mercoledì 31 dicembre 2014

NORMAN ATLANTIC, TRAGEDIA ANNUNCIATA: 6 CAMBI DI PROPRIETA’ IN 5 ANNI, SCARSA MANUTENZIONE

LA NAVE, RICONVERTITA IN TRAGHETTO, E’ PARTITA DOMENICA ALL’UNA E MEZZA DALLA GRECIA DIREZIONE ANCORA

Mentre è ancora in corso (e chissà ancora per quanto) il processo relativo alla tragedia della Costa Concordia, che tra qualche settimana compirà un triste terzo anniversario, un’altra tragedia si è consumata nelle acque italiane o quasi; sulla sponda opposta a quella dell’Isola del Giglio, nel Mar Adriatico. Questa volta non ci sono Comandanti imprudenti e fuggiaschi, ma ad affondare la nave di turno, la Norman Atlantic, riconvertita poi in traghetto, è stato un incendio. L’imbarcazione è partita domenica notte alle 1.30 dal porto di Igoumenitsa, Grecia, diretta ad Ancona. Ma qualcosa è andato storto: alle ore 4.30 nei pressi dell’isola greca di Othonoi sono iniziate a divampare le fiamme. Dopo tre ore cominciano ad arrivare i soccorsi, tra navi ed elicotteri. Lunedì alle 18.30 la nave San Giorgio partita da Brindisi comincia ad accogliere i naufraghi. L’incendio viene domato definitivamente un paio di ore dopo. Ieri poi è giunta un’altra nave da Singapore. Il comandante Argillo Giacomazzi, già ribattezzato l’anti-Schettino, è l’ultimo ad abbandonare la nave alle ore 14.05. Le vittime sono ad oggi 11, tra cui tre italiani, di Procida. Sulla nave erano presenti 499 persone e ne mancano all’appello 179. La storia recente della Norman Atlantic desta però sospetti su presunte responsabilità dei proprietari.

I TROPPI CAMBI DI NOME E PROPRIETA’ - Lo stato di salute della Norman Atlantic era stato certificato da Rina Services - ​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​ società del gruppo Rina, che cura i servizi di classificazione navale, certificazione, verifica di conformità, ispezione e testing . Dai controlli effettuati risultava in grado di navigare in sicurezza. Il certificato di classe e il certificato sicurezza passeggeri erano stati rinnovati nel luglio 2014. Rina Services scrive nella scheda della Norman Atlantic che "secondo le informazioni in possesso di Rina la nave non ha prescrizioni a carico". Costruita dai Cantieri Navali di Porto Viro (Rovigo) nel 2009, la Norman Atlantic e' proprieta' della Visemar di Navigazione srl di Porto Viro. In soli cinque anni la nave ha già cambiato nome tre volte. Quando è stata varata  il suo nome era Akeman Street, poi era stato modificato in Scintu, a gennaio di quest’anno era stata rinominata con Norman Atlantic
La nave risulta oggi di proprietà di Visemar di Navigazione. Prima risultava noleggiata alla società T-Link, quindi a Siremar, poi a Gnv e a Moby, quindi a LD Lines e più di recente a Caronte and Tourist. Sei cambi di proprietà in soli cinque anni.  Lo scorso 19 dicembre 2014, spiega Carlo Visentini, amministratore delegato della Visentini Group, “il traghetto è stato sottoposto ai periodici controlli di funzionalità, come previsto dalle procedure, nel porto di Patrasso. Controlli che hanno confermato lo stato di piena
funzionalità della nave”. L’armatore conferma comunque che nel corso delle verifiche era stato riscontrato un lieve malfunzionamento di una delle porte tagliafuoco, la numero 112, situata al ponte numero 5, ponte sovrastante a quello da dove sembrerebbe, con le informazioni finora disponibili, essersi sviluppato l’incendio. “Ma è stato immediatamente eliminato a soddisfazione degli organi ispettivi competenti e la nave ha potuto prendere servizio”. Sul Norman Atlantic, conclude l’armatore, “vi sono un totale di 160 fra porte e aperture tagliafuoco”.
Tra le cause dell’incendio al momento si ritiene che sia scoppiato nell’area garage trasformando la nave in un inferno di fiamme e fumo. Secondo quanto riferito da alcuni camionisti dei Tir stipati nella stiva della nave, “la parte alta dei mezzi pesanti faceva attrito col soffitto del garage, i tir erano carichi di olio e schiacciati come sardine, ballavano per le onde alte”, hanno detto al telefono al quotidiano greco To Vimae e riportato da Il Fatto: “Facile che una scintilla sia partita da lì”.

LE TROPPE DOMANDE - Ancora una volta è stato provato  che la ricerca del profitto, da parte degli armatori, è incompatibile con la sicurezza in mare, è incompatibile con le misure necessarie per proteggere la vita in mare.
E’ evidente, che i naufragi, gli incendi, ecc,  sono causati dalle gravi omissioni sulla sicurezza della navigabilità che producono gravi conseguenze per passeggeri e equipaggi.
L’incendio scoppiato all'alba di Domenica 28 dicembre 2014, nel garage della nave «NORMAN ATLANTIC» - battente bandiera italiana, di proprietà di «Visemar DI NAVIGAZIONE SRL», che è stata noleggiata dalla società  greca ANEK- ha messo a rischio la vita dei 478 passeggeri e uomini dell’equipaggio.
Questo ulteriore disastro impone seri interrogativi, a cui rispondere con precisione e la necessità di verificare rigorosamente se vi sia stato il rispetto delle norme di sicurezza della navigazione e di tutela della vita umana in mare.
In primo luogo, quali sono le vere cause dell'incendio, se i mezzi antincendio erano efficienti, se erano presenti le paratie antincendio della nave e perché non è stato possibile contrastare l’incendio dall’inizio?
In secondo luogo, dato che qualsiasi ritardo in caso di incendio comporta enormi rischi per la vita delle persone a bordo, perché, anche se l'incendio è scoppiato circa alle 4:00 di Domenica 28 dicembre, sono stati portati sulle scialuppe solo 150 passeggeri?  Lasciando a bordo un gran numero di passeggeri  pur essendo  in una zona (al largo di Corfù), dove, nonostante le specifiche condizioni meteorologiche avverse (senza esagerazioni), sarebbero potute intervenire con tempestività, nelle operazioni di salvataggio, velieri, navi da guerra, rimorchiatori e elicotteri off-shore?
In terzo luogo, qual è la storia della nave? Se è stata riconvertita in un traghetto, è giustificata la presenza di un numero così grande di passeggeri e veicoli? La struttura della nave era adeguata?  Gli strumenti di salvataggio erano  sufficienti? E hanno funzionato?
In quarto luogo, cosa c’è dietro le ispezioni della nave, come sono state affrontate le osservazioni fatte durante l’ispezione del 19 dicembre 2014 dall'Autorità Portuale di Patrasso? Osservazioni che erano molto gravi per quanto riguarda la navigabilità della «NORMAN ATLANTIC» e che sono disponibili sul sistema "EQUASIS" www.equasis.org.

IL PUNTO DI VISTA DEI VIGILI DEL FUOCO - Sull'incendio che ha devastato la nave Norman Atlantic dicono la loro dei soggetti troppe volte inascoltati: i vigili del fuoco. Qui di seguito una nota emessa dalla Usb dei Vigili del Fuoco sulla vicenda:
"Sono anni che nel nostro paese assistiamo ad incidenti di navi o traghetti che transitano in una penisola dove il 90% è circondata da acque. Eppure ogni volta siamo sempre a partire dall’abecedario.
Come vigili del fuoco ci confrontiamo ogni giorno con problemi vecchi in materia di soccorso a mare, ogni incidente si parte sempre dall’inizio, si gestisce alla meno peggio il soccorso alle persone dopodiché tutto ricade nel dimenticatoio, nessuno che parla di prevenzione e soccorso a mare nel nostro paese.
Ma ce di più nel nostro paese circondato da acque e ricco di fiumi il governo ha pensato bene di ridurre le attività marittime dei vigili del fuoco chiudendo nuclei su nuclei dai sommozzatori ai portuali!.
Perché il corpo nazionale non è interessato nei collaudi delle navi che traghettano persone e beni?
Perché non è il Dipartimento ( ?) che decide quali sono i sistemi antincendio sulle navi?
In Italia ci sono centinaia di enti che sono responsabili della sicurezza delle navi nessuno responsabile della sicurezza dei passeggeri e dei loro beni
Il Corpo Nazionale è di fatto messo in ginocchio dalla politica del risparmio che ha messo in piedi un progetto di abbandono da parte dei V.F. delle unità navali di grandi dimensioni e di stipula di convenzioni inerenti gli interventi in mare con le Capitanerie di Porto.
Ricordiamo che il personale VF imbarcato su mezzi navali di altri enti (CP o altro), in caso di necessità, non avranno garantita un'alimentazione idrica adeguata o un'erogazione sia dinamica che quantitativa di schiuma ora presente sulle grandi unità VF.- in altura, le imbarcazioni traghettatrici non potranno far fronte alla ricarica degli autoprotettori o delle bombole SMZT garantendo il ripristino di tali dispositivi- nel caso di interventi antiaffondamento in altura, le dotazioni e le pompe di esaurimento dei mezzi traghettatori non riusciranno a garantire i volumi di aspirazione necessari - non sono presenti a bordo dei mezzi navali di altri enti gru o altri impianti di sollevamento per issare a bordo di una nave incidentata i materiali VF o per recuperare eventuali relitti.
E’ utile sottolineare che molto presto verrà chiuso definitivamente il nucleo sommozzatori di Brindisi la struttura portuale in una zona dove è altissimo il numero di traghetti in transito specie durante l’estate.
Come USB VVF ci chiediamo chi ha autorizzato dopo una certa data l’aumento di passeggeri o di mezzi imbarcati, chi ha effettuato il collaudo antincendio. Semplicemente perchè se avesse funzionato l’impianto interno antincendio non avremmo assistito a quelle fiamme e quel fumo attaccato solo dall’esterno della nave, con quelle condizioni metereologiche, avremmo visto attenuarsi piano piano sia le fiamme che il fumo!"
Affermiamo con elementi certi e cognizione di causa che la tanto conclamata sicurezza della navigazione marittima conclamata sulla carta dalle autorità italiane non esiste.”


2 commenti:

  1. ma infatti, certe cose raramente succedono per caso.. spero accertino le responsabilità, non è possibile viaggiare -nel Mediterraneo! non nell'oceano- con queste insicurezze!

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  2. Sembra che la tratta Patrasso-Ancona (con fermata in Albania) sia super-frequentata dai clandestini!! Mi dispiace per i morti, ma adesso le autorità dovranno, per forza, controllare (e comunque ci sono 3 paesi coinvolti, non solo l'Italia, ma anche la Grecia e l'Albania). Helena [www.ilraggiodiluce.net]

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