venerdì 10 settembre 2010

FILIPPINE, L’HELLDORADO DEI PEDOFILI. GLI SFORZI DELL'ASSOCIAZIONE "PREDA" DI SHAY CULLEN


L’interessantissima trasmissione in onda su Raitre, “C’era una volta”, nella puntata di giovedì scorso dal titolo “Vorrei essere un aquilone” si è occupata del dramma delle Filippine, un Paese estremamente povero in cui è nato uno squallido e macabro “turismo sessuale”, che sfrutta anche bambine di 9-10 anni.
Scoperte dagli europei nel 1521 tramite l’approdo di Ferdinando Magellano, e assoggettate all’Impero spagnolo qualche anno dopo per ordine del re Filippo II di Spagna (da cui prendono il nome), le Filippine (in filippino Pilipinas) sono uno Stato del sud-est asiatico.
Il dominio spagnolo durò oltre tre secoli, fino al 1896, ivi portando la religione cattolica ancora oggi largamente dominante (il 94% circa della popolazione è cristiana, di cui l’81% cattolica). L’indipendenza durò solo 2 anni, poiché nel 1898 l’arcipelago passò agli americani, che qui vi posero basi militari, e il cui dominio durò fino al 1946Dopo di che iniziò la dittatura feroce di Ferdinand Marcos, decaduta il 1986, quando fu instaurata la democrazia, che però non portò di certo lo sviluppo economico e l’alfabetismo; anzi, la fragilità del sistema politico ha reso le Filippine uno degli Stati più arretrati del Mondo, con partiti politici corrotti al potere che non si sono mai curati del bene del popolo. Gli stessi Usa, come sempre usano fare gli stati colonialisti, una volta abbandonati quei territori, non si è curato del dopo.
La povertà che soffoca le Filippine si riversa ovviamente soprattutto sui soggetti più deboli: le donne sono costrette a prostituirsi anche solo per poter semplicemente mangiare; e, cosa ancor più drammatica, sono costrette a far prostituire pure le proprie figlie, in età anche giovanissima, perfino infantile. Molte sono le bambine cui l’infanzia è negata, che hanno perso la propria verginità in modo brusco e barbaro, che non sanno minimamente cosa sia una romantica “prima volta”.
I bambini, o finiscono in una sorta di carcere che tanto però somiglia ad un pollaio, costretti a stare costipati in gabbie passando le giornate accovacciati a terra senza avere neanche lo spazio per alzarsi in piedi, oppure sono costretti a lavorare, e a procurarsi materie prime scavando tra i rifiuti per pochi spiccioli da spartirsi con la propria famiglia; il tutto, a meno di 10 anni.
Questi bambini non sanno cosa vuol dire andare a scuola, sebbene lo desiderino. Spesso non sanno neppure cosa significa mangiare regolarmente, avere una casa, un letto. In alcuni quartieri molto poveri, la gente è costretta a dormire anche nei cimiteri, facendosi posto tra i cadaveri spesso costretti anche a segare per ridurne le fastidiose dimensioni.
Il “turismo sessuale” è diventato quasi una delle attività principali del Paese, con il Governo che con estrema facilità concede licenze ai locali, in cui si esibiscono di notte le ragazzine. Ma per trovare ragazzine non è necessario andare nei night; le trovi anche facilmente per strada. La base militare americana, la più grande degli USA, attiva fino al 1992, ha attirato il traffico di prostituzione anche infantile con circa 16000 fra donne e bambini, la criminalità e
la diffusione delle droghe. Con la sua chiusura, la situazione è addirittura peggiorata. Al posto della base c’è un quartiere perverso e squallido, una vera Helldorado per maniaci e pedofili provenienti da tutto il Mondo. Si vendono altresì film pornografici con bambini.
Mentre la comunità politica internazionale, partendo proprio dalle vicine Cina e Giappone, si volta dall’altra parte, c’è però chi non ci sta e da anni combatte affinché tutto ciò abbia fine; o almeno, cerca di allietare la vita di poveri e sfruttati. Si tratta di padre Shay Cullen, missionario cattolico irlandese della “congregazione dei colombani”, che ha fondato nel 1974 l’Associazione “Preda” a Olongapo, città a circa 180 km da Manila per affrontare e prevenire l’emarginazione, la tossicodipendenza, la prostituzione infantile. Il progetto Preda prevede che le materie prime utilizzate nei prodotti artigianali provengano da piantagioni in cui non si fa uso di prodotti chimici, inoltre sono curati il rimboschimento e la sostituzione delle piante abbattute con alberi da frutto. L’attività artigianale permette a Preda di sostenere iniziative di tipo economico e sociale, da campagne di prevenzione e cura dell’AIDS al recupero dei tossicodipendenti. La fondazione Preda inoltre gestisce una casa terapeutica per bambini vittime di abusi sessuali; le bambine e adolescenti vengono lasciate gridare e piangere, affinché possano scrollarsi di dosso quell’indimenticabile e insostenibile esperienza violenta che molto probabilmente le segnerà a vita.
I prodotti “equo-solidali” lavorati da persone strappate al loro crudele destino, sono acquistabili anche dal sito: http://www.commercioalternativo.it/. dove è possibile scegliere i più svariati prodotti, provenienti, oltre che dalle Filippine, da molti Paesi del Mondo.

Emerge con grande chiarezza il fatto che Preda operi a “tutto campo” all’interno della società filippina: progetti di cooperazione economica (di cui il commercio equo è parte fondamentale), denuncia pubblica di gravi violazioni dei diritti umani verso le donne e i minori filippini, difesa dell’ambiente. Oggi padre Shay Cullen è una personalità internazionale nella lotta allo sfruttamento sessuale dei minori, e per questo è stato candidato al premio Nobel per la Pace nel 2001 dal Parlamento britannico e nel 2003 da quello tedesco e canadese, ma riceve anche frequenti minacce di morte dalle potenti lobby internazionali di pedofili.
In questi ultimi anni, Preda sta salvando dal carcere più di cento bambini all’anno; una goccia in mezzo all’oceano in confronto ai 20.000 minori presenti nelle carceri filippine, ma terribilmente
concreta.
Come detto la puntata di “C’era una volta” si intitola “Come un aquilone”; perché è proprio vero: tutti sognano di fuggire dalle Filippine, di lasciare quell’incubo, di librarsi nell’aria come un aquilone per approdare a terre più umane e accoglienti.
Per chi volesse guardare la puntata di “C’era una volta”, lascio il link di seguito: http://www.ceraunavolta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-80f3931b-3158-48bb-a158-08abbad4aadc.html

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