sabato 26 marzo 2011

DAL PROSSIMO APRILE IL TRASPORTO PUBBLICO CAMPANO COSTERA’ DI PIU’


L’AUMENTO ANNUNCIATO LO SCORSO ANNO, CAUSA L’INGENTE INDEBITAMENTO DELL’ENTE PUBBLICO TRASPORTI, DIVERRA’ REALTA’ DAL MESE PROSSIMO

L’ennesimo colpo alle tasche dei cittadini campani diverrà realtà il prossimo aprile. Dopo settimane di trattative con Comuni e Province, la Regione Campania ha infatti deliberato - come prevede la legge - lo schema ufficiale dei rincari dei biglietti per i trasporti pubblici, quantificati tra il 6 e il 20 per cento. E se questo è l’ingente danno per i pendolari, la beffa è che a tale aumento non corrisponderà certo un miglioramento dei servizi.
Ciò perché il Consorzio Trasporti Pubblici, in base all’indagine degli ispettori del Tesoro, ha accumulato un deficit di 13 miliardi di euro e sta fronteggiando lo sforamento del patto di stabilità avvenuto nel 2009. Il tutto ha portato alla drastica riduzione dei finanziamenti da parte del Governo.
Pertanto, la politica del riequilibrio di bilancio prevede aumenti delle tariffe da un lato (dunque maggiori entrate) e risparmi sul personale e sui consumi dei trasporti dall’altro (dunque minori uscite). In parole povere, meno mezzi che circolano.


LE CIFRE – In virtù del nuovo tariffario, il biglietto Unico orario costerà 1,20 euro contro gli 1,10 di oggi. Il ritocco delle tariffe riguarderà anche le altre tipologie di biglietto: quello giornaliero passa da 3,10 a 3,60 euro (il rincaro è pari al 16%) mentre il tagliando per il fine settimana costerà 40 centesimi in più (da 2,60 a 3 euro).
Per l’abbonamento mensile valido a Napoli, poi, bisognerà spendere 40 euro contro i 36,70 attuali. L’incremento del 10 per cento tocca inoltre l’abbonamento annuale ordinario: per acquistarlo serviranno 276,70 euro. In generale, però, la Regione e gli enti locali hanno cercato di contenere i rincari sugli abbonamenti per tutelare gli utenti fidelizzati e le fasce deboli (anziani, studenti).
Per rendersene conto basta osservare i costi dei collegamenti tra le città campane (le fasce U): i biglietti orari hanno subìto rincari fino al 19 per cento mentre i ritocchi sugli abbonamenti vanno dal 6 all’8 per cento. Una delle principali novità riguarda il tagliando giornaliero: finora aveva validità a partire dalle ore 10 mentre dal mese di aprile sarà utilizzabile per 24 ore. Il rincaro è stato quindi calcolato sul costo del vecchio biglietto giornaliero più quello di un normale ticket orario a cui sono oggi costretti a far ricorso gli utenti che usufruiscono dei mezzi pubblici prima delle 10.

I PROGETTI FUTURI PER GARANTIRE LE ENTRATE- Per i trasporti, comunque, il 2011 sarà un anno di transizione prima della rivoluzione a cui stanno lavorando la giunta Caldoro e l’assessore Sergio Vetrella: al centro del sistema ci sarà la tariffazione comune che verrà estesa alle vie del mare.
È prevista l’introduzione di carte «intelligenti», ovvero tessere prepagate con un microchip su cui verranno caricati, anche via Internet, gli importi richiesti dagli utenti. Ai cittadini campani verrà chiesto di obliterare ad ogni corsa la card e ciò consentirà, attraverso un sistema informatico, di stabilire il reale numero di passeggeri per ogni società di trasporto. Gli utenti verranno incentivati ad obliterare attraverso un meccanismo di premialità mentre i trasgressori saranno puniti con multe e sanzioni.
Un passo cruciale sarà l’accorpamento delle aziende del comparto per costituire un polo unico guidato dall’Eav. Successivamente si procederà allo sdoppiamento per distinguere il ramo che si occuperà dei servizi da quello specializzato in infrastrutture, com’è già avvenuto in altri Paesi europei, preparando l’ingresso dei privati. L’impiego delle nuove tecnologie sarà una componente essenziale.
La Regione punta infatti ad istituire un centro unico di gestione informatica del settore trasporti con hardware e software unificati. In parallelo si lavorerà al potenziamento dell’Acam, l’Agenzia campana per la mobilità sostenibile, a cui verrà affidato il compito di tracciare una mappatura dei servizi minimi da garantire.

GLI SPRECHI E GLI ABUSI NEI TRASPORTI PUBBLICI - In effetti il problema dei trasporti pubblici, soprattutto in quel di Napoli e provincia, deriva proprio dal fatto che molti sono i passeggeri “portoghesi”, ovvero coloro che non obliterano civilmente il biglietto e dunque costituiscono una mancata entrata per l’Ente preposto al trasporto pubblico. A ciò poi va ovviamente aggiunta la lottizzazione dei trasporti pubblici negli anni di tangentopoli, durante i quali gli enti pubblici erano alla mercé dei partiti politici, che li utilizzavano per lo scambio voto-posto fisso. Il tutto con il patrocinio dei Sindacati. Di qui debiti e personale in esubero, dunque una situazione al collasso da anni.
E chi paga tutto ciò? Ovviamente noi cittadini estranei al sistema, che ci ritroviamo dei trasporti pubblici inefficienti e l’impossibilità un giorno di poterci lavorare, causa sospensione di ogni concorso. Anche quelli magari già vinti.


(Fonte: Il Mattino)

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