giovedì 4 ottobre 2012

SPENDEVA I NOSTRI TRIBUTI PER L’ICI IN VACANZE E SPESE DI LUSSO


TRATTASI DI Giuseppe Saggese, AMMINISTRATORE DELEGATO DI TRIBUTI ITALIA SPA, SOCIETA’ concessionaria per la riscossione per conto di 400 comuni

Non passa una settimana in cui non esplode qualche scandalo che riguarda un ramo dello Stato: dalla Pubblica amministrazione alla Politica. Ladri senza pudore ci regalano costantemente notizie su frodi di denaro pubblico; il nostro, quello che elargiamo allo Stato con tanta sofferenza e molti sacrifici. L’ultimo scandalo riguarda la tanto discussa Ici, i cui fondi destinati a 400 Comuni venivano dirottati sul conto corrente di un Amministratore delegato di una società concessionaria addetta alla riscossione, che li spendeva per le proprie spese folli.


LA VICENDA -  Le accuse nei confronti di Giuseppe Saggese , 52 anni di Rapallo, sono peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva. La società di consulenza, registrata come «Tributi Italia spa», operava, come detto, su oltre 400 comuni in tutta la penisola. Si occupava su incarico del comune della riscossione delle tasse locali (Ici, Tosap, ecc...). Ma, una volta incassate le somme (al netto di quanto le spettava per l'incarico ricevuto), anzichè riversarle nelle casse dei comuni le tratteneva sui propri conti. Attraverso rapporti con altre società, tutte riconducibili a Saggese, quei fondi poi «sparivano» a beneficio di quest'ultimo.
Secondo l'accusa la società, in amministrazione straordinaria con un commissario, avrebbe operato fino al 2010 riscuotendo imposte, mai versate ai comuni, per oltre cento milioni. Saggese, in particolare, avrebbe personalmente sottratto alla società circa 20 milioni. Contestualmente all'arresto di Saggese, la procura ha anche disposto il sequestro per equivalente di 9 milioni e diverse perquisizioni a Rapallo, Recco, Cogorno (in provincia di Genova), Genova, Roma e Borgonovo del Tidone (Piacenza) nei confronti di altri soggetti indagati, tra cui quattro nei confronti dei quali è stato disposto l'obbligo di dimora.

LE SPESE FOLLI - Secondo l'accusa Saggese con i soldi presi ai cittadini e non versati ai comuni, non avrebbe badato a spese, con prelievi giornalieri dai conti della società anche di 10.000 euro, autovetture di lusso, yacht ed aerei privati, soggiorni in località prestigiose, feste mondane e concerti di musica. Molti dei circa 1000 dipendenti di «Tributi Italia spa» sono stati licenziati, molti altri sono in cassa integrazione, mentre alcuni comuni sono arrivati sull'orlo del dissesto finanziario. L'impresa di riscossione, a causa delle numerose denunce presentate nei suoi confronti da parte di vari comuni vittime delle sottrazioni e che gli avevano anche revocato le concessioni per l'esazione tributaria, è entrata in stato d'insolvenza, venendo, conseguentemente, dichiarata fallita dal Tribunale di Roma.

COME VENIVANO SOTTRATTI I SOLDI - Ma come concretamente venivano dal punto di vista contabile sottratti i soldi alla società di riscossione? Gli approfondimenti investigativi, sono stati concentrati sulle operazioni con le «imprese collegate», spesso documentate come consulenze o piani di riorganizzazione aziendale, verificando, altresì, alcune operazioni societarie di natura straordinaria, come aumenti di capitale e costituzione di nuove società, risultate funzionali, anche queste, a distrarre ingenti somme. Una delle consulenze, per le quali è stato corrisposto un compenso di circa 2 milioni di euro, ha riguardato l'acquisizione di una società di riscossione brindisina, già indebitata per circa 43 milioni di euro; tale operazione ha comportato un irreparabile pregiudizio per il patrimonio della «Tributi Italia».
 
Questo scandalo, sommato allo strozzinaggio messo in atto da Equitalia, deve far riflettere sull’opportunità di sottrarre a queste società concessionarie la riscossione dei tributi. E’ meglio che i tributi siano riscossi direttamente dai Comuni, senza intermediazione. Affinché “il sacco di farina” arrivi per intero dal mulino al panettiere.

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