martedì 12 febbraio 2008

FINI...PARABOLA DISCENDENTE DI UN POLITICO PROMETTENTE

Con la fusione di Alleanza Nazionale con Forza Italia (insieme alle prossime elezioni in un’unica lista, quella del Partito popolare), si compie la parabola discendente di un uomo politico promettente, quale Gianfranco Fini.
Diventato segretario dell’MSI a soli 35 anni (soli, visto l’andazzo della politica italiana che fa emergere politici dopo i 50 anni), sostituendo lo storico leader Pino Rauti, si candida alle elezioni autunnali a sindaco di Roma nel ’93 contro Rutelli. Poi si rende tra i principali fautori dello scioglimento dell’MSI, con la nascita di Alleanza Nazionale, diventandone Presidente, nel 1995 (Congresso di Fiuggi). Col secondo Governo Berlusconi del 2001 diventa vice Presidente del Consiglio e poi Ministro degli esteri.

Il distacco definitivo dalle idee fasciste e missine avviene quando, durante tale legislatura, si reca in Israele definendo il fascismo male assoluto, essendo stato complice del Nazismo. Da quel momento inizia il distacco di alcuni personaggi di spicco di AN, come la Mussolini che fonda un partito proprio (Azione sociale) e Storace che prima forma un “correntone” interno al partito, uscendovi poi definitivamente alla fine del Governo Berlusconi, fondando anch’egli un suo partito (La Destra, insieme a Buontempo e alla Santanchè). Dopo la sconfitta del 2006, finendo all’opposizione, iniziano anche degli screzi con il Cavaliere, che fanno illudere ad un ritorno dell’orgoglio di Fini. Tutto però svanisce con la caduta del Governo Prodi, anzi, arriva il passo decisivo proprio in questi giorni, con la convergenza in un partito unico con Forza Italia, che porterà la scomparsa di AN, anche a livello europeo, visto che convergeranno nel PPE.
E pensare che fino a metà anni ’90 si era reso celebre per alcune frasi quali (da Wikipedia): («Credo ancora nel fascismo, sì, ci credo» 19 agosto 1989 «Nessuno può chiederci abiure della nostra matrice fascista», Il Giornale, 5 gennaio 1990; «Mussolini è stato il più grande statista nel secolo. E se vivesse oggi, garantirebbe la libertà degli italiani», 30 settembre 1992; «...chi è vinto dalle armi ma non dalla storia è destinato a gustare il dolce sapore della rivincita... Dopo quasi mezzo secolo, il fascismo è idealmente vivo...», maggio 1992; «Mussolini è stato il più grande statista del secolo... Ci sono fasi in cui la libertà non è tra i valori preminenti», giugno 1994).
Certo, non voglio dire che doveva restare un neofascista, ma il suo appiattimento politico è stato alquanto ridicolo, perché anche se non doveva restare su basi ideologiche estremizzate, credo che le idee cardine della “destra sociale” non siano da mettere al bando, anzi la loro presenza in Parlamento è qualcosa di positivo. Invece, con la concomitante perdita di peso della sinistra, ci si ritroverà 2 partiti a farla da padroni sostanzialmente uguali, divisi solo dagli interessi particolaristici di Berlusconi. Un qualcosa peggiore dei tempi della DC, perché almeno prima i democristiani erano sempre costretti ad allearsi con qualche partito per Governare, invece così vi è una maggioranza moderata che ha pressappoco l’80% del Parlamento.
Un passo del genere porterà vantaggi soprattutto al partito di Storace, perché, se correrà con un proprio simbolo, se pur nella coalizione di centro-destra, beccherà molti voti degli ex AN, delusi da Fini. Come dargli torto. Craxi, quale uomo politico intelligente quale era, lo definì agli esordi un cioccolatino vuoto dentro, solo con l’involucro fuori.


8 commenti:

  1. Bello qua, davvero (:
    ti lascio un dolce saluto

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  2. Cosa si fa per non perdere il treno...ha giocato d'astuzia ed è stato ricompensato.

    Vedrai che "fusione" tra PD e PDL, dopo le elezioni...ciao
    angela

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  3. troppo d'accordo con la tua analisi. strano, neh?:-))

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  4. Tra male e bene Fini ha fatto la sua revisione storica sul fascismo, tardiva ma non troppo.

    Avrei voluto la stessa cosa da Veltroni. Lui è ancora l'unico che è ancora in tempo.

    Vorrei che togliesse Via Togliatti dalla toponomastica di Roma.

    Ne saremmo tutti felici.

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  5. Prima di entrare nel PDL non se ne parlava, ora si rimangia la parola. Coerenza a puttane...ma di che mi stupisco?

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  6. il problema vero è che senza chiedere a nessuno del suo partito scioglie An, delegando così tutti quelli di destra a scegliere fra il polpettone PDL e i rigurgiti neofascisti di Storace.
    Poi, dopo le varie alzate di capo contro Berlusconi a Novembre mi pare che torni dal padrone scodinzolando. Che dignità, che orgoglio, proprio nello stile di Almirante, il suo mentore politico, uguale uguale...

    Quel pecorone di Storace ci sta facendo anche una discreta figura al confronto.

    Bruno.

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  7. una precisazione, perchè penso sia giusto capire cosa volesse dire quel "fascismo male assoluto":
    con quell'espressione, Fini si riferì non al fascismo in sè, bensì al fascismo della fase finale, quello delle leggi razziali: la cirvcostanza in cui lo disse non è a caso.
    Poi i giornali ci ricamarono sopra in modo assolutamente non veritiero, e gli stessi politici (mi riferisco alla Mussolini) capirono quel che volettero capire.....


    Purtroppo, su quello che scrivi, mi trovi concorde......
    Saluti

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  8. azz, mi sa che volettero non si dice....va bè, nella foga della scrittura mi è venuto fouri uno schifo......

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