AL POSTO DELLE VECCHIE FABBRICHE STANNO APRENDO SALE DA
GIOCO
Il gioco d’azzardo è diventato la terza industria italiana,
dopo Eni e Fiat e pesa per il 2% sul PIL. Con le liberalizzazioni varate
nell’agosto 2011 dal Governo Berlusconi, aprire slot machine e luoghi di
perdizione è ancora più facile; ma, di contro, le vincite sono anche
maggiormente tassate. Ciò in parole povere vuol dire che lo Stato incassa molto
di più dall’illusione degli italiani, che buttano ogni giorno fior fior di euro
in macchinette e “gratta e vinci” vari ed eventuali. In pratica, li tenta di
più e al contempo preleva anche di più dalle loro vincite. In realtà si sta
sviluppando anche il fenomeno del gioco d’azzardo in nero, con macchinette
illegali non registrate per mezzo delle quali lo Stato non percepisce neppure
un euro.
Inevitabile dunque che sale da gioco, segnalate con insegne
luminose e colorate per attirare l’attenzione dei disperati, proliferino in
tutto il Paese, con quartieri abbandonati che si stanno trasformando in piccole
Las Vegas. Un esempio lampante è la zona ex industriale a est di Roma, il
quartiere Tiburtina, dove gli edifici delle ex fabbriche sono sostituiti da
illuminati luoghi di perdizione.
COME SI STA TRASFORMANDO TIBURTINA
- Il cuore della cittadella del gioco d'azzardo è nel tratto di Tiburtina
compreso fra San Basilio e il Raccordo Anulare. I casinò sono vicini di casa
della sede del V Municipio. La prima sala da gioco, andando fuori Roma, è sulla
destra: al 1110 c'è Punt'Otto. L'insegna sulla strada a discreta, ma l'ingresso
è su una stradina laterale. E qui il cancello è dominato da vistosi cartelloni
pubblicitari con donne ammiccanti in abiti succinti e lo slogan «play and
resort», cioè gioca e rilassati. La costruzione era un piccolo sito industriale
riadattato per l'occasione.
Avanzando sulla Tiburtina, sulla sinistra, dopo poche decine
di metri ecco le insegne luminose di Royale, edificio basso che richiama anche
nel cartellone pubblicitario il celebre film Casino Royale della saga di James
Bond. Quasi attaccata c'è una costruzione appena più alta, ma decisamente più
luminosa: è il Dubai Palace, del quale è annunciata la «prossima apertura».
Tornando verso il centro di Roma, all'angolo con via di
Pietralata, davanti alla caserma Ruffo, l'immensa sala giochi Las Vegas ha
occupato un vecchio capannone commerciale. Il bar all'angolo, oltre a servire
colazioni e pasti veloci, offre un'attrezzata sala di slot machine dedicata
chissà mai perché a Cleopatra. Sullo stesso lato della Tiburtina, andando verso
il centro, il Manhattan Caffè, insegne tutt'altro che discrete, promette il
brivido delle slot machine e delle videolotterie, mentre poco più avanti sulla
sinistra, all'altezza di via dei Cluniacensi, ha aperto un'altra immensa sala
giochi.
CHI C’E’ DIETRO? - Chi c'è
dietro questo business che in questo quadrante della città sta prendendo il
posto di attività commerciali tradizionali ma anche di siti produttivi? Dalle
prime verifiche risultano imprenditori e piccole società. La guardia di finanza
ha avviato delle verifiche patrimoniali, ma l'esito dei controlli ancora non è
stato reso noto. E carabinieri e polizia hanno attivato un presidio del
territorio potenziato, temendo il rischio di infiltrazioni malavitose. Il
fenomeno però sembra solo alla fase iniziale.
«La settimana scorsa - racconta il titolare di un bar sulla
Tiburtina - c'erano in giro due persone di una società immobiliare che
prendevano appunti sulle fabbriche abbandonate. Hanno spiegato che ci sono
investitori stranieri interessati a realizzare un grande albergo con annessa
sala giochi e spettacoli». Appunto come a Las Vegas.
Come non bastasse, sulla strada consolare sono tornate le
prostitute, come se le norme anti-lucciole varate dal sindaco Gianni Alemanno
fossero state abrogate. Del resto, come sovente accade, le delibere comunali
poi non vengono rispettate per gli scarsi controlli.
Strade dissestate, prostituzione, gioco d’azzardo, cantieri
perenni, violenza mai scemata, assunzioni pilotate. Complimenti Alemanno, sei
riuscito a fare pure peggio di Veltroni.
(Fonte: Corriere
della sera)
ho visto in t vun servizio sconcertante in merito..licenze concesse a tempo di record, costruzioni spuntate come funghi dal nulla, e tutto per poter approfittare delle debolezze di chi non sa rinunciare al gioco..e lo Stato che fa? approva, ovvio
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