A BOSCOREALE E CASTELLAMMARE VERSANO IN UNO STATO DI DEGRADO
Avevo già parlato di come l’incuria umana stia distruggendo
alcuni pregiati reperti storici più di quanto abbia fatto a suo tempo il
Vesuvio. Purtroppo non è solo il caso di Pompei (di cui potete leggere qui)
ma anche di altri resti romani situati a Boscoreale e Castellammare di Stabia
(oggi visitabili con un biglietto unico di 5,50 euro). Ecco di seguito la
triste carrellata.
BOSCOREALE, IL SITO NEL QUARTIERE
POPOLARE - Il Comune di Boscoreale rientra in quella zona vesuviana
molto amata dai romani, ma poi tragicamente seppellita dal Vesuvio. Infatti
scavi archeologici hanno riportato alla luce anche qui molte ville precedenti
il 79 d.C., anno della fatale eruzione del vulcano. In questo Comune sorge
l’Antiquarium, inaugurato nel 1991, in cui sono custoditi reperti provenienti
dagli scavi di Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia e appunto Boscoreale. Offrendo
uno spaccato sugli usi e i costumi della vita romana e della natura in quel
periodo.
Ma veniamo alle note dolenti. Il museo si trova nel cuore di
un quartiere popolare degradato, al punto che gli stessi guardiani invitano il
pubblico a parcheggiare le auto al suo interno. Sono stati proprio i lavori per
la costruzione del quartiere che hanno portato alla luce alcuni resti ivi
custoditi.
Di fianco al Museo è possibile apprezzare dall’alto una
villa per uso agricolo, chiusa al pubblico perché pericolante. Chissà fino a
quando.
STABIAE, L’ANTICA CASTELLAMMARE
- Quella che oggi è conosciuta come Castellammare di Stabia, Comune a sud di
Napoli di oltre 64mila abitanti, un tempo era la gloriosa Stabiae; nome con cui
fu definita dai primissimi insediamenti greco-etruschi, conservato con la
conquista da parte dei romani. I quali, come fatto in altre zone limitrofe, vi
costruirono ville ancora oggi apprezzabili. Castellammare ha mantenuto nel corso
dei secoli un certo prestigio, dovuto alla vicinanza al mare che ne ha fatto da
sempre un importante sbocco portuale ma anche alle sue famose acque, per le
quali sono state costruite terme.
Tra i reperti, è possibile apprezzare Villa San Marco, tenuta
sì in buone condizioni ma situata tra case private e campi agricoli.
Inesistenti le indicazioni, alcuni resti sono tenuti incustoditi e facili prede
dei visitatori. Migliore la posizione di Villa Arianna, sebbene versi in uno
stato di maggiore abbandono con vari punti transennati, e le indicazioni
stradali per raggiungerla siano inesistenti.
OPLONTIS - Nell’attuale Torre
Annunziata, Comune a sud di Napoli, ergeva la gloriosa Oplontis, zona suburbana
alla vicina Pompei seppellita come essa dal Vesuvio nel 79 d.C. Scavi privati,
dovuti all’edilizia selvaggia del dopo guerra, hanno permesso il rinvenimento
della Villa di Poppea, regalatagli dal marito Nerone, Imperatore di Roma. Nel
1997 gli scavi sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Molti affreschi della Villa sono rimasti ancora in buone
condizioni, come la struttura nel suo complesso; oggi ancora apprezzabile nella
sua interezza. Si può dire che dei quattro siti presi in esame, esso sia il più
curato.
Siamo al solito discorso. In Campania abbiamo una ricchezza
culturale immensa che non sappiamo sfruttare.
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