mercoledì 14 aprile 2010

ARZANO, UN COMUNE TRASFORMISTA


Arzano, Comune a Nord di Napoli, nel giro di 5 anni, ossia nel lasso di tempo che è intercorso tra un’elezione comunale ed un’altra (durante il quale il Comune è stato anche commissariato per alcuni mesi), ha letteralmente trasformato il proprio volto politico, passando dal plebiscito in favore del centro-sinistra del 2005 alla chiara vittoria del centro-destra nel 2010.
Come si può evincere da questa tabella estratta dal sito del Ministero degli interni: http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=G&dtel=03/04/2005&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=15&levsut1=1&lev2=51&levsut2=2&lev3=50&levsut3=3&ne1=15&ne2=51&ne3=510050&es0=S&es1=S&es2=S&es3=S&ms=S, alle elezioni del 3 aprile 2005 il centro-sinistra si presentava diviso in due coalizioni, aggiudicatesi rispettivamente il 44,62% dei voti e quindi 18 seggi una, e il 43,66% dei voti e quindi 10 seggi l’altra, con Nicola De Mare eletto Sindaco; al centro-destra andò solo un seggio, quello di Alleanza Nazionale che si aggiudicò il 5,30% dei voti.
Nelle recenti elezioni comunali del 28-29 marzo, dalla tabella: http://comunali.interno.it/comunali/amm100328/C0510050.htm si evince come la situazione si sia completamente rovesciata, e il centro-destra si sia aggiudicato la maggioranza dell’assise comunale con il 54,16% dei voti e 18 seggi, mentre il centro-sinistra, presentatosi di nuovo diviso in due coalizioni, si è aggiudicato circa il 43% dei voti totali (rispettivamente il 21% e il 22% circa a coalizione) con 10 seggi totali (5 a coalizione).
Se è vero che il popolo italiano è un popolo volubile e tendenzialmente voltagabbana, nel caso del Comune di Arzano abbiamo forse una situazione estrema, visto che il centro-sinistra è passato dall’88% dei voti del 2005 a meno della metà nel 2010. Ma a livello locale si sa che a pesare sono quasi sempre altri fattori, molto lontani dagli ideali e dai credi ideologici…

Un breve accenno meritano le significative vittorie del centro-destra in due storiche roccaforti napoletane della sinistra italiana: Castellamare di Stabia e Pomigliano d’Arco. Qui il voltagabbanismo degli elettori non c’entra; c’entra invece la crescente crisi degli impianti produttivi e l’assenza di veri piani di rilancio per queste città. La sinistra non poteva più vivere di rendita, e cullarsi sui successi e le lotte del passato; il vento da destra è arrivato anche lì, soffiato da delusioni, residue speranze, false promesse, disillusioni, povertà, degrado e soprattutto voglia di cambiamento.

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