DOPO 14 ANNI LA TRASMISSIONE CONDOTTA E CURATA DA CARLO
LUCARELLI NON HA RICEVUTO IL BUDGET RICHIESTO
Sempre più notte fonda per la Rai. Anzi, blu notte. Anche la
trasmissione condotta e curata dal giornalista Carlo Lucarelli, Blunotte,
finisce infatti nel rogo dopo 14 anni di onorate inchieste. E’ vero che nelle
ultime stagioni la trasmissione aveva registrato un calo di ascolti. Ma è anche
vero che le inchieste di Blunotte, che richiedono mesi di lavorazione, non
muoiono nello spazio di una sera. Molte di queste sono diventate dvd e
contenuti on demand per le tv a pagamento. In più sono plurireplicate nei
palinsesti serali di Raitre e continuano a essere “cliccate” nei canali web
della Rai, certo più di quanto succeda a trasmissioni di maggior grido di cui
il giorno dopo già si perde memoria. Senza contare le continue richieste da
parte delle scuole, che ne fanno materiale didattico sulla storia dell’Italia
contemporanea.
PER UN PUGNO DI EURO - Dalla
Rai non è ancora arrivata alcuna comunicazione ufficiale, ma la trasmissione
ideata e presentata da Carlo Lucarelli quest’anno non si farà, come ha
anticipato lo scrittore in un’intervista a ilfattoquotidiano.it. L’azienda ha
opposto questioni di tagli al budget, decisi dal direttore generale Luigi
Gubitosi. Ma, a quanto si apprende, la cancellazione del programma che ha
indagato sui “misteri italiani” più neri si è giocata su una cifra complessiva
nell’ordine delle decine di migliaia di euro.
Blunotte è prodotto dalla società romana Etabeta. Data la
richiesta di ridurre i costi, Lucarelli e i suoi avevano presentato un format
più leggero e meno costoso: otto puntate di durata inferiore a un’ora (contro
le quasi due ore toccate dalle versioni precendenti). Ma alla richiesta di ulteriori
“sconti” arrivata dal direttore di rete Andrea Vianello, Etabeta ha gettato la
spugna, giudicando impossibile affrontare la produzione. E se in tempo di crisi
e di tagli il budget è sacro, fanno notare nei corridoi Rai, quando le cifre in
ballo sono così modeste una soluzione si trova sempre. A patto che ci sia la
volontà di tenersi stretti un programma e un autore di punta. E una redazione
di quattro persone che ora vede il proprio lavoro a rischio.
DAL 1999 - Una goccia, nel
bilancio dell’azienda, che finisce però per affogare un fiore all’occhiello
della programmazione di qualità del servizio pubblico. Dal 1999 a oggi – una
prima serie del 1998 si chiamava “Mistero in blu” – Lucarelli e la sua squadra
hanno portato nella prima serata televisiva approfondimenti sulle stragi, sul
terrorismo rosso e nero, sulle mafie, sui delitti eccellenti, sul G8 di Genova,
e negli ultimi anni anche su temi più strettamente sociali, come la tragedia
dell’amianto, le carceri, i morti sul lavoro.
Un vecchio spot diceva: “Un abbonato Rai ha sempre un posto
in prima fila”. Peccato che ora non veda più nulla.
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
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