DOPO LA STORICA LIBRERIA GUIDA, VERSO LA CHIUSURA ANCHE LA
MULTINAZIONALE FRANCESE FNAC, AD OGGI HANNO CHIUSO 16 NEGOZI
La crisi dilagante non poteva non contagiare anche quartieri
che nell’immaginario collettivo popolare rappresentano zone benestanti,
lussuose e dove il commercio nel bene e nel male riesce ad andare avanti. Nella
da sempre dissestata Napoli, non poteva mancare all’appello della crisi
commerciale pure il quartiere Vomero, già vittima di una speculazione edilizia
mostruosa che ha trasformato una gradevole area collinare in un grigio Tetris
fatto di palazzi e parchi condominiali.
Dopo la traumatica chiusura della storica libreria di
Giuseppe Guida, che ha ospitato anche scrittori del calibro di Pasolini e Piovani
- causata oltre che da una crisi generale del libro, anche da un aumento
spaventoso e improvviso del fitto, salito a oltre 8mila euro al mese - corre
seri rischi anche la multinazionale francese Fnac sita in via Luca Giordano,
megastore aperto nella primavera del 2003 specializzato nella vendita di libri,
cd e vari gadget legati al mondo della musica, del cinema, della tv, nonché di prodotti
legati al mondo hi-tech.
LA SPERANZA PER I DIPENDENTI SI
CHIAMA MEDIAWORLD - Secondo i ben informati la chiusura potrebbe
concretizzarsi per la fine dell'anno finanziario. I lavoratori confidavano in
una soluzione che sarebbe dovuta scaturire dall’incontro del 14 febbraio scorso
tra la delegazione di Fnac Italia e le rappresentanze sindacali dei lavoratori.
Invece, tutto si è concluso con un nulla di fatto. Al momento l’unico dato
certo è che la divisione italiana è stata messa in vendita per gli alti costi
di gestione. A Napoli già da qualche settimana si vocifera che tra i possibili
acquirenti ci sarebbe il gruppo «Mediaworld», che sarebbe interessato - ma per
ora non c’è nulla di ufficiale - a rilevare la sede del Vomero e, pare, anche i
65 dipendenti.
«Siamo molto preoccupati per la ventilata chiusura di Fnac,
dopo quella della libreria Guida Merliani - dice Enzo Perrotta, presidente del
Centro Commerciale Vomero-Arenella e componente di giunta dell’Unione
Industriali - Noi stiamo denunciando questo stato di cose da almeno tre anni,
ponendo all’attenzione di tutti che la chiusura di tanti negozi comporta anche
una forte emorragia di lavoratori che rimangono senza lavoro. Il nostro
comparto - prosegue Perrotta - rappresenta il 100% dell’occupazione e della
economia territoriale. L’estinzione degli esercizi di vicinato è un danno grave
per tutta la città».
AD OGGI SONO 16 I NEGOZI CHIUSI -
Negli ultimi anni sono stati molti i negozi, anche se con nomi molto meno
famosi, che hanno chiuso, lasciando intere famiglie, sia tra i titolari che tra
i dipendenti, senza reddito. «Il saldo negativo occupazionale - conclude
Perrotta - è di 72 dipendenti e 16 punti vendita chiusi. Ma purtroppo altre
realtà importanti sono a rischio e, tra marzo e maggio di quest’anno, vedremo
nuove chiusure. Ci chiediamo cosa stiano facendo le istituzioni».
LE ULTIME CHIUSURE - Da settembre ci sono state altre chiusure rilevanti: la storica libreria Guida Merliani, l'altrettanto storica Cioccolateria Van MooS e il Mobilificio Aiello aperto dal 1948.
Nel 2014 prosegue la moria: la Galleria Vanvitelli vede sempre più saracinesche abbassate, mentre presto chiude anche lo storico Cinema Arcobaleno.
LE ULTIME CHIUSURE - Da settembre ci sono state altre chiusure rilevanti: la storica libreria Guida Merliani, l'altrettanto storica Cioccolateria Van MooS e il Mobilificio Aiello aperto dal 1948.
Nel 2014 prosegue la moria: la Galleria Vanvitelli vede sempre più saracinesche abbassate, mentre presto chiude anche lo storico Cinema Arcobaleno.
la crisi non guarda in faccia a nessuno...anche da noi si chiude a manetta...pure in centro a Torino..
RispondiEliminachiudono battenti tutti cazzolina... anzi no c'è una categoria che si moltiplica a dismisura... I compro oro!
RispondiEliminaVOMERO : CHIUSURA PER FINE ATTIVITA'...
RispondiEliminaespedito
oltre la chiusura dei negozi, la cosa più inquietante è vedere la faciltà conc cui stanno aprendo bar ed alcune piccole catene stanno aprendo più sedi. bisogna vigilare xkè il qyuartiere sta smpre più entrando in circuiti di criminalità
RispondiEliminaalessandro
ha assolutamente ragione alessandro, è questa la cosa più preoccupante, dove le attività legali non riescono a pagare il caro fitti (anche su questo ci sarebbe da incidere) gli unici che riescono a dare ragione di quel caro fitti sono le attività camorristiche che avendo come unico intento quello di riciclare danaro sporco , non hanno paura di aprire attività in perdita che fanno poi concorrenza sleale alle stesse attività commerciali oneste nella loro acquiescenza
RispondiEliminaLuigi