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martedì 7 luglio 2015

Prima il referendum scarica responsabilità, poi le dimissioni in un momento delicato: questo e poco altro è Yanis Varoufakis, il Ministro casual e piacione

professore di teoria economica all'università di Atene, si è dimesso ieri mattina per 'favorire la ripresa del dialogo'

In una puntata de I Simpson, nella quale la città di Srpingfield è minacciata dalla caduta di un Asteroide, Homer si rivolge alla figlia sapientona ma per quel motivo spaventata Lisa, dicendole che a risolvere i loro problemi ci penserà chi è al Governo. Perché ''eletto e pagato per pensare al posto nostro''. Il suo pur sgangherato pensiero non è poi così sbagliato. D'altronde le elezioni servono a questo: per piazzare nei posti di responsabilità gente competente, che risolva i nostri problemi. Ma questo non sembra proprio il caso di Yanis Varoufakis, Ministro delle Finanze del Governo greco, il quale, dopo aver preferito delegare a un referendum popolare la scelta complicata di decidere o meno se accettare la bozza proposta dall'Ue - in barba al fatto che buona parte del popolo sceglie soprattutto per suggestioni e paure e non per competenza economica - ha ben pensato ieri mattina di dimettersi. Malgrado il suddetto referendum abbia avuto pure un esito per lui positivo. 

Ma come? La vittoria del No non doveva rinforzare lui e Tsipras nelle trattative? E invece si dimette nel momento più delicato, dice, per favorire la ripresa delle trattative con l'Ue e aiutare Tsipras. Il sex symbol che piace alle donne si è confermato per ciò che realmente è. Fumo e apparenza. Ripercorriamone la biografia.