lunedì 28 aprile 2014

MORTO VUJADIN BOSKOV, IL FILOSOFO GENUINO DEL CALCIO

SI E’ SPENTO A 82 ANNI A BEGEC, CITTA’ CHE GLI DIEDE I NATALI. IN ITALIA VINSE UNO SCUDETTO E ALTRI TROFEI CON LA SAMPDORIA. MA DIVENNE FAMOSO ANCHE PER LE SUE FRASI CELEBRI

E così se ne è andato anche Vujadin Boskov, e con lui, un altro pezzo di quel calcio genuino sempre più in estinzione. Aveva 82 anni (ne avrebbe compiuti 83 il prossimo 16 maggio), consumato da una lunga malattia. Si è spento a Begeč, villaggio a 15 km da Novi Sad in Voivodina (Serbia) che gli diede anche i natali. In Italia ha allenato diverse squadre, ma si è distinto soprattutto alla guida della Sampdoria, con la quale ha vinto vari titoli tra cui uno scudetto nel 1991. Ma è diventato famoso anche per le sue simpaticissime massime.

I SUCCESSI CON LA SAMP - In Italia ha allenato Ascoli, Roma, Sampdoria, Napoli e Perugia. Con il club blucerchiato Boskov, conquistò come detto uno storico scudetto nel 1991, arrivando anche in finale di Coppa dei Campioni l’anno dopo, sconfitta dal Barcellona. Ad Ascoli nella stagione 85-86, conquistò la promozione in Serie A. Sulla panchina blucerchiata vinse anche la Coppa delle Coppe (1990), due Coppe Italia (1988 e 1989) e una Supercoppa italiana (1991).
Ad Ascoli nella stagione 85-86 conquistò la promozione in Serie A. A Roma, dove allenò una sola stagione (1992-93) ebbe comunque il merito di far esordire in serie A un sedicenne Francesco Totti. All’estero, Boskov ha centrato la Coppa d’Olanda con il De Haag (1975), la Liga e due Coppe del Re in Spagna con il Real Madrid, dove arrivò anche in finale di Coppa dei Campioni. 
All’estero, Boskov ha centrato la Coppa d’Olanda con il De Haag (1975), la Liga e due Coppe del Re in Spagna con il Real Madrid, dove arrivò anche in finale di Coppa dei Campioni. Ha guidato anche Feyenoord, Vojvodina e la Nazionale jugoslava.

LE FRASI CELEBRI – Ecco una lista delle sue frasi più celebri, che lo hanno reso famoso:
Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili.
Pallone entra quando Dio vuole.
Rigore è quando arbitro fischia.
La partita finisce quando arbitro fischia.
Se io sciolgo il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo [giocatore all'epoca del Genoa]. [Rettifica successiva] Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane.
Senza dissiplina vita è dura.
Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma anche compagni.
Squadra che vince non si cambia.
Io penso che per segnare bisogna tirare in porta.
Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello! [ad un giornalista che gli aveva detto che il suo Napoli sarebbe retrocesso]
Meglio perdere 4-0 che perdere 5-0. [al termine di Inter–Napoli terminata 4-0]
Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0.
No serve essere 15 in squadra se tutti in propria area.
Non si possono prendere quattro gol contro aversari che passano tre volte nostra metà campo.
Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare.
Rigore è quando arbitro dà, non quando guardalinee dà.
Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri.
Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l'anno dopo le metti nell'armadio.
In campo sembravamo turisti. Con la differenza che per entrare allo stadio non abbiamo pagato il biglietto.
Gullit è come cervo che esce di foresta.


(Fonti: La Stampa, Panorama)

4 commenti:

  1. un filosofo divertente...
    rigore è quando arbitra fischia, è storica..

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  2. mi dispiace, mi era molto simpatico, ma ha fatto una bella vita, 81 anni d'altronde...

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  3. famosa la sua frase " rigore e' quando arbrito fischia" . Mentre quando non fischia e' pagato, questa l'ho aggiunta io.

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