professore di teoria
economica all'università di Atene, si è dimesso ieri mattina per 'favorire la ripresa
del dialogo'
In
una puntata de I Simpson, nella quale la città di Srpingfield è minacciata
dalla caduta di un Asteroide, Homer si rivolge alla figlia sapientona ma per
quel motivo spaventata Lisa, dicendole che a risolvere i loro problemi ci
penserà chi è al Governo. Perché ''eletto e pagato per pensare al posto
nostro''. Il suo pur sgangherato pensiero non è poi così sbagliato. D'altronde
le elezioni servono a questo: per piazzare nei posti di responsabilità gente
competente, che risolva i nostri problemi. Ma questo non sembra proprio il caso
di Yanis Varoufakis, Ministro delle Finanze del Governo greco, il quale, dopo
aver preferito delegare
a un referendum popolare la scelta complicata di decidere o meno se
accettare la bozza proposta dall'Ue - in barba al fatto che buona parte del
popolo sceglie soprattutto per suggestioni e paure e non per competenza
economica - ha ben pensato ieri mattina di dimettersi. Malgrado il suddetto
referendum abbia avuto pure un esito per lui positivo.
Ma come? La vittoria del
No non doveva rinforzare lui e Tsipras
nelle trattative? E invece si dimette nel momento più delicato, dice, per
favorire la ripresa delle trattative con l'Ue e aiutare Tsipras. Il sex symbol
che piace alle donne si è confermato per ciò che realmente è. Fumo e apparenza.
Ripercorriamone la biografia.