NEL PARTITO DEMOCRATICO CRESCE LA SUGGESTIONE DI RIPROPORRE
COME SINDACI DUE PERSONALITA' CHE LO HANNO GIA' FATTO ANNI FA PER NAPOLI E ROMA
Un'amica una volta mi ha detto: quando si è in crisi si
tende a ricordare e cercare con nostalgia il proprio passato. Sante parole. E
ciò vale tanto nella sfera privata quanto in quella politica. Nei periodi di
profonda crisi economica e smarrimento sociale, riemergono nostalgie per
personaggi ormai archiviati nei libri di storia, anche quando sono stati
protagonisti di epoche non certo irreprensibili. Si pensi ai nostalgici di
Mussolini o di Craxi, che oggi ai loro occhi, se confrontati a chi li dovrebbe rappresentare,
appaiono come nobili padri della patria. Eppure sono stati il simbolo
rispettivamente di una dittatura e di un sistema di corruzione.
Nel suo piccolo, anche il Partito democratico ha una propria
nostalgia canaglia. Per dirla come i redivivi Albano e Romina. In particolare,
per due ex Sindaci, oggi tornati in auge in mancanza di valide alternative
valide nelle rispettive città dove hanno già amministrato anni fa: Bassolino e
Veltroni.
SARANNO RIPROPOSTI COME SINDACI DI
NAPOLI E ROMA? – Avendo paura di fare nuove figuracce in quel di Napoli
e Roma, il Pd starebbe addirittura pensando di riproporre quei due ex Sindaci,
molto ex.
Antonio Bassolino, ex Sindaco di Napoli e Governatore della
Campania, non ha avuto in quel di Napoli eredi degni di spessore. Si sperava in
Cozzolino o in Oddati, ma hanno deluso le aspettative. O meglio, godono pure di
vagonate di voti, ma non hanno presa su un elettorato più largo rispetto alla
propria fedele corte. Bassolino fu eletto nel 1993 ed è considerato fautore di
quello che fu chiamato 'Rinascimento napoletano' di metà anni '90. Peccato però
che durante il secondo mandato fu chiamato a fare il Ministro del lavoro e
lasciò la città nel caos. Di lui si ricorda soprattutto la pedonalizzazione di
Piazza Plebiscito, diventata un mega parcheggio all'aperto. Poi divenne Governatore
e fu travolto dall'emergenza rifiuti che non affrontò mai in modo efficace. Per
non parlare della distribuzione di incarichi, della creazione di carrozzoni
pubblici (le partecipate) e di quanti fondi sono stati sprecati in quel
decennio in progetti inutili. Alla fine del suo mandato ha lasciato in eredità
un bilancio da film horror.
Walter Veltroni è invece stato un buon Sindaco della
Capitale, ma è anche vero che in quegli anni i Comuni godevano di più fondi.
Figuriamoci Roma. Eppure non sono mancati sprechi e scelte discutibili. Poi si
è impegnato nella svolta dei Ds e nella creazione del Pd, contribuendo a uno
spostamento verso destra del partito, ma anche a una semplificazione del quadro
politico nazionale (nacque a destra, in risposta, il Pdl). Oggi fa il regista,
lo scrittore, il giornalista e si è impegnato per l'Africa. Ma dopo la
sconfitta nel 2008 e il mandato imbarazzante di Marino, al Partito democratico
privo di candidati di spicco non dispiacerebbe una sua riproposizione.
Le candidature di Veltroni e Bassolino sarebbero però un
fallimento tanto per il Pd, che dimostrerebbe di non aver coltivato in questi
anni nuove personalità di spicco, quanto, e soprattutto, di Renzi. Che ha fatto
della rottamazione la sua arma principale per l'ascesa politica. Finirebbe così
per candidare due jurassici.
É una schifezza ma e ancora piú schifoso chi le vota.
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