LA CORTE
COSTITUZIONALE ha di fatto eliminato il divieto di eterologa, ovvero il ricorso
a donatori di gameti al di fuori della coppia nei casi di infertilità assoluta.
UN’ALTRA BOCCIATURA DOPO LA FINI-GIOVANARDI
Dopo la Fini-Giovanardi,
un’altra legge del Governo Berlusconi viene smantellata dalla Corte
Costituzionale perché illegittima: la Legge 40. Una seconda bocciatura che da’
ragione a quanti la ritenevano minante i diritti civili delle coppie desiderose
di avere un figlio non riuscendoci in modo naturale, e costrette ad espatriare.
Secondo la Consulta il divieto è incostituzionale. Sancendo l’illegittimità
della norma, la Consulta quindi ha di fatto eliminato il divieto di eterologa
(ovvero il ricorso a donatori di gameti al di fuori della coppia nei casi di
infertilità assoluta), completando il processo di smantellamento della legge 40
che va avanti ormai da anni. Da oggi quindi sarà possibile ricorrere – su suolo
italiano – alla donazione di ovociti e spermatozoi, in centri sia pubblici che
privati, senza bisogno di varcare i confini nazionali, come invece erano
costrette a fare che coppie che si vedevano negato il diritto di genitorialità
per impossibilità di ricorrere all’eterologa.
CHI PUO’ ACCEDERE ALLA PROCREAZIONE
ASSISTITA - L’accesso alla legge 40 che regolamenta la procreazione
medicalmente assistita (pma) è riservato alle coppie infertili. Questo
significa che le coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche, e che
potrebbero beneficiare della procreazione medicalmente assistita e quindi della
diagnosi pre-impianto, non possono usufruire della fecondazione assistita. Dopo
però che il Tribunale di Roma ha sollevato dubbi di costituzionalità in merito
alla questione all’inizio di quest’anno si attende ora il parere della
Consulta, dopo la bocciatura arrivata nel 2012 anche dalla Corte europea dei
diritti dell’uomo. È vietato e rimane in vigore inoltre l’accesso alla pma per
single e coppie dello stesso sesso.
IL NUMERO DI EMBRIONI - Il
divieto di produzione di più di tre embrioni è stato tra i primi paletti delle
legge 40 a cadere, con la sentenza della corte costituzionale 151/2009 insieme
al quale cadeva anche l’obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni
prodotti. “Si possono fecondare più di tre ovociti per volta, anche tutti
quelli prodotti dalla donna se il medico lo considera utile per migliorare le
possibilità di successo”, ci raccontava qualche tempo fa Andrea Borini
presidente dell’Osservatorio del turismo procreativo e della Società italiana
fertilità e sterilità: “È il medico, insieme alla donna, a decidere quanti
embrioni trasferire in utero: non più, quindi, tutti quelli fecondati, ma solo
quelli che si ritengono in numero appropriato, per avere le più alte
probabilità di successo e cercare di evitare una gravidanza multipla”, e tutte
le sue complicazioni. Con la sentenza 151/2009 la legge 40 subisce un radicale
cambiamento.
LA SODDISFAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI - “La sentenza di oggi della Corte
costituzionale che ha cancellato il divieto di eterologa previsto dalla legge
40 del 2004 ha valore di legge e non è oppugnabile. Da oggi non potrà mai più
essere emanata dal Parlamento una legge che prevede il divieto di fecondazione
di tipo eterologa. Tale decisione vale per tutti i cittadini italiani che hanno
problemi di sterilità. Nessun vuoto normativo, ma con la legge 40 così
modificata garanzie per i nati e per le coppie”, hanno fatto sapere in un comunicato
dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali del
procedimento di Firenze che per primo ha sollevato il dubbio di legittimità in
merito al divieto di eterologa. Una vittoria sulla legge 40, a dieci anni dalla
sua entrata in vigore dunque. Dieci anni in cui la legge 40 è stata fatta
letteralmente a pezzi.
Ora resta da vincere la battaglia relativa all’utilizzo
degli embrioni per la ricerca.
In realtà si tentò di modificare la legge anche tramite un
Referendum, che però ebbe un quorum molto basso. All’epoca purtroppo non
c’erano ancora i Social network decisivi oggi per il passa parola, la
propaganda e l’informazione. Come dimostrato in occasione dei quattro quesiti
referendari di tre anni fa.
Ora tocca al Parlamento colmare i vuoti che la sentenza
della Corte ha creato nella Legge. E qui viene il bello, anzi, il brutto.
(Fonte: Wired)
Tse... 'sti Giudici di Sinistra... ;-)
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