HA SCONFITTO ALBERTO BOMBASSEI CON 11 VOTI IN PIU’, CONTANDO
SULL’APPOGGIO DI MOLTE PERSONALITA’ DI SPICCO
Giorgio Squinzi è il nuovo Presidente di Confindustria,
eletto in una fase non facile per l’economia italiana, tanto per la recessione
economica che sta mettendo da anni un cappio alla gola agli imprenditori
nostrani, quanto per le riforme che i Professori stanno mettendo in piedi. Ha
battuto per soli 11 voti Alberto Bombassei, patron di Brembo, contando
sull’appoggio di tutte le personalità di spicco dell’imprenditoria italiana: Fedele
Confalonieri per il gruppo Mediaset, Emma Marcegaglia presidente uscente, Ivano
Lo Bello, Paolo Scaroni (Eni, Enel), Del Vecchio (numero uno di Luxottica),
Montezemolo e Della Valle (suoi soci nel Nuovo Trasporti Viaggiatori), Riccardo
Illy e Sergio Marchionne.
IL PERSONAGGIO - Sessantottenne
milanese, Squinzi è il patron di Mapei e Federchimica, nonché proprietario del
Sassuolo Calcio. Le prime dichiarazioni rilasciate da Sergio Squinzi sono
state tutte all’insegna della prudenza e della moderazione. Sa benissimo che
fino alla designazione di maggio il presidente rimane Emma Marcegaglia, e sa benissimo
anche che i rapporti industriali attraversano una fase delicata con l’ennesimo
strappo della Cgil e la riforma del lavoro appena approdata in Parlamento. A
riguardo tuttavia, il neopresidente ha lasciato trapelare qualche sua
sensazione: “Mi farebbe piacere incontrare al più presto la Camusso, nelle mie
imprese non ho mai licenziato nessuno”. Per poi continuare: “Sono favorevole
alla modifica dell’articolo 18, lo estenderei anche ai lavoratori pubblici,
anche se non credo sia questo il vero dramma del paese. Bisogna agire sul
problema energetico, sulle infrastrutture, snellire la burocrazia,
ridimensionare la malavita organizzata”.
LE SFIDE CHE LO ATTENDONO
NELL’IMMEDIATO - Ci sarà innanzitutto il 19 aprile una nuova riunione
che designerà il board di Confindustria, nella quale i sostenitori di Bombassei
faranno di tutto per conservare qualche posizione di peso. E poi ci sono da
ricucire i rapporti con la Fiat, uscita dall’Unione lo scorso ottobre. I
vertici del lingotto si erano detti disponibili a rientrarvi solo in caso di
vittoria del patron della Brembo. Senza dimenticare poi, tutte quelle altre
imprese, grandi e piccole, che, deluse dal risultato delle elezioni, già
minacciano l’uscita.
E intanto i bombasseiani preparano la riscossa. Si riuniranno
nei prossimi giorni a Milano per decidere sul da farsi. Vorrebbero una poltrona
di vicepresidente, ma certo è che a decidere i futuri equilibri saranno sempre
i soliti potenti, visto che proprio Scaroni (Eni) ha rivendicato il suo peso
(ben sei voti) sulla vittoria di Squinzi.
Il tempo, si sa, è galantuomo e ci dirà se Giorgio Squinzi è
all’altezza della situazione. Certo difficilmente potrà fare peggio dello
zelante Antonio Amato e della titubante Emma Marcegaglia. Dalla sua ha i più importanti
imprenditori italiani, certo, ma anche una forte opposizione, avendo vinto per
soli 11 voti. Vedremo.
(Fonte: Il
Levante)
a me preoccupa il fatto che è il presidente -padrone del Sassuolo Calcio...
RispondiEliminase sale in A parlo di mafia...