UN SONDAGGIO DELLO STESSO PD VEDE CONTENTO 2 ROMANI SU 10.
VEDIAMO UNA CARRELLATA DI SCELTE DISCUTIBILI
Roma, amministrativamente parlando, non riesce proprio a trovare
pace. Da quando c’è l’elezione diretta del Sindaco, 1993, dopo i mandati di
Francesco Rutelli e Walter Veltroni che hanno vissuto altre epoche, quando sui
Comuni piovevano più facilmente fondi e loro si sono dati alla pazza gioia lasciando
i bilanci in rosso, è arrivata la svolta a destra con Gianni Alemanno
ribattezzato Aledanno (il che sintetizza bene come abbia amministrato la città),
e poi da poco più di un anno il ritorno al centro-sinistra con Ignazio Marino
in quota Partito democratico. Cambiano i direttori d’orchestra ma la musica è
sempre la stessa. Stona. Secondo un sondaggio commissionato dallo stesso Pd,
che ha coinvolto un campione di duemila persone, solo due romani su dieci sono
soddisfatti del loro Primo cittadino. Ma anche lo stesso partito sembra volerlo
fare fuori, soprattutto da quando Marino alzò la voce contro Renzi per avere
una legge speciale per Roma…
LE INFRAZIONI IN AUTO - Ci
sono volute settimane di proteste, sit-in e un’interrogazione parlamentare, del
resto, per mettere fine al mini scandalo della Fiat Panda del sindaco
parcheggiata vicino la propria abitazione, nei posti riservati ai senatori di
Palazzo Madama. Una misura straordinaria, necessaria per ragioni di sicurezza
(l’auto venne graffiata all’indomani della sua elezione) ma che per molti
suonava come un assurdo privilegio. Nemmeno i servizi televisivi mandati in
onda da “Le Iene” e gli articoli sui quotidiani avevano convinto Marino a
lasciare il posto auto agli aventi diritto. È dovuta intervenire la Prefettura
di Roma per mettere definitivamente al bando la “rossa” utilitaria. Così, dopo
14 mesi di parcheggio “in deroga”, il sindaco si è dovuto arrendere e cercare
un garage privato. Ai prezzi noti a tutti nel centro storico: dai 500 ai 1000
euro al mese. Vale a dire un appartamento in affitto. Sarà per questo che lo
stesso Marino non ne voleva sapere di mollare il posto riservato?
Gli animi non fanno nemmeno in tempo a placarsi che spunta
una nuova mazzata per il cittadino meno amato dai romani. Marino circola da due
mesi con il permesso Ztl scaduto. Ebbene sì, dopo aver raddoppiato le tariffe
ai residenti del Campo Marzio, “colpevoli” di abitare nel cuore della Roma del
Pasquino, si scopre che lo stesso sindaco il permesso ce l’ha ma non lo
rinnova. Almeno è quello che gli obiettivi implacabili de Le Iene riprendono:
scaduto il 23 giugno 2014 il tagliando arancione viene rinnovato il 21 agosto
scorso. Se fosse accaduto a un comune mortale, sottolineano gli inviati di
Italia 1, si sarebbe “beccato” una multa da 80 euro al giorno, 4600 euro in
totale. “E invece per Marino niente” chiudono le Iene.
FORI IMPERIALI PEDONALI - e
origini di tanto astio? Il malcontento per i romani comincia a meno di una
settimana dall’inizio del mandato, quando il medico chirurgo in bicicletta
decide di pedonalizzare via dei Fori Imperiali, fra lo stupore e il mal di
pancia di residenti e commercianti. Il tutto senza un piano urbanistico degno
di nota. Anzi, senza un piano urbanistico e basta. Le conseguenze? Affari sotto
zero per tutti e un nuovo calvario per gli automobilisti, costretti a
deviazioni e incolonnamenti obbligati dai vigili urbani messi in campo per far
digerire la nuova viabilità ai cittadini. La battuta preferita dai pendolari in
auto? Che Marino voglia pedonalizzare persino il Grande Raccordo Anulare. Come
dire che il sindaco Pisapia vieti la tangenziale alle auto. Tant’è.
IL CONCERTO DEI ROLLING STONES
- La bagarre mediatica scoppia anche all’indomani di un maxi concerto rock.
Questa volta protagonisti dell’evento dell’anno sono niente meno che i Rolling
Stones. Cinquant’anni di attività per il gruppo targato Jagger - Richards
meritano uno scenario d’eccezione: il Circo Massimo. Il monumento ai piedi del
colle Palatino, del resto, aveva già ospitato i festeggiamenti per il terzo
scudetto della As Roma. Una folla oceanica si era radunata tra via dei Cerchi e
via del Circo Massimo non solo per rendere omaggio a Totti e compagni ma per
assistere allo strip di Sabrina Ferilli. Dunque quale palcoscenico più
collaudato agli isterismi collettivi che il Circus Maximo? Tanto più che il suo
affitto, vale a dire l’occupazione di suolo pubblico, costa appena ottomila
euro. Un’inezia rispetto agli introiti finiti nelle tasche dei protagonisti:
almeno 70mila i biglietti venduti per un incasso che supera i 6 milioni e
300mila euro. Nonostante le dichiarazioni di Marino, grande fan degli Stones
che attende l’evento dal suo primo giorno in Campidoglio, nessuno riesce a
varare una delibera che aumenti significativamente il costo del monumento.
Mesi dopo, e solo in seguito a dure polemiche, per il raduno
nazionale del Movimento 5 Stelle la giunta Marino è indecisa se chiedere ai
grillini 50mila o 100mila euro. A sua difesa Marino incalza: “Roma oggi ha
circa 60 mila persone oltre ai 10 - 20 mila romani che sono venuti per questo
evento. Persone che sono andate in albergo, ristoranti, che hanno preso un
taxi, un gelato e hanno determinato un guadagno per la città di 25 milioni di
euro in un giorno".
LE POLITICHE AMBIENTALISTE - Ai
romani non basta. Anche perché l’odio aumenta con il numero delle ordinanze
“ambientaliste” emesse dal sindaco. A cominciare da quella che vieta ai
possessori di moto, motorini e scooter euro 1, 2 e 3 di circolare nella città
eterna dentro l’anello ferroviario. Una zona enorme, ben oltre il limite del
centro storico. Decisione che costringe migliaia di centauri all’acquisto di un
mezzo di nuova generazione. Dura poco. Alla fine dell’estate il divieto viene
esteso a chiunque non sia residente limitatamente all’area del Tridente. Per le
due ruote vengono realizzati parcheggi ad hoc al posto di quelli prima
riservati alle auto. Insomma, una coperta troppo corta che viene tirata da una
parte e dall’altra senza che venga trovata una soluzione. Il diktat di Marino è
perentorio: “tutti in bicicletta”. La cosa, ma solo per quelli che vivono in
centro e non si muovono da lì, fa anche bene alla salute.
I TAGLI AI SERVIZI - Marino
fa infuriare persino le famiglie numerose con l’aumento delle rette per gli
asili nido dal terzo figlio in poi. Da zero euro a quote che vanno fino a 280
euro al mese. Decisione presa dopo le iscrizioni tanto che il Tar, a fine
ottobre, annulla il provvedimento dando ragione ai genitori. Con il taglio del
30 per cento agli stipendi degli impiegati comunali, “pizzardoni” compresi, il
grado di popolarità del sindaco scende ai minimi storici. Anche perché,
ribattono i sindacati, il taglio reale non è sulla busta paga dei lavoratori (e
che porterebbe a un risparmio per il Comune di 80 milioni di euro) ma ai
servizi per la cittadinanza. Un esempio? Con uno stipendio base di 1400 euro,
inalterabile, il taglio è possibile solamente ai 3 - 400 euro di straordinari o
servizi particolari, come l’indennità notturna. “Di fatto - sostengono i
sindacati della polizia municipale - il pattugliamento della città nelle ore
notturne viene ridotto di un terzo con conseguenze immaginabili”. “Il sindaco,
anziché dedicarsi al taglio dei maxi stipendi dei dirigenti - spiega Stefano
Giannini, segretario romano del Sulpl, il Sindacato Unitario Lavoratori di
Polizia Locale -, preferisce togliere quei già pochi servizi di cui i cittadini
di Roma chiedono disperatamente incremento mettendo a rischio l’intero sistema
sicurezza predisposto dal Prefetto e dal Questore”.
LE NOZZE GAY - Le polemiche
salgono su altri livelli quando Marino decide di trascrivere sui registri
capitolini 16 nozze gay celebrate all’estero, 11 fra uomini, 5 fra donne. Un
vero “disobbediente”: contro di lui si schierano, fra gli altri, il ministro
Angelino Alfano, che parla di atto illegale, e il Prefetto Giuseppe Pecoraro
che dopo aver intimato la cancellazione delle trascrizioni annulla, de facto,
l’atto municipale. “La firma di Marino - dichiara il ministro Alfano - ha lo
stesso valore di un autografo”.
Marino ha comunque ancora quasi quattro anni per rifarsi. O
per perdere pure la fiducia di quei 400 romani del sondaggio.
(Fonte: Il
Giornale)
peggio di alemagno? se lo vengono a sapere i comunisti...
RispondiEliminachi ha causa del suo mal, pianga se stesso.
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