domenica 7 aprile 2013

DRACULA ESISTE, ECCOLO


TRATTASI DI UN VENTITREENNE TURCO DIVENTATO PER 2 ANNI DIPENDENTE DI SANGUE UMANO

Dal Dracula partorito dalla geniale penna di Bram Stoker nel XIX secolo, ai vampiri sono stati dedicati fiumi di film, libri, serie tv. Una leggenda immortale, proprio come quel Conte da cui si ispira. Eppure a quanto pare i vampiri esistono davvero, stando al racconto sulle pagine di Psychoterapy and Psychosomatics di Vedat Sar, medico del Dipartimento di Psichiatria dell'università di Istanbul.

IL CASO DI UN GIOVANE DI 23 ANNI - Sar riferisce il caso di un ventitreenne, terzo di sei fratelli, che è arrivato in clinica dopo due anni di «dipendenza» dal sangue umano. Il ragazzo aveva iniziato provocandosi tagli sulle braccia e sul torace con un rasoio per raccogliere e bere il proprio sangue da un bicchiere; quindi aveva sentito la curiosità di provare quello degli altri, finendo per essere incriminato varie volte per aver morso o ferito con un coltello le sue vittime; il ragazzo, dice Sar, provava piacere ad «assaggiare» la carne di persone ferite e aveva perfino costretto suo padre ad aiutarlo cercando di procurarsi plasma da una banca del sangue. «Il paziente durante le “crisi” dice di sentire il bisogno di bere immediatamente sangue, una necessità impellente tanto quanto quella di respirare. Questo benché consideri tale comportamento assurdo», spiega lo psichiatra.
Il medico, scavando nella storia del giovane, ha scoperto che la sua «sete» di sangue è iniziata dopo due gravi eventi luttuosi che lo hanno colpito: la malattia e la morte della figlia di quattro mesi, tre anni prima, e l'uccisione di suo zio, di cui era stato testimone quattro anni prima. «Lo zio è morto fra le braccia del ragazzo, che tuttora ricorda il sangue della vittima sul viso. Per di più poco tempo dopo il paziente è stato testimone di un altro violento e sanguinoso omicidio, commesso da un amico», racconta Sar.

TRATTASI DI UN DISTURBO POST-TRAUMATICO - Insomma, un'esistenza non proprio fortunata: oltre a tutto questo il paziente era infatti cresciuto in un contesto socio-economico svantaggiato, aveva lavori saltuari, era stato buttato fuori dall'esercito durante il servizio militare per i suoi comportamenti inadeguati. Accanto al vampirismo, il ragazzo manifestava perdite di memoria temporanee (a volte gli capitava di trovarsi in un posto senza sapere come ci fosse arrivato e sistematicamente rimuoveva gli episodi di vampirismo verso gli altri), inoltre diceva di sentirsi come se in lui vivessero due persone diverse e di «vedere» spesso un bambino di sei, sette anni che lo incitava alla violenza e al suicidio (tentato più volte con diversi mezzi). Immagini intrusive del passato e delle sue azioni, a volte «presentate» dal bimbo immaginario che egli riconosce come se stesso da piccolo, gli scatenavano le crisi di violenza e vampirismo. Ricoverato per due settimane e trattato con farmaci per ridurre i sintomi di dissociazione della personalità, è stato sottoposto a una lunga serie di test cognitivi e psicologici per capire quale patologia mentale potesse spiegare il vampirismo.

MA NON E’ IL PRIMO CASO -  «Casi analoghi di pazienti che bevono sangue umano sono riferiti in psichiatria fin dagli anni '60, di solito associati a schizofrenia, psicopatie, ritardo mentale – spiega Sar –. Nel ragazzo, invece, abbiamo potuto verificare che il vampirismo è correlato a un disturbo post-traumatico da stress associato a un disturbo dissociativo dell'identità diverso dalla schizofrenia, instauratosi probabilmente come conseguenza di un'infanzia di abusi e abbandono: non a caso il giovane ha completamente rimosso i ricordi del periodo fra i 5 e gli 11 anni. Purtroppo si tratta di un caso davvero complicato da risolvere: dopo il primo ricovero ce n'è stato un secondo, di tre settimane. Ora gli episodi di vampirismo sembrano spariti, ma il ragazzo non è guarito dagli stati dissociativi, continua a «vedere» il bambino immaginario-se stesso e non riesce a dare un significato a tutto questo: dice che le pillole non possono guarirlo e che solo la morte potrebbe liberarlo. Tutto ciò purtroppo accade anche perché, tragicamente, il disturbo post-traumatico è aggravato e sostenuto dai suoi stessi atti criminali correlati al vampirismo, che continuano a tornargli alla mente».


1 commento:

  1. ammesso e non concesso che esistano davvero, il mio desiderio è quello di farmi dissanguare da una vampira gnocca :D

    Optimus

    RispondiElimina