in una analisi dei
rischi basata su dati ottenuti da valutazione fra pari della letteratura
scientifica
Le due notizie
sono emerse quasi contemporaneamente. Da un lato, l'Oms lanciava l'allarme sul
rischio cancerogeno derivante dalle carni rosse. Dall'altro, il primo via
libera dal Parlamento europeo agli insetti classificabili come “nuovi prodotti
alimentari”. Gli amanti dell'alimentazione tradizionale, soprattutto gli
appassionati di carne e insaccati, sono rimasti alquanto disorientati e
spiazzati. Possibile che l'alimentazione del futuro sia a base di larve, mosche
e grilli anziché di succulenti bistecche al sangue o appetitose salsicce? La
verità, come sempre, sta nel mezzo.
LE CARNI FANNO MALE IN CASO DI ABUSI
- L'allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità riguardo carni rosse e
insaccati (a cui qualche giorno dopo si è aggiunto pure il caffè) è sempre
legato al solito discorso degli abusi. Se mangio questi alimenti tutti i giorni
o quasi, è normale che sia più esposto a conseguenze pericolose per la mia
salute: l'insorgere di tumori, colesterolo, infarti. Se ne mangio una o due
volte a settimana, controbilanciandoli con altri alimenti quali legumi,
verdure, carboidrati, ecc., allora i rischi si riducono drasticamente.
NON E' DETTO CHE GLI INSETTI NON
SIANO DA MENO - Stesso dicasi per gli insetti a tavola. Mosche, larve
della farina, grilli e bachi da seta: sono queste le specie di insetti “con
maggior potenziale d’uso come alimento o mangime nell’Unione europea”. E’
quanto rivela l’Efsa – Agenzia dell'Ue sul cibo - in una analisi dei rischi
basata su dati ottenuti da valutazione fra pari della letteratura scientifica
(peer review).
Tutto sta ai metodi di produzione e al cosiddetto
“substrato”, ossia ciò con cui gli insetti vengono nutriti. Che si tratti di
deiezioni umane, letame o rifiuti di cucina, “quando gli insetti non
trasformati vengono nutriti con sostanze per mangimi attualmente autorizzate,
la potenziale insorgenza di pericoli microbiologici è prevedibilmente simile a
quella associata ad altre fonti di proteine non trasformate”, spiegano gli
scienziati Efsa. Per quanto riguarda il trasferimento di contaminanti chimici
da diversi tipi di substrato agli insetti stessi, invece, “i dati disponibili
sono limitati”.
E dal punto di vista ambientale? L’allevamento di insetti
commestibili, secondo le previsioni, sarebbe paragonabile a quello di altri
sistemi di produzione animale. “Andrebbero comunque applicate le attuali strategie
di gestione dei rifiuti per smaltire le scorie derivanti dall’allevamento di
insetti”, puntualizza l’Agenzia.
Bleah!
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