IL PRIMO NE HA RIMOSSI 3 NEGLI ULTIMI 3 MESI, IL SECONDO NE
HA SMANTELLATO GIA’ UNO A 3 MESI DALL’INSEDIAMENTO
In Italia ci sono tanti locali abbandonati a se stessi da
anni e presi in gestione (sotto il termine poco amichevole di occupazione) da
giovani che li utilizzano come luoghi di aggregazione per svolgere attività
politiche e culturali. E proprio in quel momento che i Sindaci si accorgono di
queste sedi abbandonate e fatiscenti, ordinando lo sgombero dei centri sociali
costituitisi, con tanto di cariche della polizia. E se pensate che a farlo
siano (solo) sindaci autoritari e intolleranti, vi state sbagliando. Sono anche
quelli che prendono voti dalla sinistra moderata, parlano di ravvivare le città
e di voler intraprendere tante iniziative culturali e sociali. Esempi
eloquenti, perché sono Primi cittadini di due città molto importanti – Milano e
Roma –Giuliano Pisapia e Ignazio Marino.
PISAPIA, 3 SGOMBERI NEGLI ULTIMI 3
MESI – Il 22 maggio l’amministrazione comunale della città meneghina ha
ordinato lo sgombero del centro sociale ZAM - Zona Autonoma Milano – esistente da 2 anni e
tra i più vivi di Milano tramite concerti, spettacoli teatrali, proiezioni,
incontri culturali, assemblee studentesche, una palestra popolare e dibattiti. Durante
la carica della polizia, alcune persone sono rimaste ferite. I ragazzi dello
ZAM nel pomeriggio si sono recati a Palazzo Marino, dato che il Sindaco non ha
dato alcuna risposta alle loro richieste.
Due mesi dopo (intervallati da un secondo sgombero) è
toccato all’ex Cinema Maestoso (sito a Piazzale Lodi, chiuso da 6 anni dopo più
di 20 anni), trasformato in RiMake da alcuni collettivi dopo l’occupazione del
18 giugno. A farne le spese una ragazza manganellata alla testa. La polizia e i
Carabinieri sono arrivati presto, intorno alle 7 del mattino, quando nello
stabile non c’era nessuno ed hanno preso facilmente possesso della struttura.
Man mano che la voce dello sgombero si è diffusa, sul posto sono cominciati ad
arrivare alcuni degli occupanti ed altri attivisti che hanno iniziato a
recuperare alcuni dei materiali all’interno dell’ex cinema. Ma poi nel corso
della mattinata le pressioni dei celerini e della Digos, presenti in modo
massiccio, hanno fatto aumentare la tensione. Fino a quando non è partita una
carica contro i manifestanti che nel frattempo si erano spostati in Piazzale
Lodi e su Via Isonzo bloccando il traffico. Gli agenti della polizia e i
carabinieri hanno circondato i manifestanti caricandoli ed ha farne le spese è
stata una ragazza che filmava con la telecamera, colpita violentemente alla
testa mentre era di spalle. La manifestante ferita è stata caricata su
un’ambulanza e portata in ospedale per essere medicata.
Per tutto il giorno davanti allo spazio sgomberato si è
tenuto un presidio permanente, con vari interventi contro le politiche
dell’amministrazione Pisapia che negli ultimi mesi ha impresso una sterzata
autoritaria sul tema degli spazi sociali e culturali occupati.
MARINO APPROFITTA DEL FERRAGOSTO
- Più o meno come i padroni della Firem di Formigine, che hanno approfittato
del weekend ferragostano per smantellare i macchinari della fabbrica e fuggire
al trove, sindaco e prefetto di Roma hanno usato la rilassatezza inevitabile
del momento per sgomberare con il minimo sforzo - e di resistenza, oltre che di
impatto mediatico - il centro sociale Communia, nel quartiere di SanLorenzo, a
ridosso dell'università La Sapienza.
In via dei Sabelli, la polizia si è presentata in forze per
"prendere possesso" dell'edificio occupato lo scorso 7 aprile. Lo
stabile delle ex Fonderie Bastianelli, in questo periodo di occupazione, era
stato riconvertito in alloggi, mensa, spazio per sport popolare, luoghi per
iniziative, eventi, una sala studio, mostre fotografiche e sportelli di
consulenza legale e psicologica.
Con l'evidente intenzione di mostrare tutti i muscoli e il
nessun cervello che il governo attuale possiede (sia a livello nazionale che
locale) la polizia ha chiuso completamente la strada e fermato 7 ragazzi.
Nei mesi scorsi la "pressione" sugli occupanti si
era concretizzata in numerose "ispezioni" per verificare l'agibilità
dell'edificio; un'attenzione molto "mirata" e non esercitata su
migliaia di altri stabili romani, "legalmente" abitati senza che gli
inquilini siano a conoscenza dei rischi. A nulla è valsa neppure la
risistemazione dei marciapiedi in via dei Sabelli, fatta dagi occupanti,
rimessi a disposizione di tutti i residenti, in seguito alle denunce di degrado
sporte proprio dai giovani di "Communia".
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