A UNDICI ANNI DA QUEI TERRIBILI FATTI
Tutti abbiamo ancora in mente quelle vistose macchie di
sangue che imbrattavano aule e corridoi della scuola Diaz di Genova, in quella
terribile notte del 22 luglio 2001. Si era da poco insediato il Governo
Berlusconi, Ministro degli interni era Claudio Scajola. Venticinque su trecento
poliziotti presenti si sono resi vili e violenti protagonisti di pestaggi
contro giovani italiani e non, i quali, dopo gli scontri consumatisi di giorno
nelle strade genovesi in occasione del G8, avevano deciso di passare lì la
notte. Furono pestati a sangue, come non bastassero le botte già prese al posto
dei Black block, veri autori del caos, ma soprattutto, come non fosse bastata
la morte di Carlo Giuliani per opera di un confuso e impreparato agente: Mario Placanica.
Durante questi lunghi undici anni molti di quei
protagonisti, fantomatici difensori della legge, hanno pure fatto carriera.
Partendo da Scajola, che poco tempo dopo si dimise a seguito di alcune
dichiarazioni, poi rientrato in altre vesti nei successivi Governi Berlusconi.
Nonché alcuni dei 25 poliziotti stessi. Vediamo chi.
I VERTICI - Nel 2001,
Giovanni Luperi, era vicedirettore dell'Ugicos, ora capo del dipartimento
analisi dell'Aisi, ex Sisde. Era stato accusato di falso aggravato, arresto
arbitrario e calunnia. I primi due reati sono andati in prescrizione. Per il
secondo è stato condannato in secondo grado e 4 anni. Stesse accuse, stessi
reati, stesse condanne e stesse prescizioni per Francesco Gratteri. Nel 2001
era Direttore Servizio Centrale Operativo (Sco), ora è a capo della direzione
centrale anticrimine (Dca). Gilberto Caldarozzi, vicedirettore centrale dello
Sco, ora direttore. Accusato di falso aggravato (3 anni e 8 mesi) e arresto
arbitrario. Quest'ultimo prescritto.
LA MOBILE- Stesse sorti per
Filippo Ferri, capo della Mobile della Spezia ora trasferito a Firenze. Per
Fabio Ciccimmarra, commissario capo a Napoli, ora alla Mobile dell'Aquila. Per
Nando Dominici, capo della Mobile di Genova. E per Carlo di Sarro, vice capo
Digos di Genova, ora commissario a Rapallo. Per Massimo Mazzoni, Renzo Cherchi
e Davide Di Novi, tutti ispettori dello Sco. Stessa condanna anche per Spartaco
Mortola, il capo della Digos di Genova che meno di un mese fa è stato nominato
a capo della Polfer. Massimo Di Bernardini era vicequestore della Mobile di
Roma: è stato condannato per falso aggravato a tre anni è otto mesi. È stato
riformato dalla polizia dopo un grave incidente in moto.
IL VII NUCLEO- Vincenzo
Canterini, allora comandante VII Nucleo speciale Mobile, è il poliziotto che è
stato condannato a più anni: 5. Ha lasciato per limiti di età, l'accusa rimasta
in piedi è per falso. A quattro anni sono stati condannati, per lesioni gravi,
Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroli, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni,
Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri, Vincenzo Compagnone. Tutti erano all'interno
del VII Nucleo, poi sciolto dopo i fatti della Diaz. Tre anni e otto mesi per
Massimo Nucera e Salvatore Gava che poi ha lasciato la polizia. Pietro Troiani,
vicequestore addetto alla logistica della Mobile di Roma, è stato condannato a
3 anni e 9 mesi, per detenzione armi da guerra (molotov) e calunnia.
(Fonte: Il
Corriere della sera)
quello che ne ha fatta di più è de gennaro
RispondiEliminarossella