IL PRIMO SFIDUCIATO A MAGGIORANZA DAL CDA DELLA RAI DOPO LE ACCUSE DI PECULATO, IL SECONDO SI E’ DIMESSO DOPO UNA DENUNCIA MOSSA DALLA SUA TESTATA. MA POI CI HA RIPENSATO
Le motivazioni sono molto diverse tra loro, come i Tg che conducevano. Ma entrambi hanno lasciato le testate di cui erano direttori. Augusto Minzolini è stato rimosso lo scorso martedì dal Cda della Rai, dopo essere stato rinviato a giudizio per peculato in relazione alle spese Rai sostenute con la carta di credito aziendale. Enrico Mentana si è invece dimesso dalla direzione del Tg di La7 dopo essere stato denunciato alla magistratura ordinaria da parte del Cdr della testata, per essersi rifiutato di leggere un comunicato stampa dei sindacati. Ma poi ci ha ripensato.
I loro casi sono dunque molto diversi. Minzolini era nell’occhio del ciclone da un po’ e quell’ennesima vergognosa vicenda di cui si era reso protagonista è stata un’autentica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mentana è invece artefice della creazione di un Tg in piena ascesa, stimato e elogiato da tutti.
LA CARRIERA DI MINZOLINI – Nato a Roma il 3 agosto 1958, Minzolini diventa giornalista professionista nel 1980. Prima di cominciare la sua brillante carriera, aveva preso parte a due film di Nanni Moretti: Io sono un autarchico del 1976, nella parte di uno spettatore, ed Ecce bombo del 1978, nelle vesti di uno strampalato studente rivoluzionario guardato con distacco dallo stesso Moretti (un presagio?).
Nel 1985 è collaboratore del settimanale Panorama, che lo assume due anni più tardi. Nel 1990 è assunto a La Stampa di Ezio Mauro; due anni dopo il successore Paolo Mieli lo nomina inviato. Carlo Rossella lo promuove editorialista nel 1997. Tra le varie perle si ricorda la presa di posizione contro la privacy dei politici nel 1994, mentre oggi difende a spada tratta le restrizioni alle intercettazioni; o quando nel 1997 rivelò che Massimo D'Alema sarebbe diventato Presidente della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali; o quando nel 1998 intervistò Craxi ad Hammamet. A metà degli anni '90 si inizia a parlare di minzolinismo, neologismo inteso come “forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte” e sinonimo di giornalismo servile.
LA DIREZIONE DEL TG1 - Il 20 maggio 2009 viene nominato a maggioranza dal CdA Rai direttore del TG1, senza i voti di tre esponenti dell’Italia dei valori, che avevano abbandonato l'aula giudicando la nomina "irricevibile". Sotto la sua direzione, come detto terminata lo scorso martedì, il Tg1 ha avuto un calo di audience di circa un milione e mezzo di spettatori. Durante il suo mandato, molte sono state le polemiche, suscitate soprattutto dai numerosi editoriali rivelatisi vere invettive di parte. Ma anche numerose polemiche sulla gestione delle notizie. Ricordiamo di seguito le principali:
- Oscuramento dell'inchiesta sugli scandali sessuali di Berlusconi.
Nell'estate 2009 Minzolini è accusato di oscurare al TG1 le notizie dell'inchiesta della procura di Bari sugli scandali sessuali che vedrebbero coinvolto Berlusconi a Villa Certosa e Palazzo Grazioli. L'opposizione lo accusa di fare un telegiornale di regime che nasconde o manipola le notizie scomode al Governo. Minzolini si difende dichiarando che nel suo telegiornale non intende inserire notizie fondate solo sul gossip. Antonio Di Pietro ribatte ricordando come il neo-direttore del TG1 è «un gossipparo», anzi «l'Emilio Fede del servizio pubblico», che toglie spazio alla politica e alle notizie in tv e per questo «andrebbe licenziato per giusta causa».
- Definizione di "assoluzione" per la prescrizione di David Mills
Il 26 febbraio del 2010, nell'edizione del TG1 delle 13:30, il conduttore Paolo Di Giannantonio durante i titoli di testa e nell'introduzione del servizio dà la notizia dell'assoluzione dell'avvocato David Mills, invece che della prescrizione del reato commesso. Il servizio introdotto diede poi la notizia corretta. Ciò suscitò proteste sfociate anche in una raccolta di firme.[29][30] Minzolini infatti essendo direttore responsabile del TG1, è responsabile di quanto viene pubblicato sullo stesso. Nel maggio dello stesso anno il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti ha comminato un "avvertimento" a Minzolini «per il titolo incompleto letto nella edizione delle 13.30 del Tg1 del 26 febbraio», il titolo completo sarebbe dovuto essere assoluzione per prescrizione, e non semplicemente assoluzione.
- Sanzioni dell'AgCom per squilibrata presenza delle liste per le elezioni regionali 2010.
Il 25 marzo 2010 la commissione dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni infligge a Tg1 (direttore: Augusto Minzolini) e Tg5 (direttore: Clemente Mimun) una sanzione da 100.000 euro ciascuno per violazione della par condicio. Le multe sono motivate con lo "squilibrio tra Pdl e Pd" (a favore del Pdl) e la "marginale presenza delle nuove liste" che si sono presentate durante la campagna elettorale alle elezioni regionali 2010.
- Rimozione dei conduttori del TG1
Il 31 marzo 2010 Minzolini rimuove dal ruolo di conduttori del TG1 Tiziana Ferrario (edizione delle 20), Paolo Di Giannantonio (edizione delle 13,30) e Piero Damosso (edizione del mattino), sostituendoli rispettivamente con Francesco Giorgino, Laura Chimenti e Francesca Grimaldi, con la tacita approvazione dal direttore generale Mauro Masi e dal consigliere di maggioranza Antonio Verro. Secondo il comitato di redazione si tratta di un'epurazione rivolta contro i giornalisti che non avevano firmato una lettera a favore di Minzolini stesso, a proposito di quanto era accaduto in occasione della notizia sull'assoluzione dell'avvocato Mills.
- Minimizzazione della condanna in secondo grado con riduzione della pena per Dell'Utri
Il 29 giugno 2010 il TG1 ha minimizzato la notizia della riduzione di pena in secondo grado di Marcello Dell'Utri da 9 a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, senza pronunciare la parola "condanna". Inoltre, secondo L'Espresso, nel servizio si dava risalto alla riduzione della pena e alla sconfitta delle richiesta dell'accusa.
- Servizio sulle contestazioni degli studenti al ddl Gelmini.
Il 25 novembre 2010 il TG1 manda in onda un servizio dedicato alle contestazioni studentesche svoltesi in varie città d'Italia contro la riforma Gelmini. Nel servizio vengono inserite immagini relative agli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti aquilani avvenuti invece mesi prima. Il giorno seguente il TG1 si scusa dell'accaduto, invocando un "errore tecnico".
LE INCHIESTE GIUDIZIARIE – Ecco invece le inchieste giudiziarie a suo carico emerse tra il 2010 e il 2011.
- Il 15 marzo 2010 si apprende che Minzolini risulterebbe iscritto nel registro degli indagati della procura di Trani per la violazione del segreto istruttorio riguardo alle indagini sulle carte di credito American Express. Per i magistrati inquirenti avrebbe commesso la violazione rivelando il contenuto dell'interrogatorio cui venne sottoposto il 17 dicembre 2009.
- Il 30 maggio 2011 Minzolini viene iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma, insieme a Silvio Berlusconi e ai direttori dei Tg delle reti Mediaset per abuso d'ufficio. Le iscrizioni, dovute da parte della Procura, sono il risultato di un esposto presentato dai radicali Emma Bonino e Marco Cappato, nei confronti dei direttori che il 20 maggio hanno mandato in onda nei notiziari, in piena campagna elettorale, l'intervista al Presidente del Pdl Silvio Berlusconi.
- Il 6 dicembre 2011 è stato rinviato a giudizio per peculato in relazione alle spese Rai sostenute con la carta di credito aziendale. La cifra, come emerso dalla procedura avviata dalla Corte dei conti, ammonterebbe a circa 65mila euro.
MENTANA LASCIA LA7, POI CI RIPENSA – Tutt’altra storia, come detto, quella del divorzio tra Enrico Mentana e il Tg di La7, poiché sotto la sua direzione, iniziata nel luglio dello scorso anno, quest’ultimo ha fatto registrare una grande crescita sia in termini qualitativi - ossia per la cura con cui sono date le notizie - che quantitativi, essendo l’audience arrivato al 14%. Un record per la rete.
Il motivo? Martedì l'Associazione Stampa Romana (Asr), d'intesa con il comitato di redazione, aveva dato mandato all'avvocato Bruno Del Vecchio di sporgere denuncia «per comportamento antisindacale (articolo 28 della legge 300/1970) contro l'emittente La7 e il direttore del Tg Enrico Mentana». «La goccia che ha fatto traboccare il vaso - ha spiegato l'Asr - è stata il rifiuto del direttore di leggere nel Tg il comunicato della Fnsi che solidarizzava con lo sciopero dei poligrafici, indetto nell'ambito della mobilitazione di Cgil-Cisl-Uil e Ugl contro la manovra del governo Monti. Un rifiuto irricevibile e contrario a quanto previsto dagli accordi collettivi di lavoro».
Poche ore dopo il comunicato, Enrico Mentana ha replicato: «Sono rituali, che se mai hanno avuto un senso, certo non lo hanno ora. Faccio il giornalista e dò notizie per i telespettatori, non leggo comunicati di altri». «Così come durante il tg non ho mai letto comunicati di Telecom, ovvero del mio editore, non vedo perchè - aggiunge - dovrei leggere quelli dei sindacati». «La Federazione della Stampa non può comportarsi come quelle aziende che pretendono - conclude Mentana - la pubblicazione dei loro comunicati». Poi le dimissioni, e forse il ripensamento.
Rispetto allo zelante e partigiano Minzolini, Mentana ha già dimostrato nella sua carriera di avere le dimissioni facili al primo disaccordo con gli editori. Non a caso, ha lasciato Mediaset dopo quasi un ventennio, in seguito alle polemiche quando era conduttore di Matrix. Con La7 ci ha ripensato, dietro la spinta del Consiglio di direzione.
Usare il termina giornalista affianco a nomi come Minzolini... direi che è un'offesa per il mondo del giornalismo intero... altro che Mentana... Scodinzolin dovrebbe essere denunciato... per lecchinaggio osceno!
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