SI CHIAMA The Innocence of Muslims
Non si placa, anzi si espande giorno per giorno, la rabbia
degli integralisti islamici per un film satirico e dunque blasfemo su Maometto,
dal titolo: The Innocence of Muslims. Il primo colpo l’hanno inferto una
settimana fa all’ambasciata americana in Libia, uccidendo l’ambasciatore Chris
Stevens e tre funzionari della sede diplomatica. Da lì tutti i Paesi
nordafricani – protagonisti della famigerata Primavera araba ma nei fatti
piombati politicamente e socialmente nel caos – e ovviamente i Paesi
mediorientali stanno protestando vivamente in piazza, bruciando come da copione
le bandiere americane e proclamando “la caccia all’americano”. Prese d’assedio
molte ambasciate occidentali, non solo americane. Qualche focolaio si è visto
anche in alcune capitali europee, pure Berlino e Parigi. Ma di cosa parla
questo famoso film?
MAOMETTO COME TRUFFATORE E DONGIOVANNI
- La pellicola incriminata, da titolo The innocence of muslims, ha come
protagonista il profeta Maometto (per i musulmani è vietato ritrarre o
disegnare il profeta), il quale viene descritto come un truffatore, un
dongiovanni e viene ritratto mentre fa sesso e istiga al massacro. La sua vita insomma
viene raccontata con sarcasmo.
Il film è stato prodotto e diretto da un imprenditore edile
israelo-americano, promosso da Terry Jones , il pastore della Florida reso
celebre per aver bruciato il Corano, un certo Sam Bacile (che sarebbe uno
pseudonimo). Cinquantadue anni, si è nascosto in un luogo segreto; ha detto di
voler mostrare al mondo la sua visione sull’Islam, considerata una religione
che predica l’odio. Il Wall Street Journal riporta che, in un’intervista
telefonica, lo scrittore avrebbe dichiarato: «L’islam è un cancro», aggiungendo
poi che il film è di natura «politica e non religiosa».
Il film è costato 5 milioni di dollari, di cui la maggior
parte donati da un centinaio di ebrei di cui Bacile non vuole rivelare le
identità.
Già a luglio, del resto, lo scrittore aveva postato il
trailer e alcuni clip su youtube, ma la maggior parte dei filmati era passata
inosservata. È solo da un paio di settimane che la polemica è esplosa, quando
alcuni attivisti egiziani hanno cominciato a far circolare i clip su twitter.
I PRECEDENTI – Non è la prima
volta purtroppo che film e satira sui musulmani generano morte e scompiglio. Nel
novembre 2004, il regista Theo Van Gogh è stato ucciso a coltellate ad
Amsterdam per il suo cortometraggio Submission, traduzione letterale della
parola Islam. Submission è la storia di una donna musulmana picchiata e
violentata da un parente; la donna si era tatuata versetti del corano su tutto
il corpo.
Ricorderete poi quanto accadde in Libia per una vignetta
mostrata dal Ministro Calderoli al Tg1.
Per carità, i credi religiosi vanno sempre rispettati e mai
offesi. Ma forse il popolo musulmano dovrebbe anche cominciare ad essere più
aperto alla satira. Per un film di nicchia, che deve la sua visibilità solo a
Youtube, non si possono uccidere delle persone e seminare panico e odio. Del
resto il “nostro” Cristo viene continuamente preso in giro da filmati,
pubblicità, barzellette, e nessuno ha mai bruciato niente. Forse siamo anche
noi cristiani troppo poco difensori della nostra fede, essendo noi stessi a
volte i primi a prendere in giro la nostra religione. Fatto sta che la reazione
è esagerata e relega il Medioriente e l’Africa a un Medioevo mai superato.
(Fonte: Linkiesta)
premesso che ho dei seri dubbi sulla credibilità del regista...e che sicuramente il film fa schifo...devo dire che dare degli assist cosi a quel manipoli di esaltati,è farsi un autogol...
RispondiEliminasai a quelli che gli frega del film?? spazzatura, ma ogni pretesto è buono per attaccare briga.
ma non l'hanno ancora capito???