RIGUARDANO GLI ASSESSORI TOMMASIELLI, SODANO E MOXEDANO. A
CIO’ SI AGGIUNGE L’INCHIESTA SULL’AMERICA’S CUP
Come temevo un
po’ di tempo fa, l’arancione della rivoluzione sbandierata dall’ex Pm Luigi
de Magistris a Napoli sta assumendo sempre più le tinte di un tramonto. Alla
già lunga lista di casi di parentopoli e amicopoli che riguardano la sua
Giunta, se ne aggiungono altri tre, tutti già perdonati da Giggino. Come non
bastasse, l’ex Magistrato delle inchieste calabresi è indagato insieme ad altre
persone tra cui il fratello Claudio, per gli appalti riguardanti la Coppa
America. Inchiesta che si aggiunge (primo caso in Italia) a quella riguardante
le buche che funestano il manto stradale della città.
IL CASO DEI 3 ASSESSORI – Dalloo
scorso mese l’Assessore Assessore allo Sport, Politiche familiari e Pari
Opportunità Pina Tommasielli è indagata per aver fatto cancellare una decina di
contravvenzioni al cognato e alla sorella, riguardanti soprattutto l’immissione
nella ZTL che invece a loro, secondo la Tommasielli spetterebbe. L’Assessore
aveva anche dato le dimissioni ma è stata perdonata dal Sindaco, perché
ritenuta in gamba e molto impegnata in questi primi due anni.
Poi è toccato al vicesindaco
Tommaso Sodano, indagato per aver assegnato un progetto all'Università di
Bergamo dove, secondo la Procura, lavora una docente a lui legata. Anch’egli ha
incassato l’assoluzione di de Magistris, beccandosi solo una “tiratina
d’orecchie”.
Infine è toccato all’assessore al Personale (incarico
ottenuto in un secondo momento, a seguito di un rimpasto) Franco Moxedano, che
a ferragosto ha nominato 30 dirigenti a tempo determinato, tra cui il cognato -
Luigi Filace, fratello della moglie di Moxedano - e uno dei curatori della
campagna elettorale del sindaco arancione: Nello Di Nardo. Anche Moxedano resta
al suo posto, perché come dice il Sindaco: “Lavora da 30 anni presso il Comune
ed è indicato dall’assessore al bilancio (Salvatore Palma, ndr) per la sua
competenza”.
INDAGATI PER L’AMERICA’S CUP –
Da giugno la Procura di Napoli indaga
sulla modalità di assegnazione degli appalti necessari allo svolgimento delle
World Series, le regate preliminari della prestigiosa gara. Una grana che vede
cinque indagati eccellenti, protagonisti della fase preliminare della Coppa
America che si è svolta a fine aprile. Le accuse sono turbativa d'asta e abuso
d'ufficio in relazione all'ingresso, quale socio privato, dell'Unione
industriali di Napoli prima e della Camera di Commercio poi nella società Acn
(America's Cup Napoli). Nel mirino ci sono anche le manifestazioni collaterali
che si sono tenute in piazza del Plebiscito e sul Lungomare in occasione
dell'evento internazionale. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore
Francesco Greco, vogliono far chiarezza su come è nato l'accordo con gli
americani, come sono stati gestiti gli appalti per il villaggio e per la
gestione delle gare.
Tra gli indagati c'è Luigi De Magistris, il governatore della
Regione Campania Stefano Caldoro, l'ex presidente della Provincia Luigi Cesaro,
il fratello del sindaco, Claudio de Magistris, consulente per i grandi eventi
del primo cittadino, il capo di gabinetto, Attilio Auricchio, il presidente
dell'Unione industriali, Paolo Graziano, l'ex amministratore di Acn, Mario
Hubler e il presidente della Camera di Commercio partenopea Maurizio Maddaloni.
SI DIFENDE SU TWITTER – Ieri
notte, con una ventina di messaggi, de Magistris ha affidato a Twitter la sua
difesa, citando le cose buone fatte in questi due anni. Il primo è stato: «Due
anni fa era un Comune fallito con tutte le sue partecipate, lo abbiamo salvato,
non abbiamo licenziato una persona, non abbiamo privatizzato». Poi è stata la
volta dei rifiuti: «Prima di diventare sindaco Napoli con fiumi di soldi era
piena di rifiuti, con noi, senza soldi, no rifiuti, no discariche e non
inceneritori». Quindi è arrivata la stoccata ai «media nazionali» che «non
raccontano la nostra rivoluzione sui rifiuti, non è una notizia». Il primo
cittadino, nello spazio di pochi minuti, passa poi alla questione acqua: «Siamo
l'unica città d'Italia e unica in Europa insieme a Parigi ad avere acqua
pubblica e applicato volontà referendum». Guai, poi, a parlare di debiti e
disavanzo. Nel tweet delle ore 00.25, de Magistris, scrive così: «Ci hanno dato
un Comune con 1 miliardo e mezzo di debiti e 850 milioni di disavanzo e dopo
soli due anni abbiamo salvato dal fallimento Napoli». I trasporti? «Abbiamo
creato la più grande azienda di trasporto pubblico d'Italia (metro, bus e
parcheggì), no privatizzazione», scrive.
Tra i risultati il sindaco di Napoli cita: «eliminata
vergogna esternalizzazione voluto dal Pd di tutto il patrimonio del Comune, ora
tutto pubblico», e ancora: «abbiamo eliminato consulenze esterne, oltre cento
dirigenti esterni, costi della politica, fitti passivi, benefit vari». In una
Napoli «piena di turisti come non si vedevano da 20 anni», de Magistris
rivendica di aver portato «Coppa America, Coppa Davis, inizio Giro d'Italia,
the Boss, il Forum Internazionale delle Culture». Non poteva, poi, mancare, il
'lungomare liberato: «Ho pedonalizzato da due anni il più bel lungomare del
mondo, 5 km, ma solo i Fori Imperiali, bravo Ignazio, fanno notizia!». E poi le
periferie di nuovo vive, la metropolitana, il centro storico. «Potrei
continuare ma mi fermo, tanto quello che passa sono le solite cose» scrive
all'una di notte quando aggiunge: «Per carità, siamo i peggiori amministratori,
ma liberi e onesti». Poi, per concludere, un avvertimento: «Non ci avrete, non
ci comprerete, non cediamo ai vostri ricatti, non ci facciamo condizionare, non
abbiamo paura di camorra e colletti bianchi». E, infine, quello che per lui
conta: «Il popolo e amo guardare persone le persone negli occhi, ascoltare i
drammi, accarezzare i bambini e i più deboli. Loro hanno ragione».
BENE SULL'IMMAGINE INTERNAZIONALE, MA GLI IMBARAZZI COMINCIANO AD ESSERE TROPPI - Governare una città come Napoli è molto complicato e a de
Magistris va comunque dato atto di aver ridato un po’ di dignità all’immagine
della città a livello internazionale. Del resto chi ha governato la città negli
ultimi vent’anni ha solo alimentato clientelismo e malaffare, abbandonando la
città alla propria sorte.
Ma gli imbarazzi che riguardano la sua Giunta cominciano a
diventare troppi, specie per chi, in campagna elettorale, ha sbandierato la
lotta al familismo, alla corruzione e al consociativismo. Alla rottura, anzi,
per dirla a modo suo “allo scassamento” col passato.
Si è partiti subito con il fratello alla consulenza per i
Grandi eventi, la cugina nello staff della Tommasielli e i compagni di scuola e
gli amici piazzati qua e là. Poi si è passati allo stravolgimento della squadra
iniziale, alle inchieste e ai tre casi degli assessori sopra descritti. E siamo
appena ai primi due anni di governo locale…
Sono una anziana Napoletana verace 'prestata' alla padania da 12 anni e notizie del genere mi affliggono tanto.
RispondiEliminaE' impossibile sognare per la mia Napoli un vivere normale???
Ciaooooooooo
Angela
Non farmi parlare di questo signore....
RispondiEliminaIo fossi a "Giggino o' flop" non mi fiderei tanto, come dice lui "a guardare le persone negli occhi", soprattutto se sono cittadini delle periferie e nello specifico della zona orientale: rischierebbe una ricca sputata in occhio (Totò docet).
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