunità.
E dentro, tra le polemiche, l’eurodeputata Francesca
Barracciu. Renzi le aveva chiesto di ritirarsi dalla corsa per la presidenza
della Sardegna a causa dell’inchiesta sui fondi regionali e adesso molti si
chiedono «perché in Sardegna no e al governo si?». La risposta sta in una
parola sola, con la quale gli scontenti spiegano siluramenti e promozioni:
compensazione. Un metodo che ha «segato» le aspettative di Eugenio Giani,
mancato sindaco di Firenze (che ora spera in un ripescaggio allo Sport) e
risarcito l’altro renziano Roberto Reggi, silurato a suo tempo dalle liste del
Parlamento: un ingegnere elettrotecnico all’Istruzione.
COSIMO FERRI E I DUE SOCIALISTI
- I siti si soffermano anche su Cosimo Ferri, entrato già nell’esecutivo Letta
in barba alle intercettazioni dello scandalo Calciopoli. E con Renzi arriva al
governo il penalista beneventano Umberto Del Basso De Caro, tirato dentro alla
«Rimborsopoli» campana con il sospetto di peculato. Un ventennio addietro fu
protagonista della «storica» difesa di Bettino Craxi nella Giunta per le
autorizzazioni: «È un perseguitato!».
Un altro che viene da quella storia, il leader del Psi
Riccardo Nencini, si ritrova viceministro alle Infrastrutture (al posto del
sindaco di Salerno Vincenzo De Luca) e pazienza se puntava alla Cultura:
«Proverò a coniugare l’arte con il cemento armato». E la storia dei 456 mila
euro che ha dovuto restituire al Parlamento europeo? «Tranquilli, nessun avviso
di garanzia... È solo una pratica amministrativa con ricorso pendente».
Il parere dei partecipanti al voto cambia in base alla fascia d'età. Se 3 giovani su 4 sono d'accordo in parte sulla squadra del Governo Renzi, alla maggioranza degli adulti non piace. Soddisfatti invece gli over 55.
(Fonti: Corriere
della sera, Il
Giornale)
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