SCONGIURATO IL PRELIEVO FORZATO SUI CONTI CORRENTI, MA LA
QUESTIONE RESTA APERTA. LA RUSSIA, CHE LA SFRUTTA COME PARADISO FISCALE, E’ MOLTO
PREOCCUPATA
La piccola e ridente isola di Cipro, da sempre contesa
politicamente tra Grecia e Turchia, ora è anche oggetto di contesa tra due
superpotenze, Germania e Russia, per motivi, manco a dirlo, economici. La
prima, capostipite delle politiche dell’Ue, voleva imporre prelievi forzati sui
conti correnti bancari per salvarla dalla bancarotta; la seconda è invece molto
preoccupata da questa misura, giacché molti nababbi dell’ex Urss qui hanno in
deposito ingenti somme di denaro, essendo l’isola cipriota una sorta di
Svizzera del Mediterraneo.
Una misura esagerata, considerando che Cipro basa le proprie
economie sul turismo e poco altro. Le forme contrattuali sono già abbastanza
liberiste, mentre il welfare era stato già discretamente sforbiciato nel precedente
giro di “rigorismo”, dal quale, peraltro, se ne sarebbe cavato ben poco, in
termini di denaro cash. Ma soprattutto, tali accanimenti terapeutici appaiono
fuorvianti, considerando che l’isola pesa solo lo 0,2% del Pil europeo. E
allora qual è lo scopo di tanta austerità? Perché si vogliono operare misure
così sanguinose?
LA PROPOSTA ASSURDA PER SALVARE
CIPRO RESPINTA – Il piano per ottenere i 10 miliardi di euro di prestiti
prevedeva inizialmente di decurtare del 6,75% i conti fino a 100.000 euro, e
del 9,9% quelli con cifre superiori. Poi l'idea di “moderare” al 3% il colpo di
falce sui conti “poveri” e aumentare fino al 15% quelli sopra i 500.000.
Il Parlamento cipriota è stato inizialmente costretto a
rinviare l'approvazione delle misure presentate dal governo conservatore del
neopresidente Nikos Anastasiades, considerato l'alleato rigorista di Angela
Merkel nel Mediterraneo. Un clima di rissa continua, l'esplosione del partito
del premier, riunioni notturne, tentativi di accordo sottobanco, compravendita
di gruppi parlamentari. Il voto era stato fissato per martedì scorso alle 16.
Ma il presidente cipriota Nicos Anastasiades non ha i numeri per ottenere in
Parlamento il sì al prelievo forzoso sui depositi bancari proposto dall'Ue. Infatti
il piano è stato bocciato dal Parlamento. Uno schiaffo alle politiche rigide
della Germania.
UNA MISURA CHE AVREBBE BASTONATO
SOLO I CIPRIOTI, MA NON GLI INVESTITORI STRANIERI - L'assalto alle
banche era previsto, ma hanno sbagliato anche i dettagli su questa parte: i
soldi verranno infatti tolti in proporzione alle cifre risultanti sui conti
alla chiusura di venerdì 15 marzo. Ma se i correntisti riescono a svuotarli
prima che scatti la mannaia il prelievo non si può materialmente effettuare. E
mentre sui piccoli risparmiatori locali lo Stato potrebbe comunque rivaleersi
in qualche modo, successivamente, i grandi evasori russi e di altri paesi –
titolari pressoché in esclusiva dei conti davvero ricchi – possono far sparire
per via telematica le proprie risorse al primo secondo utile. E far perdere
subito dopo le proprie tracce.
MA SI POTREBBE VERIFICARE UNA FUGA
DALLE BANCHE EUROPEE – Intanto le reazioni dei mercati sono molto più
rapide, incisive e devastanti. Per Moody's, agenzia di rating pronta ad
aggredire ogni nuovo “squilibrio”, la scelta del prelievo forzoso potrebbe
avere conseguenze negative per i rating delle banche europee. La decisione,
infatti, ha comunque «pesanti conseguenze» anche per i creditori di banche in
altri Paesi europei. Il ragionamento è semplice: se si può fare a Cipro, paese
dell'eurozona, si potrà fare in tutti e sedici gli altri paesi. Dunque, le
banche del Continente non sono più “sicure” come prima, specie quelle dei Piigs
(Italia, Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia); dunque, è probabile la fuga di
una quantità sostanziosa di denaro verso altre aree che danno maggiori garanzie
di intangibilità dei depositi.
Per Moody's, si tratta di un punto di svolta a livello di
politiche europee: «con la decisione si é avviato un passo importante per
limitare, o addirittura eliminare, la tutela sistemica dei creditori bancari in
tutta Europa». Operando in questo modo, i responsabili politici europei
«dimostrano di essere disponibili a rischiare turbolenze più consistenti sui
mercati finanziari, nel perseguimento di obiettivi politici».
GLI INTERESSI DELLA RUSSIA – Perché
Cipro è così importante? Per comprenderne le ragioni, è bene capire il motivo
per cui Cipro ha aderito alla moneta unica nel 2004 ed è stata accolta
nell’eurozona. Innanzi tutto per la sua posizione strategica al centro del
Mediterraneo, crocevia di importanti rotte e avamposti militari Nato verso il
Medio Oriente. Poi perché il regime di fiscalità agevolata, ha fatto sì che
molti capitali stranieri affluissero nelle banche locali che da sempre vengono
utilizzate per scopi che possiamo
tranquillamente immaginare. Gli interessi sono molti e le aziende
internazionali fanno affari d’oro con Cipro sin dai tempi dell’antica
repubblica marinara di Venezia. Dalle armi al petrolio, al controllo delle
rotte, ai giacimenti di gas al largo delle coste di Cipro. In questo senso, la
Russia ha giocato un ruolo di prim’ordine al centro del Mediterraneo essendo il
più grosso produttore ed esportatore europeo di armamenti verso Nord Africa e
Medio Oriente, oltre che di gas verso il Sud Europa. In questa partita l’euro è
visto come un velo pietoso steso su luridi affari condotti da banchieri e
spregiudicati imprenditori e non c’entra nulla con la politica del rigore di
Berlino. O meglio, c’entra solo per stabilire chi deve e chi non deve aiutare
Cipro a ripagare il debito pubblico e bancario dell’isola. Se le banche europee
che hanno stampato la moneta unica prestandola a Cipro o quelle russe che
l’hanno comprata depositandola nei forzieri ciprioti in cambio di agevolazioni
fiscali. Stando alle regole comunitarie dovrebbe essere la Ue ad aiutare
Nicosia, ma con la proposta estorsiva elaborata dai ministri delle finanze,
Bruxelles ha dimostrato che dovranno essere i russi a metterci una pezza.
D’altro canto l’avevano già fatto nel 2011 in piena crisi greca con un
salvataggio da 2,5 miliardi di euro per evitare il default di Cipro. Nel
frattempo gli oligarchi hanno continuato
a depositare soldi russi nelle banche di Cipro (32 miliardi di dollari, di cui
20 investiti da aziende russe) confidando che la prossima ciambella di salvataggio l’avrebbe lanciata la Ue. Ma il
prelievo forzoso sui conti correnti è suonato subito come una mossa sleale a
Mosca. Putin è andato su tutte le furie e ha convinto il governo di Nicosia a
rigettare la proposta di Bruxelles proponendo a sua volta un piano B che per
ora non è ancora stato reso noto.
Chi ha ragione? Forse entrambe le fazioni, forse nessuna
delle due, ma una cosa è certa: entrambi giocano sporco e ad andarci di mezzo,
non sono solo le famiglie cipriote che si ritrovano con le banche di Cipro
chiuse e il blocco dei conti correnti, ma la stessa Unione Europea con la
moneta unica che si vuole difendere a tutti i costi con la politica del rigore
tedesco. Cipro diventa così una cavia “per testare” misure ben più dure. Per
fortuna il Parlamento isolano le ha respinte. Speriamo che ciò serva per
scoraggiare l’applicazione di altri provvedimenti simili negli altri Paesi a
rischio.
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