CANTAUTORE TRA I PIU’ ORIGINALI DEGLI ANNI ’70. QUANDO LA
SUA CARRIERA SEMBRAVA AVER RIPRESO IL VOLO FU STRONCATO DA UN’EMORRAGIA
CEREBRALE
«Ho un nano nel cervello, un ictus cerebrale». Oltre
all’originalità, Franco Fanigliulo ha avuto in comune con un altro e molto più
famoso cantautore originale degli anni ’70, Rino Gaetano, l’aver predetto la
sua morte in una canzone. Se il cantautore di origine crotonese predisse la sua
morte nel brano La ballata di Renzo – nella quale il protagonista ha un
incidente stradale e muore perchè rifiutato da diversi ospedali – Fanigliulo lo
aveva scritto nel brano che portò a Sanremo nel 1979: A me mi piace vivere alla
grande. Brano che gli diede un po’ di notorietà prima di sprofondare
nell’anonimato. E proprio quando la sua carriera sembrava aver ripreso il volo
collaborando con Vasco e Zucchero, fu stroncato proprio da un’emorragia
cerebrale dieci anni dopo, a soli 44 anni.
ORIGINI E PRIMI ANNI DI CARRIERA
- Figlio di un Marconista della Marina Mercantile e di una pianista,
inizialmente la passione per il mare lo convinse, ancora molto giovane, a
imbarcarsi come marinaio per diversi anni fino a quando una malattia reumatica
lo costrinse ad abbandonare. In seguito svolse diversi lavori saltuari
(taglialegna, garzone di bottega, rappresentante di prodotti di bellezza, e
infine agricoltore nell'entroterra ligure) componendo musica per hobby.
Scoperto da Franco Ceccarelli, uno dei fondatori dell'Equipe
84, venne presentato a Caterina Caselli che lo fece debuttare nella scuderia di
una nuova casa discografica sotto l'egida della CGD, la "Ascolto",
per incidere nel 1977 il primo album, prodotto e arrangiato dallo stesso
Ceccarelli, Mi ero scordato di me, largamente ispirato alla grande scuola degli
chansonnier francesi, per le aperture melodiche, l'autobiografismo dei testi, e
per certe tonalità della voce. Le canzoni di quell'album, composte in
precedenza e attraverso un arco di tempo piuttosto lungo, iniziarono a destare
l'attenzione di molti critici. Sempre nel 1977 ebbe una piccola parte
cinematografica nel film d'esordio di Roberto Benigni, diretto da Giuseppe
Bertolucci, Berlinguer ti voglio bene dove impersonava il cantante di un
improbabile gruppo musicale (i "Romeo e i Los Gringos") che annuncia
in diretta durante un concerto la morte della madre di Mario Cioni, il
personaggio interpretato dal comico toscano, con la conseguente reazione di
quest'ultimo.
SANREMO E L’ECLISSI - Nel
1979 si presentò al Festival di Sanremo con il brano considerato da molti il
"vincitore morale" di quell'edizione, A me mi piace vivere alla
grande, dove mise pienamente in luce le sue doti di istrione; oltre a cantarlo,
infatti, si abbandonava a gesti tipicamente teatrali. Il brano subì alcune
vicissitudini censorie; in particolare si ventilò l'ipotesi di vilipendio alla
religione per il passaggio «E adesso che Gesù / ha un clan di menestrelli / che
parte dai blue-jeans / e arriva a Zeffirelli...», testo che si riferiva semplicemente
al film Gesù di Nazareth e alla nota marca di jeans Jesus.
Sempre nel 1979, ma trasmesso nel maggio del 1980, prese
parte ad una puntata del programma televisivo C'era due volte, per la regia di
Enzo Trapani, con un brano inedito.
Subito dopo pubblicò un secondo album, Io e me che rimase il
suo disco più completo e rappresentativo; nel 1980 ne seguì un terzo, Ratatam
pum pum e nel 1982 il famoso singolo "La liberté" con il quale
concluse il rapporto con la "Ascolto", che cessò le pubblicazioni
nello stesso anno. La popolarità conseguita a Sanremo non venne mantenuta col
tempo, ma continuò ad essere seguito con attenzione dalla critica più accorta.
Nel 1983 entrò per brevissimo tempo nella scuderia della
Numero Uno (casa discografica di Mogol e Battisti), sotto l'egida di Shel
Shapiro, ex leader dei Rokes, il quale produsse e arrangiò i quattro brani del
Q Disc Benvenuti nella musica.
Subito dopo decise di ritirarsi dal mondo musicale, pur non
abbandonandolo totalmente, e acquistò una fattoria a Prati di Vezzano Ligure
iniziando l'attività di allevatore di animali. Continuò comunque a comporre
molti brani, rimasti in gran parte inediti.
IL RILANCIO E LA MORTE PREMATURA
- Nel 1987 ebbe l'opportunità di collaborare con Vasco Rossi e con diversi
musicisti del suo staff, tra i quali Gaetano Curreri degli "Stadio" e
il compianto Massimo Riva della Steve Rogers Band. Pubblicò per l'etichetta del
cantante di Zocca, la "Bollicine", il singolo L'Acqua Minerale nel
quale si nota un drastico cambiamento dello stile musicale.
Nel 1988 collaborò in maniera determinante agli
arrangiamenti e alla realizzazione dell'album multimilionario di Zucchero
Blue's; con quest'ultimo sviluppò una profonda amicizia che avrebbe potuto
portare ben altri frutti artistici se un'emorragia cerebrale non avesse
stroncato improvvisamente la sua vita a soli 44 anni, mentre stava preparando
il suo ultimo album, intitolato provvisoriamente Sudo ma godo e uscito postumo
grazie all'interessamento dei due celebri cantanti e amici, col titolo Goodbye
Mai, che utilizzava registrazioni effettuate dal 1983 e conteneva brani come
Mr. Wonderful e Napoli fa l'onda.
Questo il brano che portò a Sanremo:
(Fonte: Wikipedia)
grande fani, faccia, mimica, parole e musica giuste per dire che la vita fa male, che bisogna riderla e viverla alla grande.
RispondiElimina