DOPO L’INCRESCIOSO EPISODIO DEI COMMENTI OFFENSIVI A UN
VIDEO DELLA RAGAZZA CHE STA LOTTANDO CONTRO DIVERSE MALATTIE ANCHE GRAZIE ALLE
CURE TESTATE SUGLI ANIMALI, SI SONO SCAGLIATI PURE CONTRO IL CARTONE ANIMATO
MOLTO POPOLARE
Gli animalisti stanno facendo parlare molto di loro
nell’ultima settimana. E non per belle iniziative, bensì per uno pseudo-amore nei confronti degli
animali che sfocia in commenti offensivi e ridicoli. Dopo quelli nei confronti
di Caterina Simonsen - ragazza malata che è stata insultata su Facebook per
aver difeso la sperimentazione animale in farmacologia, grazie alla quale sta
andando avanti - ora sparano a zero perfino contro Peppa Pig, cartone animato
molto in voga tra i più piccoli.
IL CASO DI CATERINA - La
giovane, affetta da 4 malattie rare (immunodeficienza primaria, deficit di
proteina C e proteina S, deficit di alfa-1 antitripsina, neuropatia dei nervi
frenici), abbinate ad un prolattinoma, un tumore ipofisario, e a reflusso
gastroefofageo, asma allergica e tiroidite autoimmune, non è una che si perde
d'animo facilmente. E soprattutto è abituata ad esporsi. Lo ha già fatto anche
contro il metodo Stamina, esprimendosi con un video e dei post su Facebook dai
quali erano scaturite accese discussioni. «Io esisto. No a Stamina, sì al
metodo scientifico anche se momentaneamente abbiamo bisogno della
sperimentazione animale», aveva scritto Caterina sul social network in
occasione della raccolta fondi Telethon.
Questa volta invece è entrata nel mirino degli animalisti, e
delle frange più becere tra quelle che si battono per il rifiuto dei test di
laboratorio sugli animali. Tutto è iniziato quando ha pubblicato su Fb il 21
dicembre una foto che la ritrae con il respiratore sulla bocca e un foglio in
mano: «Io, Caterina S. Ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la
sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete
regalato un futuro».
Da lì si è aperta la valanga di insulti e minacce, di gente
che la vorrebbe morta.
La studentessa di veterinaria ha contro replicato, postando
un altro video, nel quale si ritrae seduta sul proprio letto attorniata da
tutte le medicine che è costretta ad assumere quotidianamente per non finire in
ospedale. «Metto a nudo la mia realtà - ha spiegato agli animalisti che la
attaccavano -, perché voi capiate che l'unica mia "colpa" in tutto
ciò sia stata "curarmi" senza uccidere nessuno direttamente». «Il mio
obiettivo - ha spiegato la ragazza - è laurearmi e salvare gli animali. Ma devo
dire che ancora oggi la sperimentazione animale in Italia è necessaria e
obbligata, fino a che non ci sarà un metodo alternativo valido». «Per quanto
riguarda i farmaci, nella fase pre-clinica, cioè prima della sperimentazione
sull'uomo - ha proseguito - devono essere sperimentati sugli animali, il che
non è una cattiveria, perché anche gli animali hanno a loro volta bisogno di
quei farmaci per guarire».
LA RISPOSTA DEGLI ANIMALISTI
– “Basta con le menzogne! Non esiste un solo animalista che ha minacciato
Caterina! Vergogna a chi ha creato insulti e minacce per denigrare il movimento
animalista. Ecco la verità sui quattro finti animalisti”. Questo quanto recita
un comunicato di Animalisti italiani onlus. “Abbiamo fatto una piccola indagine
sui post delle persone che auguravano la morte a Caterina: sono in quattro e
nessuno è minimamente animalista”, continua l'associazione.
“Da persone così “sfegatate” contro una ragazza malata che
difende la Vivisezione, ci saremmo aspettati un minimo di impegno animalista o
amicizie con associazioni animaliste o con semplici animalisti, foto di
animali, battaglie, manifestazioni....: sui profili facebbok (notare come
l’hanno scritto) nulla di tutto questo. I mass media avrebbero il dovere di
verificare le fonti, prima di creare dei veri e propri casi nazionali!”,
prosegue il comunicato.
“Andiamo per ordine: 1) Emanuel M.: nel suo profilo non
compaiono né foto né informazioni né diario; 2) Nevear G.: dice di essere
norvegese e non abbiamo trovato niente di animalista. Sul suo diario parla in
inglese con frasi deliranti del tipo (ne abbiamo tradotte due)
"Distruzione della cristianità con l'eliminazione" e
"Sodomizzazione dei cristiani con un cactus", nelle sue foto ci sono
simboli satanici ed in uno, in perfetto italiano afferma di essere un
satanista, mentre a Caterina ha detto, in perfetto romanesco: "Era mejo se
morivi". Però che animalista!; 3) Samuele P. il più normale di tutti, non
ha un solo post o foto animalista, 4) Elisa D.: fa l'infermiera presso un
Ospedale, guardando il suo profilo non compare nulla di animalista”.
Gli animalisti poi scomodano la storia della Repubblica
italiana, perfino le stragi: “Ai tempi della prima Repubblica si parlava di
"Strategia della tensione", ovvero si diceva che erano la Cia, ed un
Partito italiano, a compiere le cosiddette stragi di stato per dare la colpa
ai...comunisti..... Che ora stia succedendo la stessa cosa, con l'obiettivo di
dissacrare ed annientare il movimento animalista?”, chiede il presidente di
Animalisti italiani, Walter Caporale che poi indirizza una lettera a Caterina,
la ragazza di Padova malata che ha difeso la sperimentazione animale.
LA CROCIATA CONTRO PEPPA PIG
– Poi tocca all’Aidaa – acronimo di Associazione italiana difesa animali e
ambiente; già perché anche loro, come i sindacati, sono vari ed eventuali – che
si scaglia contro Peppa Pig, chiedendone il boicottaggio per Capodanno. Un po’
come ha fatto Grillo contro Napolitano, mentre il Segretario della Lega Nord
Matteo Salvini diceva che avrebbe visto proprio questo cartoon anziché il
messaggio del Presidente.
Motivo? «Peppa Pig e tutti gli altri cartoni animati che
fanno vedere gli animali felici distorcono brutalmente la realtà in merito alla
sorte reale che tocca quotidianamente a milioni di maiali mucche, oche e anatre
e topi ed altri animali che sullo schermo appaiono come animali che vivono
felicemente, mentre quelli veri, le vere Peppe Pig, sono costrette a vivere in
allevamenti intensivi ed uccise in maniera brutale per l'alimentazione umana».
«Se vogliamo trasformare gli animali in un business -
continua Croce - questa è la strada giusta, ma se invece amiamo gli animali
dobbiamo mostrare anche l'altra faccia della medaglia, quella della violenza e
della morte a cui sono sottoposti ogni anno migliaia di animali veri che
vengono idealizzati nei cartoni animati».
Da qui la proposta di Aidaa rivolta a famiglie e netwoork
televisivi: «Le famiglie spengano la tv davanti a queste orribili mistificazioni
- conclude Croce - e le televisioni facciano vedere immagini di vita quotidiana
delle vere Peppe Pig, dei veri Autogatto e Mototopo e via dicendo in modo che i
più piccoli sappiano anche loro a quanta sofferenza sono sottoposti gli animali
che vivono felici ma purtroppo solo nelle loro fantasie».
A mio modesto avviso, invece, proprio facendo vedere ai più
piccoli i cartoni animati con protagonisti animali, li si rende più sensibili nei
loro confronti; ovvero più interessati alla loro natura, e di conseguenza, alla loro
difesa. Quanto a Caterina, mi auguro di cuore che la ricerca vada avanti e
possa mitigare le sue sofferenze e quelle di quanti versano nelle sue
condizioni. Con buona pace degli animalisti, che quando si impegnano, sanno
anche realizzare belle iniziative. E quanto alla contro-risposta di Animalisti
italiani onlus, non è detto che non si sia animalisti solo perché non si è
dotati di una tessera, o perché non si scrivano riferimenti alla propria
passione sulla pagina Facebook. Se quelle persone si sono scagliate così
violentemente contro la ragazza, vuol dire che amano gli animali. A modo loro
ovviamente.
I votanti hanno le idee chiare: il cartone animato Peppa pig non è assolutamente diseducativo. Solo nella fascia d'età tra i 35 e i 54 anni, 4 su 10 ritengono di sì.
augurano la morte a chi non la pensa come loro...bah! sono completam invasati. folli. negano anche scoperte,ricerche che hanno un fondam scientifico. la cosa bella e' che molti di q poi si ingozzano di carne dicendo che poi sono due cose ben diverse....no alla sperim animale si al coniglio alla cacciatora o alle uova in camicia hagahaha.
RispondiEliminaForse non sanno più di cosa parlare.
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