I DUE ERANO IMPEGNATI NELLA LOTTA CONTRO LA REALIZZAZIONE
DEL TAV IN VAL DI SUSA. SI IMPICCARONO IN CARCERE
Una vicenda come la loro la si riteneva ormai roba da anni
’60-’70, quando in Italia si respirava un clima politico-sociale esasperato;
quando bastava poco per essere etichettati come pericolosi terroristi dalla
Magistratura e dai media. E invece si è consumata a fine anni ’90. E tra poco,
l’11 luglio, ricorrerà anche un triste anniversario. Parlo della storia di Sole
(l'argentina Maria Soledad Rosas) e Baleno (Edoardo Massari), che insieme a
Pelissero sono stati tre squatters anarchici, i quali, a partire dal marzo del
1998, furono vittime di un vero e proprio complotto giudiziario e istituzionale
guidato dal PM Maurizio Laudi. Accusati ingiustamente di aver compiuto azioni
ecoterroristiche nel torinese, subirono una terribile gogna mediatica che portò
al suicidio di Baleno il 28 marzo e Soledad l’11 luglio. Il processo
conseguente porterà alla condanna di Silvano Pelissero, ma solo per reati
minori e non certo per associazione terroristica.
IL CONTESTO - Fra l'agosto
del 1996 ed il gennaio del 1998 in Val Susa si verificarono numerosi atti di
sabotaggio, diretti contro centraline elettriche, trivelle, impianti della
Sitaf, della Telecom, Omnitel e un ripetitore Mediaset, rivendicati dai
fantomatici “Lupi Grigi”.
Questi attentati non hanno mai provocato danni ingenti;
unica eccezione il furto di alcune attrezzature dal Municipio di Caprie,
seguito da un incendio. L'attentato di Caprie (uno degli 11 comuni che fin
dall'inizio si sono opposti all'alta velocità) è l'unico che appare
immediatamente non avere nulla a che fare con i sabotaggi avvenuti fino a quel
momento, in quanto l'obiettivo non ha nessuna affinità con i precedenti.
I PM Maurizio Laudi e Marcello Tatangelo si concentrano
proprio su quest'”attentato”, cercando di addossare la responsabilità ai tre
anarchici e costruendo un vero e proprio “castello accusatorio”, fortemente sostenuto
dai mass-media di regime.
L’ARRESTO - Il 5 marzo 1998
Silvano Pelissero, Edoardo Massari (Baleno) e l'argentina Maria Soledad Rosas
(Sole), che convivevano nell'ex obitorio del manicomio di Collegno di Torino,
occupato dal giugno 1996, vengono arrestati.
La sera dello stesso giorno, poliziotti e carabinieri
procedono allo sgombero dell'Asilo Occupato di via Alessandria e l'Alcova di
corso S. Maurizio, entrambi di Torino, distruggono ogni cosa, rompono vetri,
impianti igienici e tutto ciò che gli capita sotto mano (L'Asilo viene
rioccupato in serata). I tre squatters (cioè "occupanti") vengono
posti in isolamento senza che alcuno gli comunichi la gravità delle accuse che
pende sul loro capo: associazione sovversiva con finalità di terrorismo, secondo
l' art. 270 bis del codice penale.
Il 7 marzo il giudice per le indagini preliminari Fabrizia
Pironti conferma l'arresto con l'accusa di associazione sovversiva con finalità
di terrorismo (art. 270 bis c.p.)
Fin dall'inizio le indagini partono dall'assunto che i
colpevoli sono i tre anarchici ed è quindi necessario solo trovare le prove a
loro carico. Nonostante lo smodato uso di intercettazioni ambientali, delle
telecamere e delle frequenti perquisizioni, nessuna prova schiacciante viene
però effettivamente trovata a carico dei tre. Nonostante il niente in mano ai
PM il procedimento continua ad andare avanti, soprattutto "grazie" al
sostegno mediatico.
LA GOGNA MEDIATICA - Proprio
l'opera dei giornalisti si rivelerà decisiva nello screditamento degli anarchici
vicini ai tre giovani, alimentando paure e costruendo un processo mediatico in
cui la condanna è già scritta. I media enfatizzano il ritrovamento di “prove”
inesistenti (diciannove fantomatiche molotov già confezionate e una micidiale
pipe-bomb, un tubo di ferro pieno di esplosivo!) che mai verranno presentate al
processo e di cui nessuno parlerà più.
Sin dal 7 marzo 1998 i quotidiani torinesi escono con titoli
altisonanti: «Blitz contro gli eco-terroristi», «I Lupi grigi presi nei centri
sociali – Lunga indagine con un infiltrato, sequestrate bombe e micce»,
«Squatters anarchici con la passione delle armi» (La Stampa), «Fermati tre
sovversivi – Una pista sugli attentati anti-Tav in Val Susa» (La Repubblica).
Subito dopo l'arresto di Sole, Baleno e Silvano, un presidio
di protesta contro gli arresti e gli sgomberi, davanti al municipio di Torino,
è brutalmente caricato dalla polizia. Nel corso degli scontri, volutamente
cercati dalle forze dell'ordine, alcune vetrine cadono in frantumi.
E' questo il pretesto che scatena definitivamente i
mass-media nella loro opera di demonizzazione degli squatters torinesi (gli
italiani imparano proprio in questo periodo a conoscere la parola squatters).
Gli anarchici, e gli squatters nello specifico, vengono proposti dai
giornalisti (e dal loro codazzo di politicanti, psicologi, sociologi e pseudo
studiosi vari) all'immaginario collettivo come teppisti, violenti, disadattati,
ecoterroristi, schegge impazzite in balia del disagio giovanile e altre amenità
simili.
I SUICIDI - Il 26 marzo il
tribunale respinge ogni istanza di liberazione «in quanto esistono forti
contiguità fra i tre indagati e gli autori degli attentati» ed «è elevatissimo
il rischio di reiterazione di reati di natura analoga».
All'alba di sabato 28 marzo, secondo la versione ufficiale,
Edoardo Massari (Baleno) viene trovato agonizzante, impiccato con le lenzuola
alla sua branda del carcere torinese delle Vallette [2]. Dopo il
«suicidio-assassinio di Stato» di Baleno, la morbosità mass-mediatica esplode in
tutto il suo squallore. Molti giornalisti decidono di non rispettare il
desiderio della famiglia Massari di poter seppellire in pace il proprio
congiunto in presenza solo dei parenti e degli amici, scatenando la
comprensibile ira degli amici di Edoardo, di cui fanno le spese il cronista
Daniele Genco e l'auto dell'inviato de «Il Manifesto» Paolo Grisieri.
Questa è un'altra occasione per un nuovo assalto
dell'informazione nei confronti degli squatter (accusati ora di picchiare anche
i giornalisti) e dei centri sociali. Il movimento reagisce chiudendo ogni
dialogo con la stampa, salvo poi indire una provocatoria conferenza stampa
nella quale alcuni anarchici porgono provocatoriamente ai cronisti vogliosi di
nuove notizie carcasse di pollo e scarti di macelleria.
Soledad giunge in Italia nel giugno 1997 senza essersi mai
interessata di politica, ma secondo l'accusa nel giro di 4 mesi si sarebbe
convertita all'anarchismo e sarebbe immediatamente diventata l'esponente di
un'organizzazione eversiva clandestina operante in una zona di cui ignorava
persino l'ubicazione (tra l'altro alcuni sabotaggi sarebbero avvenuti quando
lei era ancora in Argentina).
Soledad si rende conto di essere vittima di una vera e
propria congiura. Il suo stato di prostrazione peggiora dopo la morte di
Baleno, con cui aveva iniziato una relazione.
ALTRI SUICIDI - Il 23
settembre muore suicida Enrico De Simone, il fondatore della comunità
Sottoiponti nella quale era tenuta agli arresti domiciliari Soledad.
Il 6 agosto 1999 il consigliere dei verdi Pasquale
Cavaliere, un uomo politico che sempre si mostrò vicino alla situazione dei tre
ragazzi, muore in Argentina, impiccandosi, secondo la versione ufficiale con un
cordone di spugna.
IL PROCESSO A PELISSERO - Il
processo di primo grado si chiude il 31 gennaio 2000 con una condanna a 6 anni
e 10 mesi per Pelissero: furto e devastazione al municipio di Caprie,
associazione sovversiva, attentato alla cabina elettrica di Giaglione,
detenzione di esplosivi eccetera.
Il processo di appello, svoltosi in un solo giorno (18
gennaio 2001) opera un solo riconoscimento alle tesi difensive: l'assoluzione
per fabbricazione di ordigno esplosivo. La pena viene ridotta a 6 anni e 1
mese.
Il 21 novembre 2001 a Roma la corte di cassazione invalida
l'accusa di attività terroristica con finalità eversive.
Il 4 marzo 2002, alla scadenza dei quattro anni di
detenzione la magistratura emette l'istanza di scarcerazione di Silvano per
decorrenze dei termini, l'anarchico viene però effettivamente liberato solo il
12 in quanto i carabinieri lasceranno passare un'intera settimana prima di
comunicare la notizia all'interessato.
Nel 2002 la Corte di Cassazione di Roma smonta le tesi dei
pm torinesi Maurizio Laudi e Marcello Tatangelo. Non si trattava di
un'associazione terroristica, ma di tre persone che al massimo si erano
macchiate di reati comuni. Venendo a cadere l'accusa più grave (le finalità
eversive e terroristiche dei reati contestati) la Corte d'Appello di Torino
riduce la pena per Silvano Pelissero a 3 anni e 10 mesi.
STRANI PACCHI BOMBA - Il mese
di agosto è quello dei pacchi bomba inviati per posta al PM Maurizio Laudi, al
giornalista Genco, al consigliere regionale dei verdi Pasquale Cavaliere, a
Giuliano Pisapia e al consigliere di Rifondazione di Milano Umberto Gay, pacchi
bomba che come sempre accade non esplosero e non fecero danni né vittime.
Questi pseudo attentati vengono ovviamente rivendicati dai "Lupi
grigi", la fantomatica organizzazione alla quale i tre anarchici erano
stati accusati di appartenere, divenendo una nuova occasione per criminalizzare
ulteriormente il movimento ed isolarlo definitivamente dalla solidarietà della
sinistra e dei centri sociali.
La stranezza di questi attentati non sfugge allo stesso
Pelissero:
«Non capisco le bombe a Cavaliere e Pisapia. Sono due
politici è vero. Ma NON sono due nemici che si battono in prima linea contro
noi. Anzi ambedue sono abbastanza impegnati in una certa forma di opposizione,
non violenta d'accordo, alle porcherie che ogni giorno sforna questa democrazia
della pace sociale e del sistema di vita che meglio non si può. Li ho
conosciuti personalmente lì a Novara. Molti prigionieri come me, me ne hanno
parlato bene e anzi mi hanno consigliato di parlare con loro [...] Ho sentito
questa sera che la rivendicazione per il pacco-bomba inviato a Pisapia riprende
la sigla dei Lupi Grigi!!! Incredibile. Dalla Val Susa arrivano a Roma!!! Mi
sembra che siamo nella demenza. Credo che ci sarà qualcuno da qualche parte che
si fa delle grandi risate»
LA PRESA DI DISTANZA DELLA SINISTRA
MODERATA E ANARCHICA - L'isolamento degli squatter, funzionale alla
strategia messa in atto, non venne solo dalla sinistra moderata ma anche da
quella più "alternativa" ed extraparlamentare.
«Il Manifesto», «l'Unità», «Liberazione», giusto per citare
i casi più clamorosi, contribuirono a diffondere notizie senza alcun
fondamento, come quelle che attribuivano a Silvano Pelissero un passato
nell'estrema destra e addirittura collusioni con i servizi segreti.
Il fronte di solidarietà dei centri sociali è compatto sino
alla manifestazione unitaria del 4 aprile, ma nel mese di agosto, durante il
periodo dei pacchi bomba, il "Leoncavallo" e i centri sociali del
nord est, ad esempio, si dissociano pubblicamente durante una conferenza stampa
(tra i quali era presente Luca Casarini) nella quale invocarono il dialogo con
lo Stato (i CSOA comunisti, Murazzi e Askatasuna, prontamente si dissociano con
tanto di intervista televisiva ripresi di spalle).
Anche alcuni anarchici purtroppo prendono le distanze o comunque
non si accalorarono eccessivamente nella difesa dei tre squatters. La
Federazione Anarchica Italiana dopo aver sottolineato su «Umanità Nova» la
propria equilibrata partecipazione al corteo del 4 aprile, si ritira dalla
scena e non si occuperà più della vicenda, se non alla morte di Soledad, fino
alla conclusione del processo. Dario Fo e Franca Rame, che pure spesso
dichiararono la propria vicinanza agli anarchici, si espressero in maniera
assai brutale nei confronti dei tre ragazzi:
«Ma che anarchici sono solo ignoranti e sbandati» (Franca
Rame).
«Umanità Nova» comunque risponde per le rime a Dario Fo e
consorte: «Una cosa però, signor Fo, non le permettiamo assolutamente: lei non
ha i titoli né l'autorità morale per dispensare patenti o brevetti di veri
anarchici a chicchessia. Lei, al massimo, può dire chi è un vero attore
drammatico o un vero giullare. Si occupi del suo mestiere e smetta di ciurlare
nel manico».
Altri anarchici, sentendosi nel centro del mirino, vollero
smarcarsi da “determinate azioni”, avallando in questo modo la divisione del
movimento in “buoni e cattivi” e favorendo così la repressione del movimento
antagonista.
LA LETTERA DI SOLE AL MOVIMENTO
– Questa è la lettera scritta al movimento anarchico da Soledad dopo aver
appreso della morte di Baleno:
«Compagni la rabbia mi domina in questo momento. Io ho
sempre pensato che ognuno è responsabile di quello che fa, però questa volta ci
sono dei colpevoli e voglio dire a voce molto alta chi sono stati quelli che
hanno ucciso Edo: lo Stato, i giudici, i magistrati, il giornalismo, il T.A.V.,
la Polizia, il carcere, tutte le leggi, le regole e tutta quella società serva
che accetta questo sistema.
Noi abbiamo lottato sempre contro queste imposizioni e' per
questo che siamo finiti in galera.
La galera e' un posto di tortura fisica e psichica, qua non
si dispone di assolutamente niente, non si può decidere a che ora alzarsi, che
cosa mangiare, con chi parlare, chi incontrare, a che ora vedere il sole. Per
tutto bisogna fare una "domandina", anche per leggere un libro.
Rumore di chiavi, di cancelli che si aprono e si chiudono, voci che non dicono
niente, voci che fanno eco in questi corridoi freddi, scarpe di gomma per non
fare rumore ed essere spiati nei momenti meno pensati, la luce di una pila che
alla sera controlla il tuo sonno, posta controllata, parole vietate.
Tutto un caos, tutto un inferno, tutto la morte.
Così ti ammazzano tutti i giorni, piano piano per farti
sentire più dolore, invece Edo ha voluto finire subito con questo male infernale.
Almeno lui si e' permesso di avere un ultimo gesto di minima liberà, di
decidere lui quando finirla con questa tortura.
Intanto mi castigano e mi mettono in isolamento, questo non
solo vuol dire non vedere nessuno, questo vuol dire non essere informata di
niente, non avere nulla neanche una coperta, hanno paura che io mi uccida,
secondo loro il mio e' un isolamento cautelare, lo fanno per
"salvaguardarmi" e così deresponsabilizzarsi se anche io decido di
finire con questa tortura. Non mi lasciano piangere in pace, non mi lasciano
avere un ultimo incontro con il mio Baleno.
Ho per 24 ore al giorno, un'agente di custodia a non più di
5 metri di distanza.
Dopo quello che e' successo sono venuti i politici dei Verdi
a farmi le condoglianze e per tranquillizzarmi non hanno avuto idea migliore
che dirmi: "adesso sicuramente tutto si risolverà più in fretta, dopo
l'accaduto tutti staranno dietro al processo con maggiore attenzione, magari ti
daranno anche gli arresti domiciliari". Dopo questo discorso io ero senza
parole, stupita, però ho potuto rispondere se c'è bisogno della morte di una
persona per commuovere un pezzo di merda, in questo caso il giudice.
Insisto, in carcere hanno ammazzato altre persone e oggi
hanno ucciso Edo, questi terroristi che hanno la licenza di ammazzare.
Io cercherò la forza da qualche parte, non lo so,
sinceramente non ho più voglia, però devo continuare, lo farò per la mia
dignità e in nome di Edo.
L'unica cosa che mi tranquillizza sapere e' che Edo non
soffre più. Protesto, protesto con tanta rabbia e dolore.
Sole
P.S. Se mettermi in carcere vuol dire castigare una persona,
mi hanno già castigata con la morte o meglio con l'assassinio di Edo. Oggi ho
iniziato lo sciopero della fame, chiedendo la mia libertà e la distruzione di tutta
l'istituzione carceraria. La condanna la pagherò tutti i giorni della mia
vita.»
All’epoca i social non c’erano ancora e forse ne avrebbero
aiutato la memoria, visto che tv e stampa non ne hanno mai più parlato. Per di
più, la questione Val di Susa è ancora la stessa. Un’opera ideata vent’anni fa
ma oggi pressoché inutile - perfino la stessa Francia ha sospeso per almeno un
decennio - e che ancora produce manifestazioni, arresti e ridicoli casi giudiziari (vedi i più noti
riguardanti Beppe Grillo o lo scrittore Erri De Luca).
La drammatica morte di Sole e Baleno, vergognosamente
isolati dalla sinistra massimalista (ma questa non è una novità) e dagli stessi
anarchici, purtroppo non è servita a nulla. Ma anche questa, purtroppo, non è
una novità nel nostro Paese.
(Fonte: Anarchopedia)
Chi è il manifestante morto sul traliccio??Luca Abba è vivo!
RispondiEliminaCorretto. Grazie per la precisazione :)
Elimina