giovedì 7 maggio 2015

La previsione tragica del Presidente di Bankitalia Visco: Italia verso disoccupazione di massa. I motivi

NE HA PARLATO DURANTE la presentazione di un libro all'interno della Luiss

E' come se lo avesse detto tra i denti, senza clamore. Eppure le sue parole pesano come macigni, sia perché dette da una persona competente, sia perché ben argomentate. Il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha colto un'occasione "frivola" come la presentazione di un libro all'interno della Luiss per dire che l'Italia si appresta ad avere una disoccupazione di massa. Dicendo anche il perché. Certo, sarebbe stato molto meglio se lo avesse fatto in un convegno di Confindustria, il meeting di Comunione e liberazione o un qualsiasi incontro con presenti anche Renzi e Padoan. E invece le sue parole sono passate quasi inosservate, sebbene prevedano un tragico futuro.

NON SI E' INVESTITO SULLE TECNOLOGIE - La tesi di Visco è semplice: la disoccupazione non potrà che aumentare, perché le imprese hanno evitato di investire in tecnologie innovative, avvantaggiate com'erano da governi che hanno puntato tutto - come le stesse imprese peraltro chiedevano - sulla "flessibilità del lavoro". Anzi su quel particolare «modo in cui abbiamo reso flessibile il mondo del lavoro: per una piccola impresa che non aveva possibilità di fare investimenti è convenuto assumere con contratti part-time e precari giovani pagati poco per fare le stesse cose che facevano gli anziani».
Il risultato è che abbiamo aziende con linee produttive arretrate e che fanno, in media, prodotti non innovativi, quindi non competitivi, se non con le produzioni di bassa fascia di alcuni paesi emergenti che però possono vantare ancora un costo del lavoro più basso nonostante il differenziale si sia molto ridotto per il contemporaneo innalzzamento dei salari laggiù e la compressione/riduzione qui.
Il futuro si annuncia dunque plumbeo sia sul fronte della crescita del prodotto interno lordo che su quello dell'occupazione. Anzi, secondo Visco si rischia seriamente una "disoccupazione di massa" di lunghissima durata («L’innovazione crea nuovi lavori,- ma senza creare le condizioni per fare quei lavori, rischiamo una disoccupazione di massa in un tempo di transizione che non sarà così breve»).

SBAGLIATO PUNTARE SUL LAVORO FLESSIBILE - Senza affatto entrare nel merito delle cause strutturali della crisi globale, il Governatore ha colpito soprattutto il pilastro che ha sorretto l'azione dei governi dell'ultimo quarto di secolo, dagli accordi di Maastricht ad oggi, Renzi ovviamente compreso, perché privilegiando quel tipo di flessibilità (lavoro a basso salario, senza diritti, con poche o nulle competenze) hanno di fatto "disincentivato gli investimenti". La classe imprenditoriale nazionale è diventata - o meglio è rimasta - una mediocre congrega di "furbetti del quartierino", capace di costruirsi una relazione privilegiata con i partiti al governo finalizzata ad ottenere aiuti a pioggia e "riforme" in grado di fornire all'azienda "il colpo in canna" puntato alla testa dei dipendenti. Ma assolutamente incapace, tranne le solite rare eccezioni, di innovare; quindi di costruire il proprio stesso futuro. Figuriamoci quello del paese nel suo complesso.
Peggio ancora. «È un dato di fatto - ha spiegato Visco - che la popolazione italiana è altamente in ritardo nel cogliere i vantaggi delle nuove tecnologie». Tutto il sistema dell'istruzione, insomma, è inadeguato a tenere il passo dell'evoluzone. Questo deficit ha sicuramente la causa originaria nella "pigrizia" dell'imprenditore medio italico, ma ha trovato suicide complicità sia a livello della cultura politica (di ogni tipo, anche quella della cosiddetta "sinistra") che a livello dei movimenti studenteschi degli ultimi 30 anni, che si battevano per ottenere una "facilitazione" nel percorso di formazione, ossia un abbassamento dell'asticella selettiva come conseguenza di un annacquamento delle competenze.

(Fonte: Contropiano

1 commento:

  1. trovo il quadro abbastanza realistico.. del resto è quello che va dicendo Landini da tempo! (ovviamente chi voleva ascoltare Landini?..)
    siamo stati e siamo in mano ad incompetenti economico-industriali..
    e non si vede l'uscita per il momento.. teniamo duro..
    ciao

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