IL PRIMO “CONSEGNATO” DALLA CAMERA AL CARCERE DI POGGIOREALE PER 319 SI’ CONTRO 293 NO. IL SECONDO INVECE HA OTTENUTO IL SALVATAGGIO DEL SENATO GRAZIE A 151 NO CONTRO 127 SI’
Sulla politica italiana torna a rimbombare in modo minaccioso quel tintinnio di manette che quasi vent’anni fa stravolse alcuni partiti di massa ponendo fine alla Prima Repubblica. Non siamo ancora a quei livelli, ma ormai il ritmo con il quale gli avvisi di garanzia e i mandati di arresto piovono sui politici è talmente costante, che il refrain prodotto rievoca inevitabilmente il periodo di Mani pulite.
Tra l’altro, la guerra Magistratura-politica è ormai bipartisan, dando adito (e in fondo ragione) a quanti ormai nella politica non credono più da tempo e nuotano nel qualunquismo. Basta citare gli ultimi casi: Piergianni Prosperini, l'ex assessore lumbard finito ieri mattina ai domiciliari (recidivo dopo solo qualche mese) perché accusato di aver ricevuto delle tangenti per favorire un imprenditore in una gara d’appalto per la promozione di eventi in Valtellina; o quelli di Filippo Penati, capo della segreteria politica di Bersani indagato perché avrebbe preso mazzette fino a 4 miliardi di lire.
Poi ci sono gli ormai noti casi del deputato Alfonso Papa (Pdl) e del senatore

ALFONSO PAPA, IL MASSONE MANDATO AGLI ARRESTI DALLA CAMERA – Alfonso Papa è finito nell'inchiesta P4 portata avanti dai pm Henry Woodcock e Francesco Curcio della procura partenopea. I reati contestati sono: corruzione, concussione, estorsione e favoreggiamento personale. Secondo il gip di Napoli Papa, Luigi Bisignani, Enrico La Monica e Giuseppe Nuzzo "promuovevano, costituivano e prendevano parte a una associazione per delinquere, organizzata e mantenuta in vita allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e contro l'amministrazione della giustizia". Insomma, per la procura di Napoli Papa avrebbe fatto parte di "un sistema informativo parallelo" al fine di acquisire informazioni sulle indagini e usarle per avanzare "indebite pretese e indebite richieste" sugli indagati.

Il resto della maggioranza ha votato contro il suo arresto, mentre l’opposizione a favore. Papa è stato arrestato nella serata di mercoledì stesso, e adesso è recluso nel carcere napoletano di Poggioreale.
ALBERTO TEDESCO, L’ASSESSORE DI VENDOLA SALVATO DAL SENATO - Finito nell'inchiesta che ha sconvolto la sanità in Puglia, l'ex assessore di Vendola è accusato di corruzione, concussione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e falso.
Nel mirino dei pm di Bari ci sono i presunti appalti truccati e le nomine dei vertici dell'Asl: dal 2005 al 2009 la sinistra pugliese avrebbe, infatti, imposto i primari e gli imprenditori che avrebbero poi dovuto vincere le gare d’appalto. "La prassi politica dello spoil system - si legge nell'ordinanza del gip Giuseppe de Benedictis - era talmente imperante nella sanità regionale da indurre Vendola, pur di sostenere alla nomina a direttore generale di un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare, con una nuova legge a usum delphini, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina della persona da lui fortemente voluta".

Sebbene non ci siano certezze, perché il voto si è svolto come detto a scrutinio segreto, decisivi dovrebbero essere 34 voti provenienti da sinistra. Se è vero che la maggioranza ha più voti in Senato che alla Camera, la Lega ha presumibilmente votato in favore del suo arresto mentre si presuppone che una parte dei No sia giunta proprio dal Pd; nella fattispecie dai dalemiani pugliesi vicini al Senatore Nicola La Torre.
Insomma, ciò che ne viene fuori da queste votazioni è che la Casta fa, come diciamo a Napoli, “figli e figliastri”. Il Pdl è irremovibilmente garantista, anche quando ammette le colpe dell’indagato; la Lega si è riscoperta forcaiola, proprio come ai tempi di Mani pulite; l’Udc si sta sforzando di fare pulizia interna partendo proprio dalle case altrui; l’Idv, a parte qualche pecorella smarrita che spunta di

Risultato: Papa è in carcere, mentre Tedesco, benché abbia invitato i suoi colleghi senatori a farsi arrestare, è ancora un membro della Casta.
Appuntamento dunque alle prossime votazioni salva-indagati, le quali sicuramente non si faranno attendere troppo.
(Fonti: Il Giornale)
la conferma che sono tutti uguali...
RispondiEliminaNon devono sentire il tintinnio di manette ma lo scatto ai polsi
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