DAL PAESE MAGHREBINO ARRIVANO PRODOTTI POI CAMUFFATI DA
EUROPEI
L’agricoltura in Italia resta una delle principali attività
economiche. Un’attività messa però a dura prova dalle norme europee nonché
dall’immissione sul nostro mercato di prodotti nordafricani; a bassissimo costo
per il noto sfruttamento della manodopera e sovente camuffati come europei. Il
tutto va ovviamente a svantaggio delle piccole e medie imprese, già provate
dalla recessione. Negli ultimi dieci anni un terzo delle nostre imprese agricole ha chiuso i battenti. Il nostro export è già in calo del 15% nei primi 4 mesi del 2012.
L’ACCORDO TRA UE E MAROCCO - L’Unione
Europea ha siglato a febbraio un accordo con il Marocco per liberalizzare il
commercio dei prodotti ortofrutticoli. Così, i frutti della terra magrebina
varcheranno i nostri confini senza dazi doganali o con tasse d’accesso
contenute. Un accordo importante dal punto di vista sia politico che economico.
Da una parte dovrebbe garantire ai Paesi della primavera araba uno sviluppo
attraverso la cooperazione e dall'altra creare una zona di mercato sull'altra
sponda del mediterraneo. Sul lungo periodo.
L’AGGIRAMENTO DELLE REGOLE -
Ma l'Italia, paese di piccoli produttori, è pronta? E il Marocco? In realtà già
da tempo i nostri mercati sono pieni di prodotti magrebini. Anche se la loro
provenienza è spesso camuffata, senza regole certe e comuni. Così un pomodoro
marocchino diventa facilmente europeo, con un solo passaggio di filiera.
Diversi sono i costi e i modi di produzione. In Marocco si possono usare
pesticidi da noi banditi e mancano i regolamenti attuativi della legge sulle
etichettature.
(Fonte: Fainotizia)
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