IL FENOMENO HA RIGUARDATO TUTTA LA COSTA OCCIDENTALE, DALLA
LIGURIA ALLA SICILIA
Anche i mari italiani, nel loro piccolo, danno vita a
Tsunami. E’ accaduto giovedì della settimana scorsa, quando alle 9.30 il mar
Tirreno si è ritirato, dalla Sicilia fino alla Liguria. Venti metri indietro ,
per poi ritornare sulla battigia accompagnato da un'onda alta quasi un metro. Il
fenomeno si è ripetuto ogni cinque minuti, per tre ore. Fino a dopo
mezzogiorno, ossia fino a quando non è terminato il temporale.
IN POCHI SE NE SONO ACCORTI -
Il fenomeno, misterioso quanto suggestivo, è stato visto a occhio nudo - e
fotografato - sulla coste di Crotone, Napoli, Nettuno, Gaeta e Sperlonga. Una
decina le segnalazioni arrivate al sito dell'Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia (Ingv). Diverse anche le chiamate alle capitanerie di porto
interessate da quello che gli esperti hanno già ribattezzato lo tsunami like,
anche se non ha origine né vulcaniche né sismiche, ma atmosferiche.
L'onda anomala non ha provocato danni, al massimo un po' di
paura. Quasi nessuno in Italia se n'è accorto. Ecco perché la Protezione civile
ci è andata con i piedi di piombo: zero comunicati di allerta diramati e
nemmeno è stato detto ai bagnanti di abbandonare la spiaggia per non creare
ripercussioni sulla stagione balneare in corso. E non a caso, quindi, se la
notizia è stata diramata solo ieri, due giorni dopo il fatto. I mareografi
dell'Ispra (Istituto per la protezione e le ricerche ambientali) però sono
immediatamente scattati all'impazzata, segnalando il moto ondoso da Palermo
fino a La Spezia.
LE POSSIBILI CAUSE - Ma cosa
è successo di preciso e perché? All'inizio il fenomeno è stato messo in
relazione con una frana avvenuta all'isola di Ponza per alcune scosse
telluriche. Secondo i rilievi dell'Ingv si esclude che il fenomeno sia stato
provocato da attività sismica o vulcanica nell'area, in quel periodo assente.
Solo nella tarda serata di giovedì, infatti, c'è stata infatti una scossa di
magnitudo 4.1 e al largo dell'isola di Ischia. Dall'Ispra, poi, hanno cercato
una spiegazione nell'effetto marea, anche se quei moti ondosi durano più ore e
dipendono dall'attrazione gravitazionale della luna.
Sicché, al momento, l'ipotesi più accreditata sulle cause
della variazione del livello del mare sia legata all'influsso di una
perturbazione atmosferica di origine nord-africana. «Serviranno comunque - ha
spiegato Silvano Meroi, direttore del settore Rischi naturali della Protezione
civile - studi molto approfonditi da parte dell'Ispra per capire bene quello
che è successo. Di certo - ha aggiunto - la stazione mareografica di Anzio ha
registrato un moto ondoso anomalo che si è sovrapposto ad uno di marea:
complessivamente la variazione del livello del mare è stata di circa cinquanta
centimetri, dei quali una trentina sono attribuibili all'anomalia. Ora vorremmo
comprendere con esattezza perché si è verificato questo fenomeno».
IL PRECEDENTE - In attesa di
arrivare a una causa scientificamente provata, in soccorsi degli studiosi c'è
un precedente ben più spaventoso di quanto accaduto giovedì scorso. Risale al
1978, nell'Adriatico le onde si gonfiarono fino a toccare i tre metri di
altezza per infrangersi poi sulle coste della Croazia: vennero evacuate case e
stabilimenti. Il mare portò paura e distruzione. Per non creare allarmismi,
sempre dalla Protezione civile fanno notare che sulla costa siciliana, tra
Mazara del Vallo e Pozzallo, questi moti sono frequenti anche se quasi mai
visibili all'occhio umano: li chiamano Marrobbi.
(Fonte: Il Mattino)
come al solito i media ne hanno parlato quasi zero... in compenso hanno attirato l'attenzione verso le classiche tematiche, tra gossip e mondanità varie
RispondiEliminaOptimus