IL WEB SI E' INDIGNATO, MA HA ANCHE IRONIZZATO, SULLA FRASE
DI ALICE SABATINI. MENTRE LA CONDANNA A 8 MESI PER LO SCRITTORE E' PASSATA
INOSSERVATA
Forse dopo la polemica riguardante la nuova Miss Italia,
Alice Sabatini, in tanti si saranno accorti che la kermesse che sancisce chi è
(per una giuria) la più bella d'Italia, ossia Miss Italia, si svolge ancora. Dato
che la storica rete che l'ha trasmessa per decenni, con il defunto Patron
Mirigliani ogni volta scongelato per l'occasione, Raiuno, non lo fa più da
qualche anno. Questione di soldi, probabilmente, e forse di sponsor che non
pagano più come una volta (tanto ormai la Rai ha perso la trasmissione di molti
eventi di rilievo). Ora la manifestazione si svolge su La7, in una versione
molto più trash (basta dire che a presentarla c'era l'urlatrice Simona Ventura
e nella giuria Claudio Amendola e Vladimir Luxuria) e dai ritmi ancor più morti
che in passato. A vincere, come detto, è stata Alice Sabatini, 18 anni,
giocatrice di basket di Montalto di Castro (Viterbo). Viso carino e
mediterraneo, corpo statuario, ma soprattutto, capello corto e tatuaggio di
Michael Jordan sulla coscia destra che hanno fatto la differenza; facendole incarnare
lo stereotipo di ragazza moderna. E chissà se pure l'infelice frase sulla
Guerra mondiale può essere considerato uno stereotipo della ragazza moderna, tutta
talent e smartphone e poco cervello. Speriamo di no. Fatto sta che il web non
se l'è lasciata sfuggire, ponendola prontamente su una croce. Peccato però che
cybernauti e intellettuali (veri e presunti) non si siano indignati parimenti
per la richiesta di condanna nei confronti dello scrittore Erri De Luca.
Trattato come un capo-terrorista per un'opinione sulla Tav di due anni fa.
LE ACCUSE ALLA SABATINI –
Interpellata dalla giuria che cerca di conoscere meglio le ragazze, Alice
Sabatini ha detto: "Avrei voluto vivere la Seconda Guerra Mondiale, tanto
essendo donna non avrei nemmeno dovuto fare il militare". Frase infelice,
per la quale si è giustificata così a Urban Post: “Non sono riuscita a espormi
bene, considerando che sono stata la prima a essere intervistata". Il suo
pensiero reale era questo: ''Mi sarebbe piaciuto essere come la mia bisnonna,
che è ancora viva e mi parla sempre della seconda guerra mondiale", ha
detto Alice. "Avrei voluto provare ciò che ha passato lei in quegli anni,
nel bene e nel male. Ovviamente tutti mi hanno guardato con aria sconvolta e
non sono riuscita a spiegarlo bene. Ma penso che mi avrebbero insultata anche
se avessi risposto diversamente''.
L'emozione gioca un brutto scherzo, certo, ma tra il suo
pensiero e la frase esternata ci passa proprio un abisso…
LE ACCUSE A ERRI DE LUCA - De
Luca, sostenitore del movimento No Tav, è stato rinviato a giudizio per avere
dichiarato nel settembre 2013 a due testate giornalistiche che la linea
ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione “va sabotata”. Secondo il pm Rinaudo,
occorre tenere conto di due elementi fondamentali relativi alla pronuncia di
queste parole: il contesto in cui sono state dette e la qualità dell’agente,
ovvero la personalità e il ruolo di chi le ha proferite. Il contesto, ha
ribadito il pm, «era di violenza». In particolare, nell’anno 2013, ci fu «un cambio
di passo - ha sottolineato il sostituto procuratore - che portò gli estremisti
No Tav a compiere non solo assalti al cantiere ma anche attacchi notturni
esterni, alle ditte, a cose o persone, anche contro poveri operai, che avevano
a che fare con la Tav». In questo clima, le frasi dichiarate da De Luca agli
organi di stampa avrebbero contribuito a fomentare un clima di tensione e di
azioni aggressive.
Inoltre, ha aggiunto il magistrato, «De Luca non è uno
qualunque». «Quando parla – ha esclamato - le sue parole hanno un peso
rilevante, soprattutto in relazione ai destinatari, quel movimento No Tav che
lui frequentava. De Luca è uno scrittore di fama, un personaggio noto: parliamo
di forza suggestiva. Ha incitato altri soggetti a commettere reati». «E non ci
venga a dire che non ha mai sentito parlare di molotov…» ha aggiunto. A De Luca
dall’accusa sono state concesse le attenuanti generiche «per l’atteggiamento
collaborativo che ha manifestato al processo e per il fatto che non si è mai
sottratto alle domande dell’accusa». «C’è molta differenza tra la pena
richiesta e gli argomenti prodotti, mi sarei aspettato il massimo» ha
dichiarato lo scrittore durante una pausa dell’udienza. Comunque vada, ha
aggiunto, «questa sentenza è un messaggio sul presente immediato di questo
paese e sulla sua possibilità di libertà di espressione». «Io non sono una
vittima - ha precisato - non sono un martire, non mi è caduta una tegola in
testa mentre camminavo per strada. Sono un testimone di una volontà di censura
della parola».
LA SUA DIFESA - Il processo
contro l’intellettuale ha avuto origine da una denuncia sporta da Ltf, che nel
2013 gestiva i lavori del cantiere della Tav a Chiomonte (Torino). Alberto
Mittone, legale della società che si è costituita parte civile, ha spiegato
perché lo scrittore amico dei No Tav sarebbe responsabile di istigazione a
delinquere: «Le parole hanno un effetto salvifico o dannoso. Le parole
comunicano sempre qualcosa. Il diritto di manifestazione del pensiero è un
diritto come tutti quelli costituzionali, limitato. Non esistono nella nostra
Carta dei diritti assoluti. Quindi dire dico ciò che voglio, come i bambini
capricciosi, non fa parte del nostro patrimonio giuridico”. «Confido che in
prigione non ci vada – ha concluso Mittone rivolgendosi al poeta imputato -
forse lei gradirebbe fare il martire. Lei, De Luca, non è un esponente della
grande piazza, lei è una persona che forte della propria cultura e
dell’audience che ha, non ha considerato le regole ordinarie della convivenza
civile, che sono porre limiti alla manifestazione del pensiero, pensare che
istigare comporta delle conseguenze e che sabotare costituisce reato».
Ma davvero il reato di istigazione a delinquere relativo
alla parola, oggi è ancora attuale? Nutre seri dubbi l’avvocato difensore di
Erri De Luca, Gianluca Vitale, che per il suo assistito ha chiesto
l’assoluzione senza alcuna subordinata. «Con questo processo l’Italia sta
affrontando un esame sulla libertà del pensiero – ha dichiarato - una norma
deve tenere conto dello spirito del tempo e del sentire comune e l’ordine
pubblico non è la pace sociale, la democrazia è l’antitesi di questo concetto.
Qui non c’è nessuna prova che le parole siano state lesive e dall’altra parte
c’è una suggestione: che molte persone hanno ritenuto quelle parole non
istigabili». «De Luca – ha precisato Vitale - ha detto da subito che la Tav
andava arrestata, fermata e pertanto sabotata. Questo era il senso. Non ha mai
detto: sabotiamo per…». «Il reato contestato – ha concluso – è quindi un reato
impossibile, perché chi avrebbe dovuto essere suggestionato, tra i No Tav, era
già ampiamente intenzionato e convinto di determinate cose. Non aveva bisogno
di De Luca. Le sue parole non avevano quindi l’idoneità in concreto, nei
confronti della platea, di istigare alla commissione di reati».
il problema è molto semplice: De Luca non lo conosce nessuno, Miss Italia tutti..
RispondiEliminavedi un pò tu...
Io spero che lo condannino. Compresi tutti i teppisti e quelli che li sostengono, senza escludere i radical-chic da salotto che hanno fatto i fighetti. Tutti dentro.
RispondiEliminaSecondo almeno quanto ho sentito, la sua non è stata solo una opinione espressa, ma una chiara indicazione su come procedere contro i lavori.
RispondiEliminaAlias istigazione.
Sappiamo che vi sono stati altri casi simili con conseguenze.
CREDO FACCIA PEGGIO L'IGNORANZA DELLA LINGUA DELLA RAGAZZA, da brivido. Quando invecchierà la bellezza sfiorirà e rimarrà la dannosa imbecillità
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