A MOLTI ONOREVOLI NON PIACE L’ISOLAZIONISMO IMPOSTO DA
VENDOLA IN PARLAMENTO, NONCHE’ L’APPOGGIO ALLA LISTA TZIPRAS PER LE EUROPEE
Sinistra, ecologia e libertà destinato a diventare un partitino
come Rifondazione? Può darsi. Già i risultati alle Primarie del centrosinistra
del leader Nichi Vendola prima, e il misero 3% incassato nelle ultime elezioni
politiche poi, sono state due spie importanti del ridimensionamento in corso. A
ciò poi occorre aggiungere che diversi parlamentari pensano di lasciare il
partito, sostenendo i famosi 80 euro promessi da Renzi in busta paga, pronti a
creare una formazione interna al Pd alleandosi con Civati.
LE RAGIONI DEL MALCONTENTO -
Il dialogo con Matteo Renzi è stato già avviato. Il primo tassello della
diaspora, i dissidenti di Sel, sono pronti a metterlo tra pochi giorni. Non
appena in Parlamento si discuterà del decreto sugli 80 euro in busta paga. Il
provvedimento è approdato ieri in Senato. “Sarà guerra”, dice un parlamentare
che preferisce mantenere l’anonimato, “perché la direzione di Sel non è ancora
convinta se votare a favore. Noi invece – e siamo una ventina – vogliamo
sostenere questo provvedimento con il nostro voto”. Non si tratta di una “semplice”
spaccatura. È l’inizio di un esodo. E c’è chi azzarda l’ipotesi di una
drammatica accelerazione. “Siamo pronti a passare nel Pd. Le trattative sono in
corso. Anche prima delle elezioni europee, se necessario”.
Di certo, l’argomento in questi giorni sta tenendo banco. E
il riferimento alle elezioni europee del 25 maggio, ovviamente, non è un
dettaglio. L’ala del partito legata a Gennaro Migliore – contrapposta ai
fedelissimi di Nichi Vendola e Nicola Fratoianni – non ha mai gradito
l’appoggio di Sel alla Lista di Alexis Tzipras, preferendo sostenere il tedesco
Martin Schulz. Il motivo: da un lato l’allontanamento, in Europa, dal Pse;
dall’altro il rischio di una sconfitta, poiché è difficile che la Lista Tsipras
riesca a superare lo sbarramento del 4 per cento.
Le spinte e i malumori arrivano anche dai territori: “La
scelta – sostiene la nostra fonte – è dettata anche da pressioni della base del
nostro elettorato: ci chiedono di essere una forza di governo e non più solo di
opposizione”.
CHI POTREBBE FARE IL SALTO - Alla
camera si contano circa la metà dei deputati pronti a passare nel Pd. Secondo
le indiscrezioni tra i dissidenti figurano il capogruppo di Sel alla camera dei
deputati, Gennaro Migliore, il tesoriere del partito Sergio Boccadutri, Claudio
Fava, Nazzareno Pilozzi, Gianni Melilla, Martina Nardi, Ileana Piazzoni,
Ferdinando Ajello. Nell’altro ramo del Parlamento, invece, sarebbero tre i
senatori pronti a passare nel partito di Matteo Renzi: Massimo Cervellini,
Peppe De Cristofaro e Luciano Uras.
Forti segnali di rottura si sono del resto registrati già
durante il congresso di Sel – con la storica rivalità tra Fratoianni e Migliore
che risale ai tempi di Rifondazione comunista – che ha rieletto Nichi Vendola
segretario del partito. In quella sede Vendola chiuse a ogni possibile accordo
con il governo.
Non aiuta, infine, la spinosa questione legata all’Ilva di
Taranto, che sta logorando da tempo la figura del “filosofo con l’orecchino”.
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
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