TRUCCO’ I PROPRI CONTI PER OTTENERE L’ASSEGNAZIONE DEI GIOCHI OLIMPICI, E L’AMMIRAZIONE DEL MONDO
E pensare che li hanno inventati loro. E adesso, li hanno pure mandati in rovina. Mi riferisco ai Giochi Olimpici e a i greci, che ne ottennero l’organizzazione nel 2004. Si disse, per risarcirli dalla mancata attribuzione dell’edizione precedente del 1996. Così la Grecia, per farsi bella agli occhi del Mondo, truccò i propri conti e Atene fu presa come modello di sviluppo politico, sociale, persino urbano. Anche i personaggi diventarono improvvisamente popolari. Dora Bakoyannis,all’epoca sindaco di Atene, paragonata a Hillary Clinton, a Condoleezza Rice, ma pure a Margaret Thatcher o a Madre Teresa di Calcutta: una santa laica, che da donna in un Paese di maschi e maschilisti, aveva avuto la forza di portare la prospettiva femminile per la grande rincorsa della Grecia verso il suo futuro. Dissero che alla fine dei giochi sarebbe diventata ministro degli Esteri per quanto era brava. Oggi è scomparsa
IL GRANDE BLUFF - Il sogno di un Paese moderno s’è schiantato sui libri contabili dello Stato: non era passato neanche un mese dalla fine delle Olimpiadi e Le Monde

MOLTI SAPEVANO ED HANNO TACIUTO - Un bidone agevolato dalla complicità e dalla cecità degli altri: se Le Monde svelò la vergogna,c’erano molti altri che sapevano. Altri hanno coperto, in giro per l’Europa. D’altronde con le Olimpiadi di Atene ci hanno guadagnato in tanti: le aziende che hanno costruito gli stadi, quelle che hanno venduto i tram ad Atene, quelle che hanno fornito gli aiuti militari contro il terrorismo. Ognuno aveva l’appoggio dichiarato o tacito del proprio governo.
Ironia della sorte, nell’anno dei Giochi, la Grecia ha vinto a sorpresa anche gli Europei di calcio. Un’edizione strana in realtà, snobbata dalle grandi squadre. A questo punto mi viene pure più di un sospetto sul perché.
Dunque il 2004 è stato l’anno glorioso della Grecia, il cui pianto (greco appunto) è stato trattenuto ancora per qualche anno dai governi conservatori che hanno guidato il Paese fino al 2007, e che pure “truccarono” i conti. Poi il brusco risveglio, la scoperta delle proprie reali potenzialità, del proprio reale status socioeconomico. La Grecia è fallita e pure misure austere protratte per anni, non servirebbero a risollevare le sorti di un Paese ormai già in default. Se si cominciasse da domani, le cose per i greci si aggiusterebbero non prima del 2030.

Nuovi parametri e nuove regole sono dunque necessarie affinché questo progetto, che trova le sue origini negli anni ’50, resti in vita. Imbrogli greci a parte.
(Fonte: Il Giornale)
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