LA CORTE DEI CONTI HA GIUDICATO TROPPO PESANTE
L’ATTEGGIAMENTO DEL GOVERNO PER USCIRE DALLA CRISI
E c’è qualcuno che si augura pure un suo Bis, sostenendolo
con tanto di liste. Ma forse più per salvare la propria carriera politica
seriamente a rischio, che per un reale interesse per le sorti dell’Italia. La
cura del Governo Monti fatta di tasse e rigore, a detta della Corte dei conti,
risulta troppo pesante e rischia di affossare ancor di più il nostro Paese.
Crescita quasi nulla, come i provvedimenti per far ripartire la nostra
economia. Una bocciatura che arriva anche dalla Confcommercio e dalla
Confindustria.
LA BOCCIATURA - Il presidente della Corte dei Conti Luigi
Giampaolino ha, infatti, evidenziato "il pericolo di un corto circuito
rigore-crescita, favorito dalla composizione delle manovre correttive delineate
nel Def: per quasi il 70% affidate, nel 2013, ad aumenti di imposte e
tasse". una bocciatura a 360 gradi che ha mandato su tutte le furie Palazzo
Chigi che, in una nota ufficiale, si è subito affrettato a ribattere che l'80%
delle riforme varate dal governo sono già operative.
Che il governo tecnico stesse affamando l'Italia con le
tasse non è certo una scoperta. Da mesi, infatti, le associazioni di categoria
vanno lamentando un eccessivo inasprimento della pressione fiscale. Secondo le
stime della Confcommercio, si sarebbe arrivarti al record mondiale del
55%. D'altra parte non appena i tecnici
hanno messo piede al governo non hanno fatto altro che tassare il tassabile.
Un'imposta qui, un balzello lì. E la pressione fiscale è balzata alle stelle.
Non per niente, come dimostrano i dati della Corte dei Conti, la spesa delle
famiglie si è contratta a metà del 2012 del 4%. Un dato che, secondo Gianpaolino,
è "presumibilmente destinato a peggiorare nella seconda parte dell’anno e
nei primi mesi del 2013". Secondo il numero uno della magistratura
contabile, infatti, "dosi crescenti di austerità e rigore al Paese, in
assenza di una rete protettiva dicoordinamento e solidarietà, e soprattutto se
incentrata sull’aumento del prelievo fiscale", si rivela "una terapia
molto costosa e in parte inefficace".
CONSUMI REPRESSI - Secondo lo
studio compilato dalla Corte dei Conti, il calo del prodotto interno lordo indicato
nella nota di aggiornamento al Def è stimato al 2,4% contro il -1,2% del Def di
aprile. Sorprende, tuttavia, la diminuzione dell’1% del prodotto anche in
termini nominali: un risultato eccezionalmente negativo che, storicamente, si
era verificato solo nel 2009, l’anno centrale della grande recessione.
"Nel 2013 si registrano minori entrate complessive per oltre 21 miliardi
rispetto a quelle previste - ha spiegato Gianpaolino - di questi poco più di
6,5 miliardi sono riconducibili al superamento dei previsti incrementi dell’Iva
(almeno fino al giugno 2013), ma la flessione delle imposte dirette (-7,4
miliardi) e dei contributi sociali (-2,3) è da imputare ad una caduta del pil
molto superiore al previsto".
IL GOVERNO NON CI STA - In
audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato,
Gianpaolino ha bocciato la "cura" del governo Monti dal momento che
non offre nemmeno certezze sul "definitivo allentamento delle tensioni
finanziarie". Una stroncatura talmente forte che ha mandato tutte le furie
il governo."Più che un corto circuito c’è una compatibilità tra rigore e
crescita", ha replicato a stretto gito il ministro dell’Economia Vittorio
Grilli spiegando che "la crescita senza rigore è come costruire una casa
sulla sabbia". Non solo. Anche Palazzo Chigi ci ha tenuto a sottolineare
che "delle sette riforme del governo resta in fase di attuazione solo il
20% delle norme".
Insomma, la "cura" di Monti non funziona. Non solo
non mette in riga i conti pubblici, ma deprime pure i consumi e i risparmi
delle famiglie che si vedono strozzate dalle tasse.
(Fonte: Il
Giornale)
condivido
RispondiEliminaoppure "Rigor montis"!!!
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