I DUE PAESI, CHE HANNO POTERE DI VETO, HANNO VOTATO NO ALLA
RISOLUZIONE DELL’ONU PER UN INTERVENTO CONTRO IL REGIME DI ASSAD. IL QUALE DA
ORMAI UN ANNO STA MASSACRANDO MIGLIAIA DI CIVILI
Il regime di Bashar al-Assad può continuare tranquillamente
a reprimere nel sangue le rivolte del popolo siriano. Russia e Cina hanno infatti
posto il veto alla risoluzione delle Nazioni Unite proposta nell’ultimo Consiglio
di Sicurezza, chiamato a decidere su un possibile intervento dell’Onu in Siria,
dove il regime di Bashar al-Assad sta massacrando migliaia di ribelli da un
anno; o forse più. Pertanto, avendo i due Paesi potere di veto, con il loro No
fanno sì che l’Onu assista ancora inerme a quanto sta accadendo in quel di Damasco
e dintorni.
I MOTIVI UFFICIALI E UFFICIOSI DEL
LORO NO - Pechino e Mosca hanno entrambe preso questa decisione perché
il progetto Onu avrebbe lasciato aperta la porta per un possibile intervento
militare in Siria e avrebbe creato un ritratto della situazione attuale
nettamente a favore delle forze di opposizione contro il governo di Assad.
Insomma, vogliono evitare un nuovo Iraq o una nuova Libia. La Russia però non
ci sta a essere messa al banco degli imputati come la responsabile della
continuazione delle violenze in Siria e, per bocca dell’ambasciatore Vitaly
Churkin ha spiegato che la risoluzione proposta dalle potenze occidentali non
aveva al suo interno dei punti chiave come il cercare di isolare l’opposizione
siriana dai gruppi estremisti violenti al suo interno o chiamare alle armi altri stati per
utilizzare la loro influenza per prevenire alleanze pericolose. Churkin ha
anche detto che la delegazione russa è stata accusata di aver riscritto i testi
della Lega Araba utilizzati mesi fa al Consiglio di Sicurezza, e infatti
secondo lui i punti della risoluzione della Lega Araba sarebbero già stati
adottati mesi fa, e da allora la situazione sarebbe evoluta. In particolare
l’ambasciatore russo ha puntato il dito sul fatto che i ribelli siriani abbiano
utilizzato a proprio favore in passato le risoluzioni, ad esempio occupando le
città che le truppe siriane abbandonavano ritirandosi a seguito delle tregue
imposte dalle risoluzioni.
Comunque, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha
annunciato che andrà a Damasco per incontrare il presidente Bashar al Assad, di
cui la comunità internazionale chiede a gran voce le dimissioni. Anche il
direttore dei servizi segreti esterni russi, Miajil Fradkov, si recherà a
Damasco, secondo informazioni che sono filtrate durante la conferenza per la
Sicurezza in corso a Monaco.
La verità però è che i russi sono fin dall’epoca sovietica
alleati di Iran e Siria; se la prima finanzia e sostiene il regime degli Assad,
la seconda è un’autentica finestra del Kremlino sul Mediterraneo. Unità navali
russe proteggono infatti numerose basi militari e commerciali.
LA DEBOLEZZA DELL’OPPOSIZIONE
SIRIANA - Al momento ci sono tre organizzazioni di opposizione siriana:
il Consiglio Nazionale Siriano (CNS) creato a Istanbul il 2 ottobre scorso. Il
suo capo é Borhan Gallion e vive in Francia. Sotto la sigla CNS si trovano:
sunniti che hanno firmato la Dichiarazione di Damasco per il Cambiamento
Democratico; Fratelli musulmani; personalità sunnite indipendenti e
rappresentanti della minoranza curda e cristiana. Il suo programma sembra però
essere un paravento per i Fratelli musulmani che non desiderano mettersi in
mostra ma mirano a prendere il potere se e quando Assad cadrà. Il CNS comunque
ha rifiutato la collaborazione della minoranza curda che si é riunita nel
Congresso Nazionale Kurdo il 26 ottobre scorso.
La seconda organizzazione di opposizione é il Consiglio di
Coordinazione siriano (CCS) delle “forze che lottano per il cambiamento
democratico”. Si tratta di elementi di sinistra coi resti del possente partito
comunista. I due Consigli - quello nazionale siriano e quello del Coordinamento
nazionale - hanno firmato un patto di cooperazione il 31 dicembre scorso.
Difficile credere a una sincera intesa fra Fratelli musulmani e laica di
sinistra.
Il CCS ha anche raggiunto un accordo con la terza forza di
opposizione, l’Esercito Siriano libero, controllato dalla Turchia. Guidato dal
Colonnello Riad al Assad che dice di avere al suo comando 20.000 soldati
disertori dall’esercito nazionale, si tratta di una armata Brancaleone, situata
in territorio turco e sotto la sua protezione, mal armata e incapace di far
fronte alle truppe di Assad. Conduce azioni di guerriglia che nelle ultime
giornate hanno fatto salire il numero delle vittime.
IL RAPPORTO ONU RELATIVO AI MINORI - Ecco il rapporto dell'Onu relativo all'eccidio dei minori in Siria: "Quasi undici mesi di violenze in Siria hanno causato la morte e il ferimento di centinaia di bambini. Ci sono notizie di bambini che sono stati arrestati arbitrariamente, torturati e abusati sessualmente durante la detenzione.
Negli ultimi mesi, ci sono stati altri forti bombardamenti da parte delle forze di governo su quartieri civili nella città di Homs. Indubbiamente tutto ciò ha causato ancora più sofferenze tra i bambini.
«Tutto questo deve finire. Anche un solo bambino morto in una violenza è una morte in più che non possiamo permettere», ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF Anthony Lake. «È urgente che le autorità siriane aiutino tutti coloro che ne hanno un disperato bisogno.»
L’UNICEF non ha accesso alle aree colpite di Homs e non può confermare l’impatto degli attacchi, ma ci sono credibili rapporti, inclusi quelli della stampa internazionale all’interno della città, su bambini catturati durante gli scontri. Quelli feriti devono ricevere un accesso immediato e incondizionato a cure mediche specializzate".
Insomma, tra Onu spaccato e opposizione frastagliata, Assad
può dormire ancora sogni tranquilli e uccidere i ribelli. In Siria la “primavera
araba” non è mai sbocciata e a dominare è ancora un lungo rigido inverno, che
come quello che sta glaciando l’Europa, arriva anch’esso dalla Siberia.
La situazione è peggio di quanto si possa immaginare secondo me... E comunque anche i mezzi d'informazione stanno dando scarsa rilevanza a quanto sta accadendo!
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