TRA SCAVI ARCHEOLOGICI, CASTELLI E PALAZZI, IL COMUNE GODE
DI UN TESORO NON SFRUTTATO
Quando si sente parlare di Nola, a tanti viene in mente la
plurisecolare “Festa dei Gigli” (diventata peraltro patrimonio Unesco) e il
filosofo Giordano Bruno al quale essa ha dato i natali. Ma null’altro (per
carità, non certo poco). Ma questo Comune in Provincia di Napoli, non lontano
da quella casertana e avellinese, dove risiedono importanti realtà commerciali
(vedi il pluridecennale Cis o il Vulcano Buono) e industriali (sebbene da anni
in affanno), vanta sul proprio territorio svariati siti culturali molto
importanti, che potrebbero fruttare anche un rilevante turismo di massa. Ma giacciono
nel degrado e nel dimenticatoio.
UNO SCRIGNO RIMASTO CHIUSO - Dal
villaggio preistorico unico in Europa e ormai sepolto dalla falda acquifera, a
Castel Cicala, uno dei posti prediletti da Giordano Bruno; dall’anfiteatro
romano alle rovine di un castello medievale in pieno centro cittadino. A Nola
non mancano i monumenti; a latitare, finora, è la volontà di recuperarli e
renderli fruibili al pubblico.
Viene definita la "Pompei della Preistoria", per i
pregiatissimi ritrovamenti paleocristiani ora conservati nel Museo Archeologico,
che se non altro funziona. Ma anche il suo passato remoto è di tutto rispetto:
la città fu fondata dagli Ausoni nell'VIII secolo a.C., qualche decennio prima
della nascita di Roma. Fu importantissima prima e durante l'impero romano.
Come abbiamo detto, Nola ha dato anche i natali al filosofo
Giordano Bruno, arso vivo dalla Chiesa romana per le sue idee bollate come
eretiche. Importante è altresì la Festa dei gigli, che dura per tutto il mese
di giugno.
Il prossimo 25 maggio ci saranno le elezioni amministrative.
Speriamo che chi guiderà la città faccia qualcosa per valorizzarne i tesori. Ma
ho i miei dubbi.
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