TRATTASI DI UN VENTITREENNE TURCO DIVENTATO PER 2 ANNI
DIPENDENTE DI SANGUE UMANO
Dal Dracula partorito dalla geniale penna di Bram Stoker nel
XIX secolo, ai vampiri sono stati dedicati fiumi di film, libri, serie tv. Una
leggenda immortale, proprio come quel Conte da cui si ispira. Eppure a quanto
pare i vampiri esistono davvero, stando al racconto sulle pagine di
Psychoterapy and Psychosomatics di Vedat Sar, medico del Dipartimento di
Psichiatria dell'università di Istanbul.
IL CASO DI UN GIOVANE DI 23 ANNI
- Sar riferisce il caso di un ventitreenne, terzo di sei fratelli, che è
arrivato in clinica dopo due anni di «dipendenza» dal sangue umano. Il ragazzo
aveva iniziato provocandosi tagli sulle braccia e sul torace con un rasoio per
raccogliere e bere il proprio sangue da un bicchiere; quindi aveva sentito la
curiosità di provare quello degli altri, finendo per essere incriminato varie
volte per aver morso o ferito con un coltello le sue vittime; il ragazzo, dice
Sar, provava piacere ad «assaggiare» la carne di persone ferite e aveva perfino
costretto suo padre ad aiutarlo cercando di procurarsi plasma da una banca del
sangue. «Il paziente durante le “crisi” dice di sentire il bisogno di bere
immediatamente sangue, una necessità impellente tanto quanto quella di
respirare. Questo benché consideri tale comportamento assurdo», spiega lo
psichiatra.
Il medico, scavando nella storia del giovane, ha scoperto
che la sua «sete» di sangue è iniziata dopo due gravi eventi luttuosi che lo hanno
colpito: la malattia e la morte della figlia di quattro mesi, tre anni prima, e
l'uccisione di suo zio, di cui era stato testimone quattro anni prima. «Lo zio
è morto fra le braccia del ragazzo, che tuttora ricorda il sangue della vittima
sul viso. Per di più poco tempo dopo il paziente è stato testimone di un altro
violento e sanguinoso omicidio, commesso da un amico», racconta Sar.
TRATTASI DI UN DISTURBO
POST-TRAUMATICO - Insomma, un'esistenza non proprio fortunata: oltre a
tutto questo il paziente era infatti cresciuto in un contesto socio-economico
svantaggiato, aveva lavori saltuari, era stato buttato fuori dall'esercito
durante il servizio militare per i suoi comportamenti inadeguati. Accanto al
vampirismo, il ragazzo manifestava perdite di memoria temporanee (a volte gli
capitava di trovarsi in un posto senza sapere come ci fosse arrivato e
sistematicamente rimuoveva gli episodi di vampirismo verso gli altri), inoltre
diceva di sentirsi come se in lui vivessero due persone diverse e di «vedere» spesso
un bambino di sei, sette anni che lo incitava alla violenza e al suicidio
(tentato più volte con diversi mezzi). Immagini intrusive del passato e delle
sue azioni, a volte «presentate» dal bimbo immaginario che egli riconosce come
se stesso da piccolo, gli scatenavano le crisi di violenza e vampirismo.
Ricoverato per due settimane e trattato con farmaci per ridurre i sintomi di
dissociazione della personalità, è stato sottoposto a una lunga serie di test
cognitivi e psicologici per capire quale patologia mentale potesse spiegare il
vampirismo.
MA NON E’ IL PRIMO CASO - «Casi analoghi di pazienti che bevono sangue
umano sono riferiti in psichiatria fin dagli anni '60, di solito associati a
schizofrenia, psicopatie, ritardo mentale – spiega Sar –. Nel ragazzo, invece,
abbiamo potuto verificare che il vampirismo è correlato a un disturbo
post-traumatico da stress associato a un disturbo dissociativo dell'identità
diverso dalla schizofrenia, instauratosi probabilmente come conseguenza di
un'infanzia di abusi e abbandono: non a caso il giovane ha completamente
rimosso i ricordi del periodo fra i 5 e gli 11 anni. Purtroppo si tratta di un
caso davvero complicato da risolvere: dopo il primo ricovero ce n'è stato un
secondo, di tre settimane. Ora gli episodi di vampirismo sembrano spariti, ma
il ragazzo non è guarito dagli stati dissociativi, continua a «vedere» il
bambino immaginario-se stesso e non riesce a dare un significato a tutto
questo: dice che le pillole non possono guarirlo e che solo la morte potrebbe
liberarlo. Tutto ciò purtroppo accade anche perché, tragicamente, il disturbo
post-traumatico è aggravato e sostenuto dai suoi stessi atti criminali
correlati al vampirismo, che continuano a tornargli alla mente».
(Fonte: Corriere
della sera)
ammesso e non concesso che esistano davvero, il mio desiderio è quello di farmi dissanguare da una vampira gnocca :D
RispondiEliminaOptimus