A dirlo una ricerca
condotta dall’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima del Consiglio
nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna, già pubblicata sulla rivista
internazionale Atmospheric Environment
“Nebbia in Val Padana”.
Una previsione Meteo diventata slogan degli inverni italiani, specie per chi
abita in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. E fu perfino utilizzata
come titolo di una Fiction andata in onda su Raiuno nel 2000 avente come protagonisti
Cochi e Renato ritrovatisi dopo anni, che ne cantavano anche l’omonima sigla.
Ma ora, causa i cambiamenti climatici, rischiamo di perdere anche questo
fenomeno meterologico. Il che ha un qualcosa di nostalgico certo, ma in fondo
farebbe la gioia di chi con quella fastidiosa nebbia ha a che fare per diversi
mesi. A dirlo una ricerca dell’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima
del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna, pubblicata sulla
rivista internazionale Atmospheric Environment.
LA CAUSA - Gli studiosi hanno
osservato come dall’inizio degli anni ad oggi, gli episodi di nebbia che
caratterizzavano la Val Padana sono quasi la metà, con la contemporanea
diminuzione della concentrazione di inquinanti e la riduzione di ben 10 volte
dell’acidità, oggi è prossima alla neutralità.
In pratica stavolta il cambiamento climatico, dovuto
all’innalzamento delle temperature medie ha anche un effetto positivo: la
“sparizione” della nebbia dimostra un concomitante miglioramento della qualità
dell’aria. Una buona notizia, visto che la pianura padana è una delle aree più
inquinate d’Europa, e questo anche perché durante l’inverno la stagnazione
dell’aria intrappola gli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera, e la
nebbia riduce sensibilmente la visibilità, con pesanti ricadute su traffico e
viabilità che generano inquinamento.
«In sostanza, le goccioline di cui è fatta la nebbia
assorbono e concentrano le sostanze inquinanti, che così si depositano più facilmente
sulla vegetazione e inalati dagli esseri umani», ha spiegato il responsabile
dello studio ventennale, Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Isac-Cnr. «Quindi la
diminuzione di circa il 47% degli episodi di nebbia negli ultimi due decenni ha
l’effetto positivo di aver ridotto la concentrazione di inquinanti - racchiusi
nelle goccioline di acqua - di circa l’80%, riflettendo una riduzione delle
emissioni dei principali inquinanti come anidride solforosa, ossidi di azoto,
ammoniaca, rispettivamente del 90%, 44% e 31%». Di pari passo è precipitata
anche l’acidità della nebbia, ormai vicina alla neutralità. Ne beneficiano
vegetazione e beni artistici esposti alle intemperie.
MA NON E’ TUTTO POSITIVO - Tutto
a posto, quindi? Non proprio? Nell’aria della Val Padana rimangono componenti
dannosi per la nostra salute, in particolare particelle carboniose. Nelle
goccioline d’acqua i ricercatori hanno infatti rilevato un contenuto medio di 1
milligrammo per litro di particolato carbonioso che viene da diversi processi
di combustione, come il riscaldamento di casa, la combustione di legna, residui
agricoli, processi di produzione di energia e traffico. Si tratta di potenziali
killer, visto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità possono essere
responsabili di malattie respiratorie e cardiovascolari e, in alcuni casi, di
insorgenza di tumori. «Il motivo della loro persistenza è che non sono regolate
dalla legge, mentre per gli altri inquinanti ci sono regole addirittura europee
che hanno portato negli anni a un calo enorme degli inquinanti - spiega Fuzzi -
Se si unisce a questo il fatto che ultimamente nella pianura padana in modo
particolare, ma un po’ in tutta Europa sta aumentando l’uso della combustione
della legna - responsabile del rilascio nell’area di queste particelle - si
spiegano queste concentrazioni allarmanti».
(Fonte: La
Stampa)
da me, c'era nebbia sempre e sovente
RispondiEliminaquest'anno 1 giorno solo di nebbia, e pure solo per mezza giornata
complimenti all'Inter...
non credo che qualcuno la rimpiangerà
RispondiEliminaE' vero, ormai è poca cosa.
RispondiEliminaVoi nemmeno immaginate cosa era la nebbia in questi luoghi.
E' perché c'è La Lega, che siccome governa, ha cambiato le condizioni climatiche. Da "Piove, governo ladro" a " Nebbia, Roma ladrona". Così per non portare acqua al sacro mulino del Po non si parla più di nebbia.
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