A SOTTOLINEARE CONTROCORRENTE TALE MANCANZA CI PENSA MASSIMO
FINI, CHE GIA’ NE PARLO’ NEL 1993
In questi giorni innumerevoli sono stati gli elogi
istituzionali e mediatici rivolti al Cardinale milanese Carlo Maria Martini;
per tanti un progressista, che avrebbe perfino optato per l’eutanasia. Una
persona vicino alla gente. In questa corsa all’esaltazione, interessante è il
pensiero abitudinariamente controcorrente di Massimo Fini, che sottolinea come
il Cardinale Martini abbia taciuto sulla corruzione dilagante della sua Milano,
parlandone solo quando Mani pulite l’aveva già scoperta e la stava combattendo
da un anno. Fini scrisse un articolo critico sull'Indipendente il 27 gennaio
del 1993.
LA CRITICA FUORITEMPO -
"Devo dire che i recenti, reiterati appelli del Papa, del cardinal Martini
e, in genere, delle gerarchie ecclesiastiche alla 'moralità pubblica' e le loro
continue reprimende sulla corruzione politica mi danno fastidio quasi quanto le
marce antirazziste e anti-antisemite che son la voga del momento.
Così come mi sarebbe piaciuto che queste marce fossero state
fatte nel 1938, quando il fascismo, per compiacere Hitler, si inabissò nella
vergogna delle leggi razziali, così mi piacerebbe che la Chiesa questi suoi
sermoni li avesse fatti con un più decente anticipo, non dico tanto ma almeno
un anno fa quando Bettino Craxi si permetteva ancora, fra l'ossequio generale,
di definire Mario Chiesa un 'mariuolo', cioè un incidente nella vita dei partiti,
una povera mela marcia in una cesta immacolata.
Sparare adesso contro la corruzione politica è troppo facile
e non serve a nulla. Perché ormai lo fanno tutti. Oggi, a parte Craxi,
ammirevole in un certo senso nella sua protervia, non c'è più nessuno disposto
a difendere apertamente i sistemi della partitocrazia, non c'è nessuno che non
si scagli contro la corruzione politica. Anche Mongini, anche Chiesa, anche
Carriera son diventati dei moralisti. Sarebbe stato molto più utile che la
Chiesa avesse elevato i suoi alti ammonimenti negli anni passati quando la
corruzione politica era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno, o quasi nessuno,
osava protestare. Sarebbe stato molto più utile che la Chiesa avesse fatto
sentire, allora, il suo appoggio morale a quei pochi, a quei pochissimi, che
osavano denunciare il malaffare politico. E invece la Chiesa è stata zitta
proprio quando occorreva che parlasse e parla ora che sarebbe meglio, per
pudore, che tacesse.
Così come per anni ha taciuto il cardinal Martini Superstar
che pur viveva a Milano, nel cuore stesso di Tangentopoli, e non poteva non
vedere, se non altro, le ricchezze indebite che i politici e gli amministratori
di questa città venivano accumulando".
(Fonte: Arianna
editrice)
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