I PREZZI ANCORA ALTI E UNA DIFFIDENZA GENERALE, LA RELEGANO
AI MARGINI DEL MERCATO AUTOMOBILISTICO
I dati relativi alla vendita delle auto elettriche sono
alquanto imbarazzanti: meno dell’1% del mercato negli Stati Uniti, 0,18% in
Europa, 0,07% in Italia. Un problema di prezzi, ma anche di una scadente
campagna pubblicitaria in suo favore che non stimola la fiducia e la curiosità
dei consumatori. Ancora troppo diffidenti nei suoi confronti. Eppure sarebbe
una grande opportunità per l’ambiente.
MIGLIORARE IL MARKETING - C’è
comunque qualcuno che sta provando a stimolare l’industria automobilistica a
correggere il tiro delle strategie di vendita. E’ il caso di una ricerca di
J.D. Power, una delle società americane di consulenza, più importanti in campo
di marketing automobilistico, per il quale l’errore sarebbe di puntare
esclusivamente sui vantaggi ambientali di guidare un’auto elettrica. Una
politica che ha portato a vendere le elettriche solo a pochi pionieri e
irriducibili del «verde». Nulla di più. La vera chiave per aprire il mercato
«reale», secondo lo studio dell’azienda americana, sarebbe piuttosto quella di
far leva sull’aspetto economico: il 45% delle persone intervistate,
acquisterebbe un’elettrica se questa oggi gli consentisse di risparmiare. Una
domanda enorme (rispetto ai risultati di vendita) che può essere già
soddisfatta: per J.D. Power, in media, un possessore di auto elettrica spende,
infatti, circa 18 dollari al mese per la ricarica delle batterie contro i 147
di benzina spesi da chi guida un’auto tradizionale.
GLI INCENTIVI - Certo ci
sarebbe poi da ammortizzare l’elevato prezzo di acquisto ma anche in questo
caso, la risposta dello studio sembra immediata: i 10.000 dollari in più spesi
per l’acquisto di un’elettrica (negli Stati Uniti ci sono degli incentivi che
arrivano fino a 7.500 dollari) sono ammortizzati in circa 6 anni mentre per
un’ibrida ricaricabile plug-in (ovvero lo stato più avanzato dell’ibrido cioè
con batterie che si ricaricano a una presa di corrente oltre che in moto) di
anni ce ne vogliono 11.
Troppi? Non proprio. L’auto, complice la crisi, è tenuta più
a lungo e i tempi di pareggio si possono ridurre ulteriormente: il 31% dei
possessori di auto elettrica gode infatti di speciali tariffe agevolate, che
rendono la ricarica notturna ancora più conveniente. Non solo: nell’85% dei
casi, ricaricare l’auto fuori casa, in un centro commerciale, sul posto di
lavoro, in aeroporto…è gratis. La convenienza per J.D. Power sarebbe dunque
assicurata.
CONTA SOLO IL RISPARMIO - C’è
solo la necessità di trasformarla in strumento di vendita. Nessun problema
anche per l’ansia da autonomia delle batterie: gli automobilisti intervistati
percorrono in media 34 miglia al giorno (circa 55 km), una distanza inferiore
alle 100 miglia garantite dalle attuali batterie al litio. Anche se poi lo
studio ricorda come, l’affrontare lunghi percorsi in salita può ridurre
drasticamente l’autonomia. C’è poi un altro ostacolo alla diffusione: gli americani
appassionati di auto di dimensioni extralarge, non gradirebbero elettriche
presentate finora solo in forma di compatta o city car (la berlina Tesla Model
S è appena arrivata sul mercato). Dettagli per noi europei. Il suggerimento per
le Case automobilistiche sembra chiaro: lasciare da parte le emissioni e
puntare tutto sul risparmio. Perché dove non arriva la coscienza ambientale,
forse ci riesce il portafoglio.
(Fonte: Corriere
della sera)
e tu pensi che le compagnìe petrolifere permettano una cosa simile???
RispondiEliminaIo penso di si.
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