giovedì 6 settembre 2012

QUANDO IL CARDINALE MARTINI TACQUE SU TANGENTOPOLI A MILANO


A SOTTOLINEARE CONTROCORRENTE TALE MANCANZA CI PENSA MASSIMO FINI, CHE GIA’ NE PARLO’ NEL 1993

In questi giorni innumerevoli sono stati gli elogi istituzionali e mediatici rivolti al Cardinale milanese Carlo Maria Martini; per tanti un progressista, che avrebbe perfino optato per l’eutanasia. Una persona vicino alla gente. In questa corsa all’esaltazione, interessante è il pensiero abitudinariamente controcorrente di Massimo Fini, che sottolinea come il Cardinale Martini abbia taciuto sulla corruzione dilagante della sua Milano, parlandone solo quando Mani pulite l’aveva già scoperta e la stava combattendo da un anno. Fini scrisse un articolo critico sull'Indipendente il 27 gennaio del 1993.

LA CRITICA FUORITEMPO - "Devo dire che i recenti, reiterati appelli del Papa, del cardinal Martini e, in genere, delle gerarchie ecclesiastiche alla 'moralità pubblica' e le loro continue reprimende sulla corruzione politica mi danno fastidio quasi quanto le marce antirazziste e anti-antisemite che son la voga del momento.
Così come mi sarebbe piaciuto che queste marce fossero state fatte nel 1938, quando il fascismo, per compiacere Hitler, si inabissò nella vergogna delle leggi razziali, così mi piacerebbe che la Chiesa questi suoi sermoni li avesse fatti con un più decente anticipo, non dico tanto ma almeno un anno fa quando Bettino Craxi si permetteva ancora, fra l'ossequio generale, di definire Mario Chiesa un 'mariuolo', cioè un incidente nella vita dei partiti, una povera mela marcia in una cesta immacolata.
Sparare adesso contro la corruzione politica è troppo facile e non serve a nulla. Perché ormai lo fanno tutti. Oggi, a parte Craxi, ammirevole in un certo senso nella sua protervia, non c'è più nessuno disposto a difendere apertamente i sistemi della partitocrazia, non c'è nessuno che non si scagli contro la corruzione politica. Anche Mongini, anche Chiesa, anche Carriera son diventati dei moralisti. Sarebbe stato molto più utile che la Chiesa avesse elevato i suoi alti ammonimenti negli anni passati quando la corruzione politica era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno, o quasi nessuno, osava protestare. Sarebbe stato molto più utile che la Chiesa avesse fatto sentire, allora, il suo appoggio morale a quei pochi, a quei pochissimi, che osavano denunciare il malaffare politico. E invece la Chiesa è stata zitta proprio quando occorreva che parlasse e parla ora che sarebbe meglio, per pudore, che tacesse.
Così come per anni ha taciuto il cardinal Martini Superstar che pur viveva a Milano, nel cuore stesso di Tangentopoli, e non poteva non vedere, se non altro, le ricchezze indebite che i politici e gli amministratori di questa città venivano accumulando".

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